Bruxelles Von der Leyen ha voluto accelerare l’iter di approvazione, che dovrà passare soltanto al vaglio dei rappresentanti dei governi in sede di Consiglio Ue, ma non all’Eurocamera.
Sessione del Parlamento Europeo – AP
Il Parlamento europeo censura la Commissione sul piano di riarmo. Non ne respinge il contenuto, che ha già di fatto abbracciato a maggioranza attraverso l’approvazione di mozioni di supporto alla presidente von der Leyen, ma boccia la scelta dall’esecutivo Ue di optare per una procedura d’urgenza che bypassa la stessa assemblea parlamentare.
Il piano von der Leyen da 800 miliardi complessivi, infatti è stato avviato su un binario rapido, attraverso il ricorso all’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Ue. Con questo escamotage, von der Leyen ha voluto accelerare l’iter di approvazione, che dovrà passare soltanto al vaglio dei rappresentanti dei governi in sede di Consiglio Ue, ma non all’Eurocamera. In questo modo, il piano mira a evitare gli emendamenti, e dunque il confronto politico, che accompagnano il normale percorso di una legge europea.
Ieri la Commissione giuridica del Parlamento (Juri) ha approvato in una seduta a porte chiuse la relazione del servizio giuridico della stessa assemblea, che giudicava illegittima la scelta della procedura d’urgenza. Ambienti dell’Eurocamera riferiscono di un voto espresso all’unanimità dagli europarlamentari membri della commissione, a dimostrazione del fatto che la scelta di von der Leyen non è andata giù neppure al suo partito di appartenenza, ovvero il Ppe. All’indomani della presentazione di ReArm, il leader popolare Manfred Weber era intervenuto in Aula a Strasburgo. «Il Parlamento deve essere pienamente coinvolto, bypassarlo con l’articolo 122 è un errore», aveva detto.
Bisogna precisare che il voto di Juri non è vincolante per l’esecutivo europeo. Ora la presidente del Parlamento Roberta Metsola dovrà comunicare il pronunciamento a von der Leyen e quest’ultima avrà due possibilità: andare avanti con la procedura d’urgenza, oppure trasformare il provvedimento in un normale regolamento, da sottoporre all’iter parlamentare standard. Se la leader tedesca scartasse la seconda possibilità, all’Eurocamera non resterebbe che tentare il ricorso alla Corte di Giustizia Ue, chiedendo alla istituzione giudiziaria con sede in Lussemburgo di esprimersi riguardo alla conformità ai Trattati. «Metsola ottiene un sostegno formale per farsi sentire», commenta una fonte parlamentare. «Il conflitto di attribuzione è tutto da vedere. Però ci sono dei precedenti».
La bocciatura della procedura scatena le reazioni da diverse parti politiche anche nel merito del provvedimento. A nome del gruppo Left, il 5S Furore parla di «voto storico» con cui viene «dichiarato illegale» il riarmo Ue. «La sua arroganza è stata sconfitta», si legge ancora in una nota della delegazione Ue dei pentastellati, che insistono sul «sussulto di dignità del Parlamento europeo». Mentre sia il leader pentastellato Giuseppe Conte che Nicola Fratoianni per Avs invitano al ritiro dell’iniziativa della Commissione, anche la Lega (gruppo Patrioti) esulta per la sconfitta politica di von der Leyen: «Bisogna fermare questa follia». Da Washington, dove ha tenuto un discorso all’Atlantic Council, risponde indirettamente il commissario al Commercio Valdis Dombrovskis. Che rilancia: «Il piano consente l’aumento delle spese per la difesa dal 2 al 3% del Pil. Però se serve, faremo ancora di più».