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Ci si può interrogare per mesi su cosa sia il Partito della Nazione, e poi accade un episodio che ti da una risposta in un minuto.
Succede che a Faenza Forza Italia presenti un ordine del giorno medioevale, in cui in nome della famiglia naturale si mettono in discussione in una volta sola laicità delle istituzioni, centralità della scuola pubblica, ruolo di organizzazioni come l'OMS, negando qualsiasi apertura all'idea che una famiglia possa essere qualcosa di diverso dal matrimonio fra un uomo e una donna finalizzato alla procreazione.
L'odg, incredibilmente, passa, perché mezzo PD, fra cui il Sindaco e la neo-eletta consiglierà regionale, vota a favore.
Il sindaco si giustifica dicendo che all'interno del documento trovava un accenno al quoziente famigliare, che lui condivide.
Per assurdo che sia, scopriamo così che la politica da quelle parti è ridotta a nulla e che comunicare valori e visione del mondo è considerato inutile, se non controproducente.
Se si condivide l'esito, magari un esito piccolo e insignificante, si può accettare con leggerezza qualsiasi premessa, anche la più aberrante.
D'altronde nel partito marmellata tutti e tutto possono avere cittadinanza, purché abbiano l'unica cosa che conta, la fedeltà al Capo, e contribuiscano al solo obiettivo dichiarato,

 

L’Altra Emilia-Romagna “ringrazia” il sindaco manfredo Malpezzi per l’intervento a tutela di un prodotto tipico della destra leghista: la cosiddetta famiglia tradizionale.
Si tratta, per chi non lo sapesse, di un piatto preparato partendo dal “matrimonio tra un uomo e una donna che rappresenta l'istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita e l'unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, anche attraverso, in casi estremi, gli istituti dell'affidamento e dell'adozione”.
Insomma, un nuovo prodotto dop, quasi un presidio slow food, degno di protezione al pari della mora e del raviggiolo. Purtroppo il sindaco Malpezzi che non ha gran dimestichezza di biodiversità e confonde le eccellenze con il Tavernello del suo ex e prossimo futuro datore di lavoro, si è scordato di quelle altre unioni affettive, prive del requisito del matrimonio ed eventualmente pure della differenze di genere, che invece costituiscono le forme di convivenza normali in tutta l’Europa esclusa l’Italia.
Anzi, soprattutto esclusa Faenza, dove invece lo stesso sindaco si propone di abbinare al Santo Natale la Festa della Famiglia Naturale. Sembrerebbe la trama di un cinepanettone se non fosse tutto vero, una vergogna nazionale, in quanto culminata con l’esortazione a Renzi a disconoscere il documento standard per l’educazione sessuale nella UE (per una volta, evidentemente, se ce lo chiede l’Europa possiamo fregarcene).
L’Altra Emilia-Romagna non si accontenta della tardiva mezza marcia indietro del PD: siamo per la laicità dello Stato, per i diritti civili, per l’accoglienza delle diversità, il contrasto alle omofobie, il riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni omosessuali. Senza se, senza ma. Perché per noi vengono prima le persone. E la famiglia non è una piadina: né dop né igp.

L’Altra Emilia-Romagna

 

In data 15 Dicembre il Consiglio Comunale di Faenza ha approvato l’ordine del giorno dal titolo “Valorizzazione e sostegno alla famiglia naturale”, presentato dal gruppo consiliare di Forza Italia – Centrodestra italiano. L'odg chiedeva di impegnare l'amministrazione a chiedere:

  • alla Regione Emilia-Romagna di organizzare la “Festa della Famiglia Naturale”
  • al Governo la non applicazione del Documento Standard per l'educazione sessuale in Europa redatto dall'ufficio europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità

Inoltre impegna la Giunta a introdurre il “Fattore Famiglia”.

Noi consiglieri, dirigenti, militanti e simpatizzanti del Partito Democratico non ci riconosciamo nella scelta di votare a favore del già citato Ordine del Giorno per i seguenti motivi:

  • La famiglia rappresenta un luogo fondamentale per la formazione sociale e umana del cittadino, dove la trasmissione dei valori avviene tramite l’affetto che lega i membri che ne fanno parte. La Costituzione riconosce questa funzione, sottolineando inoltre l’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi uniti in matrimonio. Tuttavia, i costituenti hanno definito il concetto di famiglia come preesistente alla legge: la Repubblica Italiana per sé non vieta il riconoscimento di altri tipi di famiglie. Ogni riferimento alla famiglia naturale

Comunicato stampa della Cgil Camera del lavoro della provincia di Ravenna

INACCETTABILE ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE DI FAENZA 
MESSI IN DISCUSSIONE I PRINCIPI COSTITUZIONALI

La segreteria della Cgil della provincia di Ravenna esprime stupore e sconcerto per i contenuti e i toni dell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Faenza su “valorizzazione e sostegno alla famiglia naturale.”
Si tratta di posizioni che mettono in discussione il principio costituzionale della pari dignità sociale, senza distinzioni di sesso, religione, opinioni politiche e di condizioni personali e sociali, trasformando il concetto di famiglia come società naturale, in un’istituzione fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. E’ senza dubbio una visione riduttiva che determina un approccio volto a determinare limiti ed esclusioni, invece di evolvere verso una società più aperta, plurale, inclusiva e rispettosa della dignità di tutti coloro che compiono scelte di condivisione di progetti di vita in comune.
I principi contenuti nell'ordine del giorno prevedono un’inaccettabile diversità di tutela dei diritti dei bambini, a seconda che siano nati da genitori sposati o meno, proponendo un arretramento

Ieri si sono svolti due spettacoli meravigliosi e coinvolgenti. Il primo alla mattina che ha coinvolto ben 250 ragazzi delle scuole superiori, presso il teatro parrocchiale di san Giuseppe. I ragazzi sono stati attenti, e curiosi rispetto a quanto l’attrice “Tiziana di Masi” ha detto sul tema delle mafie e dei territori confiscati ad esse. 
Si tratta di un tema che, purtroppo, è sempre attuale e che ci chiama in prima persona ad essere in questo caso osservatori, ma anche attori e quindi protagonisti. Tiziana chiama il pubblico sul palco, coinvolge, e forse anche “agita”, è difficile non sentirsi “chiamati” e responsabili. E in che modo possiamo agire come cittadini? 
Questa è una domanda “pressante”, proposta ai ragazzi alla mattina e alla


Il professor Alessandro Pace ha sintetizzato, nel documento che segue e che vi invito a leggere, con chiarezza e rigore scientifico - da grande costituzionalista quale è - l’intensa e approfondita discussione che si è svolta a Roma l'1 dicembre scorso durante l’assemblea della associazione nazionale “Salviamo la Costituzione: aggiornarla, non demolirla”, fondata da Oscar Luigi Scalfaro e da lui presieduta fino alla sua scomparsa.
Il professor Alessandro Pace lo ha sostituito in questo non facile compito, e in anni, quelli che stiamo vivendo,  ancora meno facili.
La sintesi compiuta da Pace focalizza in buona misura i nodi e le valutazioni che l’assemblea ha evidenziato, tenendo in equilibrio le preoccupazioni politiche in riferimento alle tendenze che sembrano prevalere all’interno dei partiti che sostengono l’attuale governo, con l’analisi delle ipotesi di riforma costituzionale ed elettorale, quelle già approvate dal Senato e quelle in corso di definizione.
Mai come in questo momento riforma costituzionale e riforma elettorale sono facce della stessa medaglia. 
Il  documento di “Salviamo la Costituzione: aggiornarla, non demolirla” è, oltre che una analisi, un appello alle forze politiche, che potrei riassumere – opinione personale, ma credo di non sbagliare –  in “fermatevi!” o in “vi rendete conto di cosa state facendo?”. 
La prima proposta contenuta nel documento - a ben guardare - non è la richiesta di un referendum che, se promosso