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Festa della Liberazione Musumeci chiede «sobrietà» ma il tentativo non riesce: cortei confermati da Roma a Milano

Il governo usa il lutto di Stato per oscurare la Liberazione Manifestazione in occasione delle celebrazioni del 25 aprile 79.mo anniversario della Liberazione svoltasi a Roma nel 2024 – LaPresse

La festa per la Liberazione è sempre fonte di imbarazzo per il governo Meloni. E dire che quest’anno lo staff della premier si era mosso per tempo per trovare un escamotage che liberasse Giorgia Meloni dall’obbligo istituzionale di celebrare il 25 aprile. L’agenda della presidente del Consiglio la vedeva in partenza per Samarcanda. «Viaggi di stato inderogabili», avevano commentato da Palazzo Chigi quando si faceva notare la fortunata, per Meloni, coincidenza. L’improvvisa morte di Bergoglio ha costretto la premier a posticipare la partenza, ma i suoi consiglieri possono lo stesso gongolare. Raro trovare migliore ribalta che i funerali di un papa con i capi di stato stranieri, inclusi il presidente degli Stati Uniti Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ancora più rara l’opportunità di oscurare la Liberazione dal Nazifascismo.

IERI IL CONSIGLIO dei ministri si è riunito per avviare la macchina organizzativa: ha deliberato cinque giorni di lutto di stato. Un afflato notevole, sembra di Meloni in persona, se si considera che per i precedenti tre pontefici erano stati solo tre. In mezzo, fatalità, c’è l’80esimo anniversario della Resistenza. E i ministri, sebbene coinvolti dal lutto, lo hanno avuto ben presente. Tant’è che alla fine del cdm il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci ha sottolineato che, sebbene siano state sospese le partite di calcio (ma non i concerti, Jovanotti si esibirà a Roma proprio in questi giorni), le cerimonie per il 25 aprile saranno «consentite, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone». Il lutto di stato finora imponeva bandiere dei palazzi pubblici a mezz’asta e una riduzione degli eventi ufficiali del governo, non il divieto di commemorare una data fondativa della democrazia. Ma in ogni caso Palazzo Chigi ieri ha nominato il capo della Protezione civile, Fabio Ciciliano, commissario ai funerali papali e al conclave. Ciciliano potrà «operare in deroga ad atti di indirizzo che disciplinano l’organizzazione di manifestazioni pubbliche ad alto impatto».

L’INVITO ALLA SOBRIETÀ ha fatto saltare dalla sedia le associazioni antifasciste e i partiti di centrosinistra. «È più forte di loro, anche stavolta – ha accusato Nicola Fratoianni di Avs – un’allergia alla liberazione dal fascismo e dal nazismo traspare da chi in questo momento occupa Palazzo Chigi». Angelo Bonelli di EuropaVerde ha ricordato a Musumeci che il 25 aprile «non è una festa in discoteca o un happy hour». Anche Giovanni Barbera, di Prc ha attaccato: «Non accetteremo mai che chi non ha mai fatto i conti con il proprio passato provi a mettere il bavaglio alla memoria collettiva: il 25 aprile non si autorizza, si celebra». «Forse Musumeci è abituato alla sobrietà di Salvini, che fino a ieri indossava magliette anti Bergoglio, nostalgiche di Ratzinger, con scritto “Il mio Papa è Benedetto”», ha affermato il segretario di PiùEuropa, Riccardo Magi. E l’Aned (Associazione nazionale ex deportati), si è detta sconcertata: «È una cosa sfacciata, surreale, un modo assurdo di strumentalizzare un lutto vero che condividiamo».

L’ANPI, che ieri festeggiava anche l’aumento degli iscritti rispetto allo scorso anno e la buona salute dell’associazione, ha confermato gli appuntamenti previsti in tutta Italia, pur nel cordoglio per il pontefice, la cui morte è stata «una gravissima perdita per gli antifascisti che hanno condiviso le sue parole di pace e di fratellanza su scala universale».

DUNQUE IL PRESIDENTE della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà come previsto a Genova per celebrazioni ufficiali (in forse la presenza del

ministro della Difesa Crosetto). Confermato il corteo di Napoli così come il calendario del comune di Bologna. Si terrà come sempre la storica manifestazione di Milano a cui parteciperanno, tra gli altri, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, il presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo e la segretaria Pd Elly Schlein. Al corteo milanese anche le reti Lea-Laboratorio ebraico antirazzista e Mai Indifferenti – Voci ebraiche per la pace che hanno pubblicato un appello «No pulizia etnica» in Palestina promosso da oltre 200 ebree ed ebrei italiani e pubblicato su questo giornale. Ci sarà anche uno spezzone del collettivo del manifesto con lo striscione del giornale.

ANCHE NELLA CAPITALE sono confermate tutte le iniziative previste. Il corteo e la festa al Quarticciolo, quartiere simbolo della lotta contro il decreto Caivano per le periferie, gli spettacoli a San Lorenzo e la manifestazione dell’Anpi Roma con altre associazioni del territorio. Confermate anche le divisioni della vigilia: la Rete contro il riarmo e il genocidio, composta tra gli altri anche da Pap, Usb e Arci Roma, partirà da Largo Bompiani con il corteo generale per poi staccarsi all’altezza di Ponte Spizzichino e andare verso Porta San Paolo, prenotata dalla comunità ebraica. «Con i governi che soffiano sulla guerra non si può non scendere in piazza – dicono dalla rete -. Non vogliamo sottostare all’ipocrisia delle bandiere di chi oggi non si oppone al riarmo e non si schiera apertamente contro il genocidio in Palestina».

IL PRESIDENTE DEL SENATO La Russa, pressato dalle opposizioni che volevano dedicare una discussione in aula all’80esimo della Liberazione, avrebbe voluto metterla in calendario il 25 stesso. Ma i parlamentari gli hanno risposto che parteciperanno alle manifestazioni. E La Russa ha dovuto fare marcia indietro: domani parleranno «tutti i gruppi che lo desiderano».