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AZIONE PER ZAKI

Zaki: Della Vedova, governo avvia verifiche per cittadinanza - Politica -  ANSA

 

La difesa dei diritti umani non conosce confini geografici.

A più di un anno dall'arresto in Egitto del giovane ricercatore Patrick Zaki, le cui uniche “colpe”sono quelle di essere uno studente, un ricercatore e un attivista per i diritti umani, continuiamo a ribadire con forza che Patrick deve tornare subito alla sua vita, a riabbracciare la sua famiglia e i suoi affetti più cari. Molti sindaci di città e paesi italiani hanno preso a cuore lo studente dell’Alma Mater conferendo a Patrick il titolo di cittadino onorario o aderendo a iniziative artistiche che denunciano la violenza che sta subendo.

Raccogliendo queste richieste, Overall rete multiculturale Faenza, ha chiesto ai Comuni dei nostri territori, a partire da Faenza, che si uniscano a questi comuni italiani , tra i quali Bologna, conferendogli la cittadinanza onoraria e chiedano al Governo l'ottenimento della cittadinanza italiana, già promossa da un Ordine del giorno approvato, a larga maggioranza, dal Senato Italiano.

Sabato 5 giugno 2021 ore 18.00 in Piazza del Popolo nel corso dell'Azione per Zaki promossa dal Teatro 2 Mondi, in collaborazione con Overall - Faenza Multiculturale e col Patrocinio del Comune di Faenza , rilanciamo queste richieste affinché siano approvate dall'Amministrazione e dal Consiglio Comunale di Faenza.

La difesa dei diritti umani non conosce confini geografici e la nostra terra è abituata a non voltarsi dall'altra parte davanti alle ingiustizie: le nostre comunità hanno pagato un prezzo altissimo per la democrazia e la libertà e non abbiamo intenzione di venire meno a quell'esempio.

Overall Faenza Multiculturale Faenza

#FreeZaki #FreePatrickZaki #teatroduemondi #senzaconfini, #Faenza #némurinéfrontiere #iostocoirifugiati #WithRefugees, #azionediriavvicinamento

                                     

 

RAPPORTO IRES. Nel biennio della pandemia 100 mila occupati a rischio in regione. Aumentano i decessi (+22,7%), calano le nascite (-3,7%) e i movimenti migratori (-34,7%). E nonostante il lockdown, non migliora la qualità dell’aria.

 

La pandemia esplosa nel corso del 2020 ha lasciato, anche in Emilia-Romagna, un segno indelebile sull’economia e la società. Il calo del Pil stimato in regione per il 2020 (-9,0%) non ha precedenti ed è praticamente in linea con quello medio nazionale (-8,9%), mentre il rimbalzo del 2021 dovrebbe essere superiore a quello italiano (+5,5% contro +4,7%). Sono solo alcuni degli indici presenti nell’ottavo rapporto dell’Osservatorio del lavoro e dell’economia in Emilia-Romagna a cura dell’Ires regionale presentato questa mattina dal segretario generale della CGIL Emilia-Romagna Luigi Giove e dal presidente di Ires Emilia-Romagna Giuliano Guietti.

I macrosettori economici più colpiti nel 2020 sono stati quello industriale e quello dei servizi, che comprende le attività più legate al turismo, di fondamentale importanza per l’economia regionale. Anche le esportazioni sono crollate (-8,2%), nonostante un parziale recupero negli ultimi mesi dell’anno. Lo stesso mercato del lavoro è stato stravolto dalla crisi pandemica, producendo però risultati assai diversi tra la prima e la seconda metà del 2020. Il calo degli occupati è stato consistente (-2,1% nella media annua, pari a quasi 43.000 occupati in meno), ma mentre inizialmente è stato accompagnato anche da un calo dei disoccupati (oltre 8.000 in meno nel 2° trimestre rispetto allo stesso trimestre del 2019) e si è tradotto essenzialmente in un aumento dell’inattività (+5,3%), a partire dai mesi estivi ha registrato una contestuale crescita dei disoccupati, in controtendenza rispetto ad altre realtà regionali. La riduzione degli occupati, anche per effetto del blocco dei licenziamenti e dall’utilizzo degli ammortizzatori, ha riguardato soprattutto i contratti a tempo determinato, quelli a tempo parziale, e i lavoratori con titoli di studio più bassi. Di particolare rilevanza è stato l’impatto negativo sull’occupazione femminile, alla quale va imputata la parte prevalente (oltre i due terzi) della riduzione degli occupati. Anche la fascia di popolazione più giovane, quella nella quale normalmente avviene l’ingresso nel mercato del lavoro, è stata fortemente penalizzata. Il risultato è l’aumento della percentuale dei cosiddetti neet, già strutturalmente più alta in Italia rispetto alla media europea, un aumento che, seppur su valori più bassi, ha riguardato anche l’Emilia-Romagna. Nel corso del 2020, la caduta delle unità di lavoro, rappresentative della quantità di lavoro prestata, è stata ben superiore a quella degli occupati (-10,1%). Se la dinamica degli occupati non ha seguito lo stesso andamento, è stato grazie agli ammortizzatori sociali, il cui utilizzo ha raggiunto nel 2020 valori del tutto senza precedenti, addirittura 4 volte superiori a quelli del 2010, anno record nel ricorso a questo tipo di strumenti. Sempre restando nel campo delle ipotesi, se nel 2021 ci si riallineasse al rapporto tra occupati e unità di lavoro del periodo pre-Covid, dovremmo attenderci una ulteriore contrazione degli occupati pari a circa 60.000 unità. L’anno della pandemia, inoltre, ha avuto un impatto particolarmente pesante in regione sull’invecchiamento della popolazione. I primi riscontri sono evidenti: aumento dei decessi (+22,7% da marzo a dicembre rispetto alla media del medesimo periodo per gli anni 2015-2019), calo delle nascite (-3,7% rispetto al 2019), forte contrazione dei movimenti migratori, soprattutto dall’estero (-34,7% rispetto all’anno precedente). Infine, va segnalato come nonostante il lockdown non siano migliorate nel 2020 le condizioni ambientali della regione: nonostante la riduzione degli sforamenti dei gas dannosi, esito dei blocchi della prima metà dell'anno, la qualità dell'aria segna un marcato peggioramento in quanto a polveri sottili. Con 39 giornate oltre il limite, il 2020 presenta il dato peggiore dal 2017.

La pandemia nel 2020 ha prodotto uno shock sotto diversi punti di vista: demografico, economico, occupazionale. Anche una regione come l’Emilia-Romagna, tradizionalmente più attenta di altre alle fragilità sociali, si trova di fonte a sfide inedite, come l’inarrestabile invecchiamento della popolazione o il numero crescente di giovani che non studiano e non lavorano”, spiega Guietti.

Il 2020 è stato l’anno nel quale si sono amplificate delle dinamiche già presenti nella nostra regione dal punto di vista demografico, economico e sociale. Ora registriamo invece una vera e propria emergenza, per questo è necessario allungare il periodo che riguarda il blocco dei licenziamenti e usare questo tempo per una riforma degli ammortizzatori sociali”, sottolinea Giove. “Le figure più colpite sono le donne, i giovani e i precari, e spesso queste tre condizioni coincidono. È il problema, una situazione che può peggiorare qualora venisse approvato il decreto Semplificazioni, che supera l’offerta economicamente più vantaggiosa e apre al massimo ribasso. Di fatto un via libera ai subappalti che produrrà una riduzione ulteriore dei redditi, una precarizzazione dei rapporti lavoro, oltre a una più agevole infiltrazione della criminalità organizzata”, conclude il segretario generale della CGIL Emilia-Romagna.

 

 

 

Sindacati: sciopero in caso di arrivo nave con materiale bellico

 © EPA

(ANSA) - BOLOGNA, 21 MAG - "I lavoratori del porto di Ravenna si rifiuteranno di caricare armi, esplosivi o altro materiale bellico che possano alimentare il conflitto tra Israele e Hamas". Lo annunciano Cgil, Cisl e Uil e le loro categoria dei trasporti, Filt, Fit e Uiltrasporti.

I sindacati spiegano di essere venuti a conoscenza che nei prossimi giorni una nave ormeggerà al porto di Ravenna per imbarcare alcuni container contenenti materiali bellici. Il carico dovrebbe essere sbarcato in un porto israeliano. Se la nave si presentasse le organizzazioni sindacali di categorie dichiareranno sciopero impedendo l'operazione. (ANSA).

 

LETTERA APERTA
“In Palestina serve azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto Internazionale. Occorre fermare la violenza, rimuovendone le cause, e riconoscere lo Stato di Palestina”


Ill.mo Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana
Prof. Mario Draghi Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Luigi Di Maio Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
On. Rosario Petrocelli Presidente della Commissione Esteri del Senato
On. Piero Fassino Presidente della Commissione Esteri della Camera

Roma, 12 maggio 2021

Macerie di un palazzo a Gaza bombardato dall'aviazione israeliana
Le organizzazioni e i sindacati firmatari, esprimono profonda preoccupazione per quanto sta accadendo nella martoriata terra di Palestina.

La sospensione delle tanto attese elezioni previste per il 22 maggio, quindi la provocazione di gruppi radicali di coloni israeliani in marcia verso i quartieri palestinesi della città vecchia , seguita della decisione di impedire ai palestinesi di raggiungere la Spianata della Moschea per la preghiera del Ramadan, e ancora il viatico concesso ai coloni di espellere i palestinesi dalle loro case in molti quartieri di Gerusalemme Est e specialmente a Sheikh Jarrah, hanno generato una escalation di violenze immediatamente estese in altre città israeliane e palestinesi, fino ai lanci di missili dalla Striscia di Gaza e la conseguente azione militare israeliana.

Tutto ciò, dimostra quanto sia indispensabile che le Nazioni Unite, l'Unione Europea e gli Stati nazionali non si fermino alle dichiarazioni di condanna ed al richiamo alle parti di fermare la violenza, ma che prendano posizione per eliminare le cause che provocano la violenza e l’ingiustizia che subisce il popolo palestinese e, di rimando, anche la popolazione israeliana.

La decisione di sospendere e rinviare le elezioni è una conseguenza diretta dello stato di debolezza e di precarietà giuridica in cui vive la popolazione palestinese, apolide e sotto occupazione. Il comportamento del governo israeliano è stato chiaramente ostile allo svolgimento delle elezioni, dal rifiuto della missione del Parlamento europeo, agli arresti dei candidati e al divieto di qualsiasi attività elettorale a Gerusalemme Est, in
violazione degli accordi di Oslo ancor oggi in vigore, e riferimento legale per regolare il processo elettorale nel territorio palestinese; Cisgiordania, Gerusalemme Est e Striscia di Gaza israeliana.

Le espulsioni di famiglie palestinesi dalle loro case nei quartieri di Silwan e Sheick Jarrah, oltre a mostrare l'applicazione della legge in modo etnico e discriminatorio, non fanno che alimentare nuovo odio e violenza tra le due comunità. Pensare di risolvere la "questione palestinese" con espropri forzati, demolizioni di case e sostituendo la popolazione palestinese con nuovi insediamenti ebraici a Gerusalemme Est è quanto di
più dannoso e contrario alla costruzione di una pace giusta e alla convivenza tra le due comunità.


Chiediamo che l’Italia si faccia promotrice di un’azione diplomatica di pace e di rispetto del diritto internazionale chiedendo alle Nazioni Unite, all'Unione Europea e ai capi di governo che hanno a cuore la pace e la coesistenza tra palestinesi e israeliani:
• di fermare questa nuova ondata di violenza, intimando ad Hamas di fermare il lancio dei razzi ed al governo israeliano di rimuovere l'assedio di Gaza e di fermare qualsiasi tipo di ritorsione contro la popolazione della Striscia di Gaza;
• di impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare l'espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
• di esigere dal governo israeliano la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti;
• di sostenere e assistere l'Autorità Nazionale Palestinese per l'organizzazione e la realizzazione del processo elettorale, evitando ulteriori rinvii;
• di inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale, i giorni del voto e il conteggio dei voti, che si svolga secondo gli standard internazionali di trasparenza e con pieno diritto di voto per tutta la popolazione residente in Cisgiordania, nel distretto di Gerusalemme e nella Striscia di Gaza;
• di agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità.


Hanno aderito:
CGIL, CISL, UIL, ACLI, Accademia Apuana della Pace, ANPI, AOI - Associazione delle Organizzazioni Italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, Arci, ARCS – Arci Culture Solidali, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, Associazione per la Pace di Modena, Associazione per la Pace di Padova, AssoPacePalestina, AUSER, Beati i costruttori di pace, Campagna Ponti e non Muri, Casa per la Pace Modena, Centro Studi Sereno Regis, CGIL di Padova, Emmaus Italia Onlus, Fiom, Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Lisli e Lelio Basso, Gruppo Abele, ISCOS, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo,
Legambiente, LIBERA contro le mafie, Link - Coordinamento Universitario, Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR), Movimento Nonviolento, NEXUS Emilia Romagna, Noi Siamo Chiesa, OPAL Brescia, Pax Christi Italia, Pro Civitate Christiana, Progetto Sud, Rete della Conoscenza, Rete italiana Pace e Disarmo, Segreteria della Piattaforma ONG Italiane Mediterraneo e Medio Oriente, TAM-TAM di Pace Modena (Tavolo Associazioni Modena), Un Ponte Per, Unione degli Studenti, Usacli

  Anche l'Associazione politico-culturale “L'Altra Faenza” da la propria adesione alla manifestazione del 12 maggio a Ravenna, in Piazza Kennedy alle 17 , contro il progetto dell'ENI sullo stoccaggio sotterraneo di anidride carbonica, (il cosiddetto CCS) e per una reale transizione ecologica.

La transizione ecologica, ed energetica, è di particolare attualità, non solo per la recente costituzione del super Ministero, ma soprattutto per le emergenze climatiche e ambientali ampiamente conosciute.

In Europa, il programma Next Generation EU, e i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, pur con diverse ambiguità, mettono in campo significative risorse per raggiungere gli obiettivi del Green New Deal europeo, la neutralità climatica entro il 2050, lo sviluppo dell'economia Verde e digitale.

La Regione Emilia-Romagna addirittura dichiara di voler raggiungere il 100% di energie pulite e rinnovabili entro il 2035.

Questa transizione significa uscire progressivamente dall'uso delle fonti fossili, ossia dal carbone, dal petrolio, dal gas naturale, per usare solo fonti rinnovabili e utilizzare in modo sostenibile le risorse naturali.

Questi obiettivi non riguardano solo gli “ambientalisti”, ma tutte le forze progressiste e di sinistra, che dovrebbero essere in prima fila per un diverso modello di sviluppo che tenga assieme giustizia sociale e giustizia ambientale, una “Giusta Transizione”, come scrivono i sindacati.

Questo significa un profondo cambiamento nella produzione e nell'uso dell'energia, nelle politiche industriali, produttive, della mobilità, nei modi di abitare e di consumare, che deve coinvolgere tutti i soggetti, privati e pubblici, tutti i settori economici e produttivi, le Pubbliche Amministrazioni, ai vari livelli, fino alle scelte individuali di tutti i cittadini.

Noi conveniamo con la famosa affermazione di Alexander Langer del 1994: “la conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”, ed infatti, proprio perché è sempre più urgente questa conversione, è necessario lavorare per farla diventare presto desiderabile e realizzabile da quanti più soggetti sociali, economici, comunità e singole persone.

A parte le forze che sono dichiaratamente schierate con la “lobby del fossile”, particolarmente forte a Ravenna, riteniamo utile aprire un confronto di merito con tutti i soggetti in campo, a partire dalle parti più sensibili delle associazioni, dei sindacati, degli imprenditori, degli amministratori, incluso chi ha manifestato qualche ambiguità (magari solidarizzando contemporaneamente con i ragazzi dei Friday For Future e con ENI) per progetti e investimenti per avviare sul serio una transizione ecologica ed energetica.

Noi continueremo a batterci contro progetti arretrati, che vogliono restare nel fossile come il CCS di ENI (invece di sotterrarla, la Co2 non va emessa) e contemporaneamente per sviluppare invece progetti sulle fonti rinnovabili e l'efficienza energetica (come il parco eolico off-shore, per il quale andrebbero semplificate le autorizzazioni) ma anche perché gli strumenti di programmazione territoriale, siano coerenti con la transizione ecologica.

In ogni territorio si possono verificare queste coerenze, a partire: dai Piani di Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima (PAESC); dai Piani Urbanistici Generali (PUG); dai Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (PUMS); dai Piani di Gestione dei Rifiuti; dallo sviluppo delle “Comunità energetiche”...

Il percorso per la transizione ecologica deve partire contemporaneamente dall'alto e dal basso.

Faenza, 10 maggio 2021

Associazione politico-culturale “L'Altra Faenza”

 

 

 

 

 

 

 

Il progetto Bee Kind

Semplice: prevede che nel parco del Museo Malmerendi a Faenza si collochi, nel periodo primaverile-estivo, un apiario composto da una ventina di alveari, ai quali aggiungere la speciale arnia B-BOX da osservazione.

L’idea è nata all’interno della collaborazione tra il Museo Malmerendi e Legambiente Lamone Faenza, il progetto è stato condiviso con altre organizzazioni del territorio e si è creata una rete di collaborazioni.

Gli scopi:

  • raccontare agli studenti la storia delle api aprendo un alveare e guardando cosa vi succede;
  • nell’ambito del progetto “Api e Orti Urbani” gestito dal CONAPI, in collaborazione con l’Università di Bologna, utilizzare le api per monitorare lo stato dell’inquinamento urbano;
  • produrre un miele speciale, il “Miele di Bea”, l’ape protagonista della nostra idea.

La campagna di crowdfunding

Ma per fare tutto questo, soprattutto per sostenere le spese per le analisi delle api e del miele, occorre disporre di adeguati finanziamenti.

Pertanto è stata attivata una campagna di crowdfunding, gestita da Idea Ginger di Bologna.

Con il seguente link: https://www.ideaginger.it/progetti/bee-kind.html

accederete alla pagina dedicata al progetto BeeKind e avrete tutte le necessarie informazioni sul progetto e sulle modalità necessarie per sostenerlo.

Una possibilità alternativa per effettuare una donazione è ricorrere a Satispay, tramite il seguente numero telefonico: 338 2132370.

Di seguito i link alle pagine Facebook e Instagram per seguire gli sviluppi della campagna e del progetto:

https://www.facebook.com/beekindfaenza/

https://www.instagram.com/beekindfaenza/