Non si fermano i suicidi in cella. Ieri un detenuto si è tolto la vita in Calabria, mentre Nordio è andato a Torino dove venerdì erano morte in due. Dal ministro la vecchia ricetta: vuole più carceri, non meno carcerati
CARCERE. Il giorno dopo le due morti autoinflitte, il ministro in visita a Torino. Ma il suo problema è come fare spazio a più detenuti, non diminuirli
L’ingresso della delegazione governativa ieri al carcere delle Vallette - foto Ansa
In quella propaggine a nord ovest della città si sta male, si soffre e ci si toglie la vita. È il carcere Lorusso Cutugno di Torino, meglio conosciuto come le Vallette dal nome del quartiere che lo circonda. Ieri, dopo il suicidio di due detenute venerdì, si è precipitato qui il ministro della Giustizia Carlo Nordio, anticipando in realtà una visita già programmata. «Non si tratta di una ispezione, né di un intervento cruento, ma di assoluta vicinanza», ha esordito il guardasigilli. Una visita, però, accolta da una rumorosa protesta dei detenuti: battiture sulle sbarre con gavette e altre stoviglie al grido di «libertà, libertà», urla da tutto il carcere in modo indistinto e anche qualche fischio.
«Lo Stato non abbandona nessuno» e i suicidi in cella sono fardelli di dolore», ha detto Nordio che è entrato nella casa circondariale direttamente in auto. Ad accoglierlo, la direttrice della struttura penitenziaria, Elena Lombardi Vallauri, i garanti comunale, Monica Gallo, e regionale Bruno Mellano, insieme al responsabile dell’Asl per il carcere Roberto Testi; presente anche la vicesindaca Michela Favaro.
Dall’inferno delle Vallette scappano anche i medici
AL TAVOLO, il ministro – che interpellato sulle proteste ha detto
Commenta (0 Commenti)PALAZZO CHIGI. L’incontro con il governo sul salario minimo visto dall’altra parte del tavolo con le opposizioni che difendono la loro proposta dei 9 euro. Schlein: "Li abbiamo costretti a parlare dei lavoratori". Conte: "Ma non hanno una controproposta". Calenda: "Almeno nessuno è uscito sbattendo la porta". Fratoianni: "Continua la raccolta firme sulla nostra proposta"
La segretaria del Pd Elly Schlein verso l'incontro a Palazzo Chigi - Ansa
La mossa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul mega-tavolo al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) con le parti sociali sul «lavoro povero e sui salari bassi», e non solo (o non tanto) sul salario minimo «che non risolve il problema della crescita», ha sorpreso e irritato le opposizioni, tranne Italia Viva che ieri non ha partecipato all’incontro di palazzo Chigi.
LA PRIMA REAZIONE è stata: sta prendendo tempo. Non ha detto né sì, né no. E, quando ha pronunciato la parola «Cnel» sembra che sia calato il gelo nella Sala Verde. Strano il destino di questo organo previsto dall’articolo 99 della Costituzione, oggi presieduto dall’ex di molte cose Renato Brunetta. Doveva essere chiuso a furor di referendum renziano. Oggi il governo delle destre lo riporta sull’onda della cronaca. I 3,5 milioni di lavoratori senza salario minimo, né contrattazione, tanti sarebbero stati censiti, dovranno aspettare – immaginiamo con
Commenta (0 Commenti)Oggi le opposizioni si siedono con il governo a palazzo Chigi. Chiamate per parlare della loro proposta di salario minimo, rischiano di cadere in una trappola propagandistica. Arriva il testo della tassa sulle banche, già ridotta, e si scopre che non è previsto il gettito
GIOCHI DA TAVOLO. L’Istat: a luglio 5,6% globale ma i prodotti della spesa al 10,2% La «forbice» pagata dai meno abbienti aumenta dello 0,2%. Il trimestre anti rincari di Urso partirà solo a ottobre I dati confermano: l’industria alimentare è innocente
Una donna osserva i prezzi in un supermercato - Foto Ap
L’inflazione cala. Quella sul carrello della spesa molto meno, risultando quasi doppia. E così si allarga la forbice fra il costo della vita generale e quella che colpisce chi deve tagliare anche sui beni di prima necessità pur di mettere assieme il pranzo con la cena. In una parola: i poveri.
IL TUTTO ALLA FACCIA del «trimestre anti-inflazione» varato dal ministro Urso che questa «forbice» doveva ridurre e che invece partirà solo a ottobre. Mentre anche la Bce torna a mettere in guardia con il suo bollettino economico in cui dice che «le prospettive su Pil e inflazione restano incerte» e negli Stati Uniti l’inflazione torna ad alzare la testa, seppur solo al 3,2%.
In Italia a luglio l’Istat ha rilevato un tasso di inflazione – l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) – del 5,9% su base annua, in calo rispetto al 6,4% di giugno. Il «carrello della spesa» che tiene conto dei prezzi al dettaglio dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallenta meno: a luglio segna un più 10,2%, rispetto al +10,5% di giugno (ancora inferiore il calo dell’inflazione sui prodotti ad alta frequenza d’acquisto: da +5,7% a +5,5%).
Dunque la «forbice» si
Leggi tutto: L’inflazione rallenta. Quella nel carrello no: è quasi il doppio - di Massimo Franchi
Commenta (0 Commenti)MINIMO SINDACALE. Fuoco ad alzo zero di lobby e media contro il prelievo fiscale ai banchieri E oggi parla l’Abi
iorgia Meloni nel collegamento social "Gli appunti di Giorgia" - Ansa
Le ricostruzioni su scontri tra Chigi e Mef sulla tassa per gli extraprofitti delle banche “sono totalmente inventate e frutto della fantasia di chi ne ha scritto. Il testo della norma è stato messo a punto dal Mef in piena sintonia con l’intero governo”. Parola delle immancabili “fonti di palazzo Chigi” ma non basterà a sedare la sensazione che di tensioni ce ne siano state eccome. Il coro mediatico ha individuato il colpevole nel sottosegretario Fazzolari, animato da una sorta di cieca volontà punitiva nei confronti delle banche e dunque in contrasto con il ministro dell’economia Giorgetti, ben più amichevole e bendisposto.
Qualcosa di vero in questa lettura probabilmente c’è. Però all’origine del provvedimento non c’è un sottosegretario invasato ma la premier e la campagna mediatica, partita un po’ in sordina e diventata poi assordante, ha il solo obiettivo di difendere una lobby molto potente. Il fuoco, ieri, è stato ad alzo zero e l’accusa di essere tornata al “populismo”, buona per tutti gli usi e sempre pronta quando c’è da difendere interessi forti, è ancora il minimo. C’è di tutto e di più, inclusa la “pianificazione sovietica”, con Faraone, Iv, che già vede il Piano quinquennale alle porte.
Martellamento non disinteressato: l’intervento di Giorgetti e del Mef, salutato in coro come salvatore della Patria, ha già più o meno dimezzato la portata del prelievo, grazie al tetto al prelievo fissato allo 0,1% del totale attivo. Ora però bisogna trasformare l’annuncio in testo e le pressioni, esercitate soprattutto ma non solo sulla sponda forzista, mirano a modificare la norma già in questo passaggio.
La strada dovrebbe essere un incontro tra governo e Abi, che riunisce stamattina i suoi vertici, per trovare delle soluzioni in modo omogeneo. Lo chiede il capogruppo azzurro Barelli che martella: «La solidità di un Paese dipende dalla solidità e affidabilità del suo sistema bancario». Poi arriverà il turno della conversione in Parlamento a settembre, e qui è lo stesso Tajani, il nuovo capo, ad anticipare che «la tassa potrà essere approfondita durante l’esame in Parlamento». Si scrive approfondire, si legge modificare e alleggerire e va da sé che gli interessi di Mediolanum con i dubbi azzurri abbiano parecchio a che vedere.
Di fronte a un simile martellamento la premier difende la scelta ma pesando le parole e senza calcare la mano: «La misura più importante approvata dal cdm è quella sulla tassazione dei margini ingiusti delle banche. Viviamo una fase complicata e in questa situazione difficile è necessario che il sistema bancario si comporti in modo il più possibile corretto». Come d’abitudine Salvini è ben più greve: «Le banche sono state molto veloci ad aumentare i costi dei prestiti ma non gli interessi e stanno macinando miliardi. La tassa è un’opera di redistribuzione economicamente e socialmente doverosa».
Con i centristi che strillano contro la stalinizzazione dell’Italia e i grillini a cui preme soprattutto a ricordare che i primi a chiedere la tassa sono stati loro, il partito in maggiore difficoltà è quello di Elly Schlein. Un po’ perché la sterzata “né a destra né a sinistra” di Meloni li ha spiazzati, ma molto anzi moltissimo perché attaccare un provvedimento che piace alla stragrande maggioranza della popolazione anche e forse soprattutto di sinistra non si può, ma neppure entrare in conflitto con gli ambienti e i poteri e i media che sono stati l’ambiente naturale del Pd per decenni. Meglio rispolverare il magico detto per cui “un bel tacer non fu mai scritto”.
Posizione miope: quali che siano le motivazioni di opportunismo e propagandismo che spingono il governo, il completo riassorbimento della tassa sarebbe una sconfitta anche per la sinistra.
Intorno alla sostanza concreta del problema, del resto, si articolano strategie politiche da tutte le parti. Salvini sgomita per accreditarsi quasi personalmente una decisione certamente popolare. Renzi e Fi sondano la possibilità di un gioco più sottile: la costruzione di un asse dall’interno e dall’esterno della maggioranza capace di fare massa critica nei momenti opportuni e con reciproco vantaggio a breve e poi, se le condizioni si riveleranno favorevoli, andare anche molto oltre
Commenta (0 Commenti)IL LAVORO SPORCO Strage senza fine. 41 vittime lungo la rotta tunisina, dopo le 90 del fine settimana. Meloni aveva promesso «meno partenze e meno morti». Ma le prime continuano, nonostante il memorandum con Saied, e i secondi aumentano, senza una missione di soccorso. Il velista Soldini: «Lasciano al mare un compito crudele»
IL LAVORO SPORCO. Solo quattro superstiti a bordo di un barchino di ferro, tre dei quali minori. La Guardia costiera libica rifiuta i soccorsi
Sono i sopravvissuti tra i sopravvissuti, gli unici ancora vivi di un drappello di una decina di disperati scampati alla morte dopo che la barca sulla quale viaggiavano insieme ad altri migranti si è rovesciata a causa del maltempo che alcuni giorni fa imperversava nel Mediterraneo centrale. Dei dieci, sei si sono persi tra le onde mentre quattro, tre minori e un adulto, disperatamente aggrappati alle camere d’aria utilizzate come salvagenti, per loro fortuna hanno trovato un barchino in ferro abbandonato sul quale arrampicarsi.
Avvertiti martedì pomeriggio da un aereo di Frontex che aveva individuato i naufraghi al largo di Zuwara, in Libia, i marinai del mercantile Rimona battente bandiera maltese li hanno trovati lì sopra, stremati dopo quattro giorni trascorsi senza cibo né acqua in balia delle onde. Quattro miracolati arrivati ieri sotto choc a Lampedusa a bordo della motovedetta della Guardia costiera italiana che li ha recuperati dalla nave mercantile dopo che la Guardia costiera libica si è rifiutata di intervenire in loro aiuto. Come sempre.
È ancora tutta da ricostruire la dinamica dell’ultima strage
Leggi tutto: Naufragio dopo la fuga da Sfax: morti 41 migranti - di Marina Della Croce
Commenta (0 Commenti)Dopo una serie di incontri tra i rispettivi staff tecnici il Commissario straordinario alla ricostruzione sul territorio delle Regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche Generale Francesco Paolo Figliuolo e il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po Alessandro Bratti hanno sottoscritto l’intesa che avvia celermente tutte le attività di collaborazione tra i due enti affinché si raggiungano in tempi adeguati gli obiettivi prefissati dal decreto legge dello scorso primo giugno “Interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi nel maggio di quest’anno” convertito in legge il 31 luglio”.
Verso questo fondamentale traguardo la struttura commissariale del Governo opererà in stretta sinergia e azione congiunta e omogenea con L’Autorità del Fiume Po per definire il quadro esaustivo sullo stato del dissesto del territorio di pianura di quello collinare e montano “teso ad un riassetto territoriale resiliente in relazione agli effetti dei cambiamenti climatici”. In quest’ottica le analisi approfondite degli uffici competenti nel processo di ricostruzione si confronteranno sulle tematiche economiche , della sostenibilità ambientale e sociale, della transizione digitale per “garantire la valorizzazione e lo sviluppo secondo principi di sicurezza e di sostenibilità ambientale”.
ALCUNI DEI TERMINI DELL’ACCORDO SOTTOSCRITTO:
Definizione ed elaborazione dei piani speciali con l’individuazione delle opere prioritarie, in quanto rilevanti ed urgenti per il corretto assetto e protezione del territorio o del contesto quali , a titolo di esempio: opere di messa in sicurezza, strutture ed infrastrutture strategiche, sotto-servizi e ogni opera o intervento il cui differimento limiti o condizioni il corretto e spedito procedere dell’attività di ricostruzione.
Sviluppo degli elementi conoscitivi per l’aggiornamento della pianificazione di bacino e della programmazione generale degli interventi di riassetto territoriale di breve, medio e lungo termine.
Verifica della coerenza e compatibilità dei programmi di ricostruzione con gli strumenti di pianificazione e programmazione (Piano per Assetto Idrogeologico, Piano di gestione del rischio alluvione, Piano di gestione delle acque, Piano di bilancio idrico) anche al fine di acquisire le indicazioni necessarie per le delocalizzazioni, le nuove destinazioni, le nuove costruzioni e il recupero, per garantire la sicurezza e/o il miglioramento della qualità ambientale, nonché la salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico.
Coinvolgimento attivo del territorio al fine di sviluppare una progettazione partecipata che individui esigenze, istanze, necessità, specificità e potenzialità che potranno essere parte integrante e fondante dei progetti da realizzare.
La convenzione/accordo che avrà la durata dell’intero mandato del Commissario straordinario sarà pubblicata nella sua completa estensione sul portale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (WWW.ADBPO.IT)
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