Terra rimossa Pd, Avs e M5s chiamano alla piazza. Ma già c'era
L'ultima manifestazione nazionale per la Palestina a Milano
Saranno gli storici a stabilire che cosa è stato, dopo 20 mesi di giustificazioni o silenzi, a far reagire i partiti politici italiani su Gaza e i grandi giornali a cambiare di netto linea editoriale sui massacri in corso nella Striscia. Intanto si registra l’attivismo delle opposizioni che si ritrovano a organizzare una manifestazione per i palestinesi cercando il sostegno delle reti civiche e sociali che in questo ultimo anno sono state lasciate sole a occupare lo spazio della protesta contro il governo di Netanyahu. Così come gli studenti che da ormai quasi due anni manifestano per tagliare le collaborazioni tra atenei israeliani e italiani, al costo di essere manganellati o fermati e processati.
PD, AVS E M5S STANNO lavorando per trovare data e il luogo (Perugia, la città della marcia della Pace, si è già offerta). A loro si sono aggiunti, con distinguo, i centristi: Matteo Renzi ha messo in chiaro che «se la piattaforma è la condanna del governo Netanyahu» lui sarà il primo ad aderire sempre che «non si trasformi in un atteggiamento antisemita». Lo stesso Carlo Calenda, che si dice disponibile a patto che «non ci siano bandiere di Hamas e che non ci sia alcun tipo di atteggiamento antisemita» e PiùEuropa che precisa che devono coesistere «la netta condanna non solo del folle operato di Netanyahu ma anche delle azioni di Hamas».
IL GIORNO SU CUI SI potrebbe convergere dovrebbe essere il 7 giugno, il sabato prima dei referendum sulla cittadinanza e sul lavoro. Ufficialmente la data sarebbe stata scelta anche «per fare anche da volano al raggiungimento del quorum» e «perché stanno morendo sempre più civili». Più probabile però che nella decisione abbia pesato la lontananza dall’altra piazza per la Palestina, già convocata.
IL PROSSIMO 21 GIUGNO a Roma alle ore 14 a Porta San Paolo si terrà la manifestazione nazionale “No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo”, nata dall’attivismo costante sulla questione palestinese di oltre 300 realtà tra reti, gruppi, organizzazioni politiche. Il corteo fa parte della campagna internazionale Stop Rearm Europe ed è stato indetto da Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Cgil, Anpi, Attac, Refugees welcome, Unione degli studenti, Transform Italia e Giuristi democratici, oltre alla comunità palestinese. Con il paradosso che fra gli aderenti si trovano anche Avs, Prc e M5S.
«La manifestazione nazionale nasce dalla costruzione di un lungo e ampio percorso di partecipazione dal basso e si svolgerà in occasione del vertice Nato a L’Aja, che in quei giorni deciderà i dettagli del piano di riarmo europeo – spiegano dalla rete- Obiettivo, fermare Israele, liberare Gaza e la Palestina, nell’ambito di una mobilitazione più ampia che punta a disarmare l’Europa». «Accogliamo con favore la volontà espressa da diverse forze politiche di promuovere una manifestazione contro il genocidio in corso da oltre un anno e mezzo – ha commentato Walter Massa, presidente nazionale Arci, dopo la proposta delle ultime ore del centrosinistra- Esprimiamo questa posizione senza retorica né polemiche, forti anche della nostra esperienza diretta: appena dieci giorni eravamo alle porte dell’inferno di Gaza».
UNA PIATTAFORMA chiara che però non calza perfettamente a tutti i partiti, sia per l’uso della parola genocidio che per la posizione netta contro il riarmo, indigeribile per alcuni partiti, come il Pd, che hanno votato a favore e che sono alle prese con una opposizione interna che è stata coriacea in questi mesi nel difendere a prescindere il governo Israeliano. Non sono passati neanche due mesi dalle polemiche intorno alla foto che l’europarlamentare dem Pina Picierno con una delegazione di Israel Defense and Security Forum (Idsf), molto vicino all’estrema destra messianica e razzista israeliana.
«Ben vengano anche due manifestazioni, purché il messaggio sia chiaro», dicono ora dalla Cgil, coinvolta in entrambi i fronti. Ma oltre al messaggio c’è anche il pulpito. La manifestazione delle opposizioni convergerebbe sulla proposta che l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha fatto dalle colonne del Corriere della Sera. Una testata che non ha avuto dubbi, in questi mesi, nel seguire la linea del governo israeliano. La «piattaforma ragionevole» di Veltroni contiene «la fine della guerra scatenata dal premier israeliano con l’obiettivo di annientare un popolo» e «la condanna più severa nei confronti dell’orrore di Hamas». Un «ma anche» provvidenziale che mette d’accordo il centrosinistra.
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