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L'appello. L'Alleanza contro le povertà ai politici che discuteranno il reddito di cittadinanza e nella legge di bilancio introdurranno nuovi limiti e condizioni contro i poveri. La proposta di otto modifiche. Il rischio di trasformare la misura in una dura politica di Workfare già pensata in questi termini dai Cinque Stelle e dalla Lega tre anni fa. E Landini polemizza con Bonomi di Confindustria che vuole abolire il "reddito"

Una manifestazione per l'estensione del

Una manifestazione per l'estensione del "reddito di cittadinanza" verso il "reddito di base"

«Mentre l’attenzione mediatica si focalizza su furbetti e truffatori, la politica pensa soltanto a mettere qualche risorsa in più e ad annunciare controlli sul reddito di cittadinanza . Perché? Perché è più facile! Perché il tornaconto elettorale si misura meglio con bonus immediati, non importa se ingiusti, che con una riforma». La politica sociale al tempo del «governo dei migliori» in Italia, un paese chiamato Draghistan, è stata riassunta da Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine Assistenti Sociali Consiglio Nazionale (Cnoas) durante una conferenza stampa dell’Alleanza contro la povertà alla stampa estera. «Il “governo dei migliori” è riuscito a scontentare tutti: persone, professionisti, terzo settore, mondo del lavoro, volontariato. Noi che siamo quotidianamente con i più vulnerabili diciamo chiaro che i poveri sono usati e non aiutati».

«Il reddito di cittadinanza ha dimostrato di avere un ruolo decisivo per contrastare le povertà – ha detto Domenico Proietti, segretario confederale Uil – Metterlo in discussione sarebbe una tragedia per milioni di persone e per la tenuta sociale del paese. Solo chi è in profondissima malafede può disconoscere questi risultati, proponendone l’abolizione». Ancora ieri, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si è unito al coro degli «abolizionisti». Maurizio Landini, presente all’incontro dell’Alleanza contro la povertà di cui anche la Cgil fa parte, lo ha criticato. »Bonomi ha trovato il modo di unirsi al coro di chi vuole cancellare il reddito di cittadinanza e che credo sia inaccettabile: la povertà non è una colpa ma è frutto di un modello sociale ingiusto da cambiare».

«Basta con le narrazioni tossiche», «la povertà non è un crimine». Questo è l’appello dell’Alleanza contro la povertà, una rete composta da 38 associazioni, che ieri si è rivolta alla maxi-maggioranza del governo Draghi che, nella legge di bilancio, introdurrà nuovi paletti, limiti e penalità contro i beneficiari del «reddito». «Noi riteniamo che questa misura così sia insufficiente – ha detto Roberto Rossini, il portavoce della rete – è erogata a poco più di 3,5 milioni di persone mentre per l’Istat i poveri assoluti sono 5,5 milioni. Il dibattito sulla povertà non può essere ridotto a un difetto della legge, in particolare al tema dei “furbetti”. Torniamo al contenuto delle questioni». Le proposte dell’Alleanza mirano a rimuovere il vincolo che esclude gli stranieri extracomunitari residente in Italia da meno di 10 anni. «Non esiste in nessun paese» ha detto Antonio Russo (Acli). Si chiede ai politici di cambiare la scala di equivalenza del reddito Isee che penalizza le famiglie numerose, allentare il vincolo aggiuntivo sul patrimonio mobiliare che esclude dall’accesso e rendere volontari, e non obbligatori, i Progetti utili alla collettività (Puc) che possono trasformarsi in lavori servili.

Stando a quanto prevede la legge, il cosiddetto «reddito di cittadinanza» è in realtà una dura politica di Workfare che può trasformarsi in lavoro servile,