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Ancor prima che Renzi producesse l'ultima forzatura, licenziando il decreto attuativo senza neppure prendere in considerazione le pur tenui proposte di modifica richieste dal Parlamento, chi ha contrastato l'approvazione del Jobs Act ha precisato come intende continuare ad opporsi.
Il direttivo nazionale della Cgil del 18 febbraio “ha discusso e definito le modalità di prosecuzione della mobilitazione a contrasto della legge delega sul lavoro e relativi decreti attuativi, dando così rappresentanza e continuità alla manifestazione del 25 ottobre 2014 e allo sciopero del 12 dicembre 2014”.
Anche Cisl e Uil hanno manifestato critiche, ma la Cgil non si limita a questo, ha avanzato la proposta di continuare la mobilitazione per contrastare gli effetti della legge delega e prepara una Proposta di Legge per un nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori, che abbia la caratteristica di riunificare il mondo del lavoro attraverso un processo di innovazione e di rafforzamento dei diritti e delle tutele” e “non esclude che tali percorsi possano essere sostenuti da proposte abrogative”. A questo fine la Cgil attiverà la consultazione straordinaria delle iscritte e degli iscritti...circa la possibilità di intraprendere un percorso abrogativo per il contrasto alla precarietà e per i diritti del lavoro che, qualora deciso, non potrà e non dovrà delegare ad altri questo terreno di iniziativa, che andrà reso autonomo da qualunque tentazione identitaria di nuove e vecchie ambizioni politiche”.
La Fiom è stata più netta, da per scontato che questo deve essere il percorso: “predisporre un progetto di legge di iniziativa popolare per un nuovo Statuto dei diritti...e intraprendere un coerente percorso referendario abrogativo della recente legislazione in materia di lavoro e contrattazione” e a questo fine ha avanzato diverse iniziative di mobilitazione (vedi decisioni assemblea di Cervia).
Contemporaneamente l'Associazione Nazionale dei Giuristi Democratici ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Jobs Act, Presidente non firmi quella legge, nella quale si evidenziano profili di incostituzionalità ed eccessi di delega nel decreto, con la richiesta di rinvio al Governo, ai fini del riesame.. per ...stimolare il Governo ad opportuni ripensamenti.