Niente sanzioni, no al ritiro dell’ambasciatore, nessuna obiezione all’accordo di cooperazione Ue con Israele e conferma del memorandum militare. Tajani in parlamento non va oltre una generica condanna delle stragi israeliane a Gaza. Nessun atto concreto. Netanyahu nemmeno nominato: l’Italia non lo molla
Il grande fardello Il ministro degli Esteri in Parlamento: «No a sanzioni a Tel Aviv, Italia in prima fila negli aiuti». Provenzano: «L’unico aiuto umanitario è fermare il massacro». Il leader di Fi cita l’antisemitismo rivolto alle opposizioni. Fratoianni: «Abita dalla vostra parte»
Il ministro degli Esteri Tajani alla Camera – Ansa
Montecitorio, sono quasi le 10 di mattina. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani prende la parola per dire che Israele sta esagerando, che dovrebbe fermarsi, che le morti di civili suscitano «un dolore immenso», «indignano le nostre coscienze».
«L’espulsione dei palestinesi da Gaza non sarà mai un’opzione accettabile», dice, dopo aver chiesto un minuto di silenzio per le vittime delle due parti.
LA PAROLA «NETANYAHU» non la nomina mai, elenca una lunga serie di interventi umanitari «coordinati dal governo», dall’invio di generi alimentari al ricovero in Italia di 133 bambini palestinesi, oltre all’evacuazione di 700 civili. Nei 20 minuti di intervento sembra, a chi ascolta, che Gaza sia stata colpita da una grave calamità naturale, e che l’Italia sia impegnata per portare soccorso. Guai a parlare di sanzioni, ritiro dell’ambasciatore a Tel Aviv o allo stop dell’accordo di cooperazione tra Ue e Israele (proposto da 17 paesi europei, non dall’Italia): «È essenziale mantenere aperto ogni canale con le autorità israeliane».
PEPPE PROVENZANO, responsabile esteri del Pd, lo ascolta allibito. Poi attacca: «Le sue parole forse erano buone 19 mesi fa, 50.000 morti fa, prima di 20.000 bambini bruciati vivi, morti di sete, di fame, di freddo, operati senza anestesia. L’unico vero aiuto umanitario, ministro, è fermare Netanyahu. Lei non è a capo di una organizzazione umanitaria ma della politica estera dell’Italia».
«Perché vi opponete alle sanzioni, persino a quelle contro i ministri fanatici di Israele?», incalza il deputato dem.
«Sospendete il memorandum di cooperazione militare, siate coerenti. È troppo tardi per le parole che non avete avuto il coraggio di pronunciare fin qui. Non bastano le nostre parole, figuriamoci le sue, timide, vaghe, inadeguate imbarazzate e imbarazzanti».
Il ministro sorride, dai banchi dem partono contestazioni: «Cosa ridi?». Lui poi si giustificherà: «Davanti agli insulti sorridevo perché sono un uomo di pace». Più tardi, durante un evento alla regione Lazio, Tajani sfodera gli artigli: «In Parlamento ci sono troppi cattivi maestri che incitano all’odio e non sanno quale influenza negativa possano avere sulle menti giovani e fragili: dire che siamo corresponsabili di migliaia di morti offende la verità».
ERA STATO LUI, PARLANDO alla Camera, a lanciare un allarme antisemitismo con lo sguardo rivolto ai banchi della sinistra: «Dico a chi fomenta l’antisemitismo per piccole, miopi convenienze di bottega “Fermatevi ora!”». Netta la replica di Nicola Fratoianni: «Basta con quell’allusione pelosa e insultante di guardare con qualche compiacenza all’insorgenza di antisemitismo: per noi quello è il peggiore dei mali e non credo che dalle parti della sua maggioranza tutti possano dire lo stesso».
E ancora: «Non fate fatica ad andare a dormire la sera? Non vi vergognate di fronte al fatto che, a differenza di tanti italiani, voi avreste il potere di fare qualche cosa? Invece avete scelto l’ignavia del silenzio, la vergogna della vigliaccheria, la
comodità dell’ipocrisia».
IL CAPOGRUPPO DEL M5S Riccardo Ricciardi alza ancora il tiro: «Siete complici di uno sterminio, di un genocidio e di un crimine disumano: lei ministro Tajani, la premier Meloni e il ministro Salvini che ha stretto la mano a Netanyahu mentre stava uccidendo e affamando i bambini». «Le due parole da cui deve ripartire chi non vuole più veder questa schifezza sono “Palestina libera”».
In Senato la sua collega Alessandra Maiorino, dopo aver elencato tutte le volte in cui all’Onu l’Italia si è schierata a fianco di Israele, straccia platealmente il memorandum per gli scambi commerciali e militari tra Italia e Israele: «Nel 2024 il commercio di armi tra i due paesi è quintuplicato». Replica Tajani: «Questo governo ha avuto un approccio restrittivo, sospendendo tutte le licenze per l’esportazione a partire dal 7 ottobre 2023». Peppe De Cristofaro di Avs non ci sta: «Siete il governo europeo più complice con Netanyahu».
ANCHE TRA I CENTRISTI si registra un cambio di linea. «La vita degli innocenti vale per la nostra coscienza più dell’amicizia con Israele, ora servono sanzioni, il livello di pressione deve aumentare», dice Ettore Rosato di Azione. Anche Calenda si fa sentire: «Bisogna imporre sanzioni e va riconosciuto lo stato di Palestina». E Davide Faraone di Italia Viva: «La carneficina vergognosa è il più grande spot contro lo Stato di Israele, questo governo ogni volta che può manifestare una posizione politica lo fa sempre a tutela del governo Netanyahu».
Da destra si leva la voce del semisconosciuto Salvatore Caiata di Fdi: «Contestiamo chi utilizza il dramma per contestare il governo Meloni: una squallida speculazione politica».