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Dopo la condanna unanime di Putin, occorre decidere "che fare". Per noi pacifisti essere "contro la guerra in Ucraina" significa adesso essere "contro l'escalation militare", con terribili rischi nucleari. Dobbiamo essere contro il coinvolgimento dell'Europa che prevede l'invio di armi.

 Dopo una prima fase di unanimità nel condannare l'invasione russa dell'Ucraina, si profila ora una seconda fase del dibattito nella quale si confronteranno due visioni opposte ed emergeranno sostanziali differenze fra: 
  • chi vuole inviare armi e volontari, avviando di fatto una guerra per procura che trasformerebbe di fatto l'Unione Europea in uno stato co-belligerante che sostiene militarmente l'Ucraina;
  • chi è contro l'escalation militare e considera estremamente pericoloso il rischio di un confronto nucleare sempre più esplicito, con l'allertamento delle basi missilistiche e un ritorno ai giorni più bui della Guerra Fredda.

Il movimento pacifista, che si  sta ristrutturando con sorprendente rapidità, deve far sentire la propria voce a sostegno di questa seconda scelta e opponendosi in modo netto alla prima.

La prima scelta, quella di inviare armi e volontari (se non addirittura mercenari), costituisce la grave premessa per un corollario non meno grave: il riarmo di tutta l'Europa e un'ingente aumento delle spese militari. Già la Germania ha stanziato, nel giro di poche ore, cento miliardi di euro per aumentare il proprio budget militare. La coalizione rosso-verde tedesca rischia di tradire gli ideali di pace di Willy Brandt, mentre mezzo milione di tedeschi hanno manifestato a Berlino per la pace. Il movimento per la pace deve prendere nettamente le distanze da questa sinistra con l'elmetto che tanti danni ha fatto in passato (basti pensare all'Afghanistan) e deve far sentire la propria voce terza e indipendente sia da Putin sia dalle sirene del riarmo e della "guerra giusta". 

Noi non ci arruoliamo nella "guerra giusta", ma faremo sentire la nostra voce a favore del cessate il fuoco e la protezione dei civili.  LEGGI TUTTO L'ARTICOLO

La stragrande maggioranza di quelli che si pronunciano a favore di questa opzione o che l'appoggiano col proprio silenzio, sono gli stessi che applaudono papa Francesco quando dice no alle armi. Favoriamo piuttosto la crescita del dissenso delle popolazioni russe contro il delirio di Putin.

Più di duemila anni di storia avrebbero dovuto insegnarci che non esistono guerre buone, giuste e sante. Che le guerre sono il massimo grado della stupidità dell'umanità: non servono a stabilire chi ha ragione ma, nel migliore dei casi, solo a decidere chi è più forte. Ma siccome questo non si afferma con una partita di calcio ma col numero di morti e distruzioni che si riesce a infliggere, è da considerare operazione folle.

 Cose da non fare: la guerra (Gianni Rodari)

Se su questo siamo tutti d'accordo com'è che non riusciamo a concordare anche sul rifiuto assoluto di alimentare in qualsiasi modo il conflitto in corso in Ucraina?

È possibile che mi sia distratto, ma non mi pare che si stiano levando voci autorevoli contro la proposta di rifornire di più armi l'esercito ucraino.

Tra l'altro, la stragrande maggioranza di quelli che si pronunciano a favore di questa opzione o che l'appoggiano col proprio silenzio, sono gli stessi che applaudono papa Francesco quando dice no alle armi.

Favoriamo piuttosto la crescita del dissenso delle popolazioni russe contro il delirio di Putin, isoliamo in tutti i modi l'aggressore, mettiamo in funzione l'utensile delle Nazioni unite, promoviamo e organizziamo una forza di interposizione indipendente, internazionale e nonviolenta ai confini dell'Ucraina ma non rendiamoci colpevoli di aumentare il potenziale di violenza.

Non si può dire no alla guerra alimentandola né che è sbagliato uccidere mentre si arma uno dei due combattenti.

27 Febbraio 2022

https://www.change.org/p/ucraina-la-guerra-%C3%A8-una-follia

UCRAINA. LA GUERRA E' UNA FOLLIA!

È una inaccettabile follia. La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è una autentica follia.
 
Tutti i responsabili dell’Unione Europea e della politica internazionale sono chiamati ad agire con determinazione per impedire che la crisi dell’Ucraina sfoci in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo. Sarebbe una pericolosissima regressione storica.
 
L’Europa dica subito una parola chiara: Mai più guerra in Europa! E agisca di conseguenza.
 
Non c’è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi e aerei di guerra.
 
Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!
 
Con la guerra si scaricherebbe su noi tutti una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di enormi e incontrollabili proporzioni.
 
Con la guerra tutto andrà perduto. Con la pace tutto è ancora possibile.
 
L’Unione Europea è un progetto di pace. Nessun processo di allargamento politico o militare può avvenire a spese della vita e della pace. L’Unione Europea deve affrontare alla radice tutti i problemi che da lungo tempo attraversano e colpiscono l’Ucraina e i confini orientali. L’obiettivo principale deve essere la paziente e tenace costruzione della pace e della sicurezza dall’Atlantico agli Urali anche attraverso un reale processo di disarmo.
 
Allo stesso tempo, è necessario riconoscere che l’escalation in Ucraina è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali e dell’altrettanto serio indebolimento delle Istituzioni internazionali. L’Italia e l’Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono.  Non è possibile fare la guerra e, allo stesso tempo, promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Non è più ammissibile che la sicurezza degli stati continui a prevalere sulla sicurezza umana.
 
Per l’UE, per la sua storia, per i suoi valori, per i suoi cittadini, il Diritto internazionale dei diritti umani è la bussola per la soluzione del conflitto in Ucraina.
 
Le guerre costituiscono una criminale sequela che ha le caratteristiche del circolo vizioso: guerra chiama guerra. Perché il cerchio si spezzi occorre che vengano meno gli attributi militari degli stati-nazione; si affermino strutture democratiche di governo mondiale; si metta in funzione il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. Il Trattato di Lisbona, stabilisce espressamente che “l’Unione promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell’ambito delle Nazioni Unite. ...L’Unione opera per assicurare un elevato livello di cooperazione in tutti i settori delle relazioni internazionali al fine di: ... preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, ...” (art. 21).
 
Flavio Lotti, Tavola della pace
Marco Mascia, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova

 

Europa e Russia: la storia alle porte

lucio-caracciolo - Collettiva

Il contributo di Lucio Caracciolo all'assemblea organizzativa della Cgil: la tendenza globale al disordine, la sovranità "molto limitata" dell'Italia, le nuove vie per il gas russo e l'espansione verso Est della Nato. Un mondo accelerato

https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/2022/02/11/video/europa_e_russia_la_storia_alle_porte-1862256/