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da Rassegna.it

Centinaia di quadri e dirigenti sindacali delle Province si sono confrontati sul coordinamento tra Governo e Regioni nell’attuazione della riforma Delrio, sulla tenuta complessiva del sistema, ma anche sui livelli occupazionali e salariali. E' successo oggi, 25 febbraio, a Firenze, nel corso dell’assemblea nazionale unitaria indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. La giornata si è conclusa con la proclamazione da parte dei sindacati dello stato di agitazione per  tutto il personale.
Molti gli interventi, che hanno raccontato un'Italia in difficoltà (ascolta qui i podcast da Radioarticolo1), da Nord a Sud, nella quale il collasso delle province sta creando enormi disagi ai cittadini. “Io lavoro in una provincia che insieme a Biella è l'unica in Italia da essere da oltre un anno in dissesto finanziario. Non percepiamo lo stipendio da più di 4 mesi, ma nonostante tutto abbiamo cercato di erogare i servizi, perché è il nostro dovere. Ma ormai non siamo più in grado di farlo. Proprio ieri è scoppiata la protesta. Abbiamo bloccato le strade, abbiamo fatto un sit-in in prefettura, ma purtroppo, anche se lottiamo non si riesce a trovare una soluzione”. A dirlo è stata Fabrizia Galati, lavoratrice della Provincia di Vibo Valentia. Leggi qui l'intero articolo

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Tra i provvedimenti significativi che il Consiglio Comunale uscente di Faenza deve discutere (assieme agli altri dei Comuni dell'Unione della Romagna Faentina) c'è il Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (PAES). Si tratta di un impegno previsto dal Patto dei Sindaci, che prevede di “andare oltre gli obiettivi fissati per l’UE al 2020, riducendo le emissioni di CO2 nelle rispettive città di oltre il 20%”.
Per raggiungere quest'obiettivo, i Sindaci firmatari si sono impegnati a presentare entro un anno dalla sottoscrizione del patto, una serie di azioni che comporanno appunto il PAES (Faenza è in ritardo e ha già chiesto una proroga che scade a giugno) pena l'esclusione dal patto dei Sindaci (e la collocazione in una “lista nera”).
Altri Comuni della zona, l'Unione dei Comuni del lughese e del ravennate, quelli del forlivese, hanno sottoscritto già da tempo, nel 2011 – 2012, il patto e hanno già presentato i relativi PAES, in alcuni casi con azioni molto ambiziose (come Forlì che ha ricevuto addirittura un premio). Magari non tutti hanno poi avviato l'applicazione di tutte le azioni previste (ma questa è un'altra storia da approfondire).

Sul ruolo dei PAES riportiamo uno stralcio dalla prefazione di Luca Mercalli (Presidente della Società Meteorologica Italiana)

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Cosa cambiano le nuove norme in materia di diritto del lavoro per quanto riguarda la qualità della gestione dei rischi per la salute e la sicurezza nel lavoro? Dal punto di vista formale, per il momento, al di là della complessa vicenda dell'istituzione dell'Agenzia unica delle ispezioni sembrerebbe non cambiare nulla. Ma non è vero.
Jobs Act nei fatti ridisegnerà nei prossimi mesi e più in profondità nei prossimi anni i sistemi di relazione e potere tra lavoratori e impresa, tra lavoratori e lavoratori e tra lavoratori e rappresentanza sindacale (Rsu e Rsa) e di scopo (Rls).
Cercheremo di prefigurare in questo primo breve articolo e successivamente in profondità quali sono gli scenari attesi dell'impatto che avrà Jobs Act sulla gestione della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro. 
Il primo aspetto che subirà una trasformazione profonda e radicale sarà la possibilità e agibilità dei lavoratori e delle lavoratrici di esprimere con la partecipazione il proprio punto di vista su aspetti critici

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Dopo l'emanazione dei decreti attuativi del Jobs Act con i quali il governo Renzi ha ignorato i pur deboli distinguo delle Commissioni parlamentari e sposato in pieno le tesi più oltranziste di Sacconi (Ncd) Maurizio Landini, intervistato da Salvatore Cannavò per il Fatto Quotidiano del 22 febbraio, afferma:
"la maggior parte del Paese, quella che per vivere deve lavorare, non è rappresentata". Il sindacato, quindi, "deve porsi il problema di una coalizione sociale"
È cambiato tutto, siamo alla fine di un’epoca. È venuto il momento di sfidare democraticamente Renzi”. Le parole di Maurizio Landini, il giorno dopo il varo del Jobs Act, sono molto chiare. Qualcosa sta per avvenire a sinistra e soprattutto nel rapporto tra il sindacato e la rappresentanza politica. Perché il segretario della Fiom ritiene che un limite storico sia stato valicato e ora occorra costruire una risposta adeguata.
Siamo dunque a un cambio d’epoca?
Non c’è dubbio. Non solo Renzi applica tutto quello che gli ha chiesto Confindustria,

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da www.sbilanciamoci.info - 10/02/2015

L’Expo che ci riguarda 

Nelle stesse ore delle celebrazioni ufficiali si è svolto a Milano un altro incontro: “Nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali?” Un'occasione per ricordare a Renzi e agli altri potenti gli impegni presi. Perchè produciamo alimenti in grado di nutrire 2 miliardi di persone più di quante abitano il pianeta e abbiamo un miliardo di affamati

L’Expo di Milano incombe ed è utile dare conto di quanto sta succedendo. Dalla grande stampa emerge un problema: il dissenso dell’orchestra della Scala a suonare il primo maggio, giorno dell’Expo ma anche dei lavoratori, manda a gambe all’aria la Turandot dell’Inaugurazione.

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Sul suo blog (www.ciwati.it ) Giuseppe Civati, già candidato alle primarie ed ora esponente della minoranza del Pd, dice la sua sul futuro della sinistra rispondendo, fra le altre, alle sollecitazioni di Rodotà e di Landini.

Il progetto politico di governo che manca (non solo a sinistra)

"... se deve essere sinistra sociale, allora, seguendo le indicazioni di chi parla di «maggioranza invisibile» e di chi riflette su modelli stranieri, oltre ai sindacati e

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