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Il parlamento europeo approva Asap, 500 milioni per comprare proiettili per l’Ucraina

Soldi della Ue per le munizioni (e la sinistra italiana vota sì) L’aula per il voto al Parlamento Europeo a Strasburgo - ANSA

L’Europarlamento in seduta plenaria ha approvato ieri a larga maggioranza (505 a favore, 56 contro, 21 astensioni) il piano europeo per aumentare la produzione di munizioni e missili, per far fronte alla penuria attuale e per continuare a fornire l’Ucraina, con l’obiettivo di «un milione di munizioni». Un voto che segna «un nuovo passo avanti per la sicurezza e la difesa europee e il nostro sostegno senza falle all’Ucraina», ha commentato il relatore Christian Busoi (Ppe, Romania). A votare contro l’estrema destra Id dove allineano i filo-russi (ma anche un deputato Ecr), oltre a un gruppetto, per motivi opposti, di S&D, Verdi e Left. Fra gli italiani, hanno votato contro solo i deputati del Movimento Cinque Stelle, più due dissidenti del gruppo dei Verdi/Alleanza libera per l’Europa, Rosa D’Amato e Piernicola Pedicini, e due eletti con il Partito democratico, Pietro Bartolo e Massimiliano Smeriglio. Astenuti invece Fabio Massimo Castaldo del M5S, Sergio Berlato di Fratelli d’Italia, Ignazio Corrao del gruppo Verdi/Ale e Dino Giarrusso, attualmente fra gli europarlamentari non affiliati ad alcuna famiglia politica.

L’ASAP (Act to Support Ammunition Production), che è finanziato con 500 milioni di euro, entra così nella direttiva finale: nel negoziato con il Consiglio è stata ottenuta una facilitazione di finanziamento per la piccola e media impresa, mentre gli eurodeputati hanno richiesto che i nuovi finanziamenti non vadano a detrimento dei Fondi di coesione attuali. Saranno poi gli stati a decidere, con la possibilità anche di utilizzare dei fondi del Pnrr.

L’Asap risponde “as soon as possible” alla richiesta dell’Ucraina di fornire cartucce d’artiglieria di 155 mm, che ha ricevuto l’accordo del Consiglio il 20 marzo scorso, per una proposta in tre fasi: trasferimento d’urgenza di munizioni all’Ucraina dagli stock nazionali (primo track), accordo per procurarsi congiuntamente (sul modello vaccini) un milione di cartucce (secondo track) e (terzo track) accrescere le capacità di produzione dell’industria europea di difesa. L’ultima stesura del testo era stata concordata tra Consiglio e Parlamento all’inizio del mese e l’europarlamento aveva già approvato, con procedura d’urgenza (446 voti a favore, 67 contro e 112 astenuti) la legge a sostegno della produzione di munizioni nella Ue, presentata dalla Commissione il 3 maggio scorso, con l’obiettivo di rafforzare il più rapidamente possibile la capacità produttiva del blocco e poter fornire all’Ucraina il materiale necessario per resistere all’aggressione russa, oltre a ripristinare gli stock nazionali. L’Europarlamento aveva però respinto gli emendamenti della sinistra, che chiedevano l’esclusione dell’uso eventuale di parte dei fondi del Pnrr per finanziare questo rilancio.

IN POCO PIÙ di un anno, dall’invasione russa dell’Ucraina, la Ue ha fatto enormi passi avanti nel campo militare: si è dotata di una capacità giuridica a fornire armi all’esterno, che prima non aveva. Il sostegno militare della Ue a Kyiv è stato finora intorno ai 14 miliardi. Con l’accordo, verranno mobilitati urgentemente 500 milioni di euro dal bilancio Ue, per sostenere l’aumento delle capacità produttive di munizioni. L’industria bellica europea deve passare alla «modalità di economia di guerra», ha dichiarato di recente il commissario al Mercato unico, Thierry Breton, «c’è ormai urgenza, bisogna agire in fretta perché la guerra in Ucraina, che è stata all’inizio guerra di stock, sta diventando una vera guerra industriale»