La scelta di far approdare la nave “Gregoretti” della Guardia Costiera al porto di Augusta, ormeggiandola alla banchina Nato, conferma ancora una volta la scelta sovranista e disumana nei confronti di persone in fuga da drammi epocali. In questo modo i 131 migranti a bordo potrebbero non ricevere le garanzie di accoglienza dovute in un paese che si professa democratico come il nostro.
Oggi al Porto di Catania Rete Antirazzista Catanese, CGIL, Restiamo Umani, Catania Bene Comune, Cobas Scuola, Borderline Sicilia si sono riuniti per un presidio di solidarietà ai migranti, che hanno atteso per ore inutilmente di essere sbarcati proprio davanti al Porto Etneo.
Un caso che ci ricorda quello dolorosissimo e controverso della Diciotti della scorsa estate e che di fatto ripete l’atteggiamento inaccettabile del ministro Salvini; ci troviamo di fronte ad un nuovo sequestro di persona ai danni di donne, uomini e bambini scampati a un naufragio. Il nostro motto che ancora ribadiamo con forza è “Fateli scendere subito!”, perché non si può speculare politicamente sulla pelle di altri esseri umani e perché la Storia di domani ci sta già giudicando.
https://www.facebook.com/Rete-Antirazzista-Catanese-468545723307207/
Sul Piano Regionale dei Trasporti il grosso delle risorse è destinato a strade e autostrade
"CHI INQUINA PAGHI" anche nei trasporti. Legambiente chiede l'inserimento di un extrapedaggio sui veicoli in transito, a sostegno dei costi del trasporto pubblico
Appello ai Consiglieri regionali per ridurre l'inquinamento
“Applicare un extrapedaggio al traffico di attraversamento autostradale i cui proventi vadano a creare un fondo a favore del trasporto pubblico e, più in generale, per sostenere le politiche funzionali a ridurre le auto in circolazione.”
E' questa la richiesta fatta da Legambiente ai Consiglieri regionali per dare più spinta ai trasporti sostenibili, che oggi continuano ad essere inadeguati a fronteggiare l'Emergenza Climatica ed il problema dell'inquinamento dell'aria nel bacino padano.
Ad inizio luglio infatti il Consiglio regionale ha adottato il Piano Regionale delle Infrastrutture e dei Trasporti (PRIT). Un primo passaggio per l'approvazione definitiva prevista dopo l'estate. "La comunicazione ufficiale sul PRIT - sottolinea Legambiente - si è concentrata molto sul tema della sostenibilità ma, riguardo le infrastrutture, le risorse economiche disponibili sono essenzialmente quelle destinate a strade e autostrade". E' dunque questa la parte di previsioni di Piano che verosimilmente vedrà la luce nei prossimi anni, con buona pace della Regione a consumo di suolo zero e della necessità di ridurre le auto in circolazione e le emissioni climalteranti.
“Con l’attuale PRIT si è voluto proseguire l'impostazione tracciata ormai più di vent'anni fa dal precedente Piano - ribadisce l'associazione - senza provare a cambiare paradigmi. A fronte di queste carenze abbiamo lanciato un appello ai Consiglieri per potere garantire almeno maggiori risorse economiche da destinare alle politiche sul trasporto pubblico".
“Eppure – continua Legambiente - gli aumenti tariffari sono stati approvati quando c'erano da realizzare nuove autostrade (come è il caso recente per la realizzazione della TI-BRE sulla A15). Non esistono pertanto motivi ostativi per riproporlo invece a favore della salute delle nuove generazioni e del futuro del pianeta.”
Un appello bipartisan quello dell'associazione: da una parte alla maggioranza, per dare concretezza ai contenuti nel Piano sul TPL, ma anche alle opposizioni, soprattutto quelle che sono al governo.
“Un accordo sul tratto regionale delle autostrade sarebbe un primo passo per ridurre gli inquinanti nel bacino padano, ma anche per ridimensionare i vantaggi di Autostrade. Un tema tanto dibattuto quanto rimasto finora senza attuazione” – conclude.
Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
Fax: 051-0390796
Mi sembra di rivivere le esperienza da neolaureato quando, per partecipare ai concorsi pubblici, si monitoravano i giorni più assolati di luglio e agosto ben sapendo che in quei giorni i ministeri e le amministrazioni bandivano concorsi per ridurre al minimo i partecipanti contando sulla calura e sull’afa estiva.
Infatti, pur riconoscendo l'importanza del progetto stazione, posso rilevare:
- in primo luogo il metodo, i dettagli e le implicazioni del progetto già previsti e definiti dalla bozza di accordo con le FS, non sono mai stati discussi e valutati nelle sedi istituzionali, per cui non è possibile aver indetto una commissione urbanistica il 24 luglio per presentarli e poi voler deliberare nel Consiglio del 25 luglio, fra l’altro in assoluto dispregio della volontà della Capigruppo Consiliare che esplicitamente e più volte ha richiesto che le delibere messe in discussione in Consiglio fossero valutate prima della Capigruppo stessa e quindi almeno sette giorni prima del Consiglio per poter permettere un adeguato studio e approfondimento della materia ;
- inoltre, il merito: si sta parlando di un progetto di rigenerazione urbana, che deve necessariamente riprogettare l'uso e le caratteristiche dell'area, non semplicemente fare un copia-incolla delle previsioni preesistenti, per cui impegnarsi oggi perchè il PUG (per il quale ricordo il Consiglio Comunale ha deciso di avviare un percorso partecipativo) preveda di mantenere le stesse previsioni di volumetrie costruttive del PRG del 1996 (30.000 mc nell’area dell’ex scalo merci e di 10.000 mc nell’area della squadra rialzo) addirittura con edifici di 5 piani di altezza di 15,5 metri, non è assolutamente accettabile;
considero, da ultimo, un errore il fatto che l'Amministrazione abbia proposto alla Regione di non includere alcuni interventi significativi previsti nel progetto di massima, in particolare: la "realizzazione nuova stazione ferroviaria a Nord e allungamento sottopasso fino al nuovo ingresso di stazione”, questo sarebbe un primo intervento importate di "ricucitura" della città; come considero eccessivo che si sia decisa una linea di comunicazione e partecipazione fatta di annunci sulla stampa;
infine, ritengo che una corretta tabella di costi e benefici sarebbe utile per valutare nel suo complesso il progetto. Per fare solo alcuni esempi: si sacrificherebbe il verde di parte del parco adiacente l'area Italgas per aprire un'uscita su via Gallo Marcucci e parco Malmerendi per una uscita/entrata su via medaglie d'Oro, è proprio necessario sacrificare tutta questa superfice? Si ridurrebbe significativamente il traffico e l'inquinamento relativo su via Laghi? Il verde strettamente necessario sacrificato può essere trasferito in altre aree dell'intervento? Che tipo di destinazione dell'area dell'attuale stazione delle corriere va messo in conto? ecc.
A partire da queste considerazioni, ritengo che non sia possibile deliberare su questa intesa "STRATEGIA DI RIGENERAZIONE URBANA DI FAENZA, INCENTRATA SULL'AREA DELLA STAZIONE FERROVIARIA. INDIRIZZI PER L'ATTUAZIONE, MEDIANTE ACCORDI CON IL GRUPPO FERROVIE DELLO STATO..." nel Consiglio Comunale del 25 e chiedo a tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e di opposizione, che hanno a cuore il confronto e la partecipazione della cittadinanza, di darsi dei tempi più lunghi per una discussione approfondita su tutte queste materie.
Faenza 24 luglio 2019
Edward Jan Necki
L’ALTRA FAENZA
L'analisi della cartografia e la proposta di delibera comunale che il Consiglio voterà giovedì 25 luglio, smontano la pomposa presentazione, in chiave ambientale, del progetto definitivo per la “Rigenerazione urbana della zona antistante la stazione ferroviaria”.
Il progetto prevede pesanti interventi che contraddicono i principi della rigenerazione:
la realizzazione di una nuova strada che, dalla stazione, costeggia la fascia dei binari, “entra” nel parco del Museo di Scienze Naturali, per collegarsi alla bretella a ridosso del sottopasso di via Medaglie d'oro; viene cancellata un'area del parco, abbattendo una decina di alberi, tra i quali un grande pioppo bianco, alto una trentina di metri.
un'altra strada nuova, che collega questo asse lungo i binari con via Gallo Marcucci, passa a ridosso della scuola materna “Giardino dei sogni”, sostituendo l'attuale fascia verde con l'asfalto e un carico di traffico.
la costruzione di cinque condomini, nell'ex scalo merci che vanno ad intasare una zona residenziale già molto densa, oltre ad interferire con la capacità del nuovo parcheggio pubblico, realizzato proprio di fronte ai nuovi palazzi.
Sono interventi che consumano aree verdi esistenti, producono congestione e traffico.
Il nesso con la rigenerazione urbana, che prevede “riuso e valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale esistente per migliorare la vivibilità di spazi collettivi, interventi su criticità ambientali per un sistema urbano resiliente ai cambiamenti climatici”, appare un mistero.
Peraltro, la proposta di delibera di Consiglio Comunale precisa i contenuti della prima fase di interventi, come la stazione delle corriere e il nuovo parcheggio pubblico, ma esclude i principali interventi di mobilità sostenibile, come il prolungamento del sottopasso della stazione fino a via Filanda Nuova e il cosiddetto “parco urbano con piazzetta e parcheggi bici”.
Ma lo stesso atto però garantisce la conferma della edificabilità di ben 40 mila metri cubi, che, anche se prevista dal PRG del 1996, nell'attuale scenario urbanistico ed ambientale risulta in evidente contrasto con l'esigenza di una mobilità sostenibile e con la riduzione del consumo di suolo.
Le critiche al progetto non impediscono però di sostenere, nell'ambito della riqualificazione della stazione ferroviaria, quegli interventi realmente sostenibili, utili a migliorare vivibilità e qualità urbana.
Faenza, 23 luglio 2019