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AFFARI ESTERI. In piazza a Roma davanti al Pantheon e dietro lo striscione «Free Patrick Zaky»

La protesta diventa festa, «ma la battaglia continua»

 

La notizia della grazia a Patrick Zaky arriva poco prima dell’inizio del presidio davanti al Pantheon, lanciato l’altro ieri subito dopo la sentenza che aveva condannato il ragazzo a tre anni di carcere. Così i manifestanti che hanno sfidato il caldo della capitale per protestare contro l’ennesima ingiustizia nei confronti dello studente egiziano si ritrovano inaspettatamente a festeggiarne la prossima liberazione.

«Una bellissima notizia ma la battaglia per i diritti umani in Egitto non finisce qui e deve continuare anche quella sul caso di Giulio Regeni», afferma Riccardo Noury portavoce di Amnesty Internation Italia. «Le storie di questi due ragazzi, nonostante le differenze, dimostrano che le relazioni bilaterali basate su petrolio, armi e controllo dei fenomeni migratori sono un danno per i diritti umani», continua Noury.

Gli fa eco Ilaria Masinara, responsabile delle campagne della stessa organizzazione: «Speriamo di festeggiare presto l’arrivo di Zaky in Italia. Ma la mobilitazione deve continuare per i 60mila prigionieri di coscienza che si trovano ancora nelle prigioni del Cairo, per i giornalisti e le giornaliste incarcerate soltanto per aver espresso

la propria opinione».

Mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni pubblica su Twitter un video in cui celebra la grazia, sottolinea il proprio impegno sulla vicenda e ringrazia Al Sisi, davanti allo striscione giallo con la scritta «Free Patrik Zaky» arrivano diversi politici.

Il deputato Pd Alessandro Zan avverte: «Sbagliato che il governo Meloni si intesti questo risultato, che viene da anni e anni di proteste della società civile». Secondo l’esponente dem rimane sul tavolo la questione dei rapporti tra l’Italia e i paesi governati da regimi antidemocratici, «non solo l’Egitto, ma anche la Tunisia con cui recentemente è stato siglato il memorandum per contrastare i flussi migratori».

Anche il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni si rivolge all’esecutivo: «Non deve ammorbidire, oltre quanto già è stato fatto, la richiesta di verità e giustizia per Regeni e in generale l’attenzione alle tante violazioni dei diritti che avvengono nel paese di Al-Sisi».

Riccardo Magi, deputato e segretario di +Europa, parla di «notizia straordinaria che rende felici e soddisfatti» ma invita a «continuare a lottare per i diritti umani» ricordando «che in Egitto ci sono migliaia di arresti di massa»