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Nel 2018 o, meglio, alle pros­sime poli­ti­che, un nuovo sog­getto di sini­stra ci sarà. Sta­volta la deci­sione sem­bra presa e l’impegno sot­to­scritto. Il tavolo della «cosa rossa», che nelle scorse set­ti­mane aveva sfio­rato il fal­li­mento, lunedì sera invece ha tro­vato la qua­dra e par­to­rito il testo di un accordo, un «pre­am­bolo» sulle prin­ci­pali que­stioni sul piatto.
La prima, appunto, la par­tenza imme­diata di un sog­getto «alter­na­tivo e auto­nomo» al Pd. Una par­tenza «non più pro­cra­sti­na­bile» di un pro­cesso costi­tuente demo­cra­tico «di sini­stra inno­va­tivo, uni­ta­rio, plu­rale, inclu­sivo, aperto alle ener­gie e ai con­flitti dei movi­menti dei lavo­ra­tori e delle lavo­ra­trici, dei movi­menti sociali, dell’ambientalismo, dei movi­menti delle donne, dei diritti civili, della cit­ta­di­nanza attiva, del cat­to­li­ce­simo sociale», ed «euro­peo» in quanto «parte di una sini­stra euro­pea anti­li­be­ri­sta, che, con cre­scente forza e nuove forme, sta lot­tando per cam­biare un qua­dro euro­peo insostenibile».
Nel testo si sciol­gono due nodi che fin qui ave­vano rischiato di por­tare allo stallo. Il primo è una que­stione di fondo, e cioè il cer­ti­fi­cato di morte del vec­chio ’cen­tro­si­ni­stra’: in Ita­lia quella sta­gione «è finita», dice il testo. Il secondo è la diretta con­se­guenza sulle pros­sime ammi­ni­stra­tive. Sel, il prin­ci­pale azio­ni­sta del nuovo sog­getto — in quanto a numeri, almeno — fin qui ha deciso di par­te­ci­pare alle pri­ma­rie mila­nesi, anche se i com­pa­gni

del ’tavolo rosso’ per lo più sono con­trari alle alleanze con il Pd. Ma nel capo­luogo lom­bardo la situa­zione è in alto mare, e la can­di­da­tura da più parti cal­deg­giata di Giu­seppe Sala potrebbe ria­prire la discus­sione. In ogni caso Sel oggi sot­to­scrive un docu­mento strin­gente e impe­gna­tivo su que­sto punto. Che dice che per la sca­denza delle ammi­ni­stra­tive «vogliamo lavo­rare alla rina­scita sociale, eco­no­mica e morale del ter­ri­to­rio, valu­tando in comune ovun­que la pos­si­bi­lità di indi­vi­duare can­di­dati, di costruire e di soste­nere liste nuove e par­te­ci­pate in grado di rac­co­gliere le migliori espe­rienze civi­che e dal basso e di rap­pre­sen­tare una forte pro­po­sta di governo locale in espli­cita discon­ti­nuità con le poli­ti­che dell’attuale ese­cu­tivo». Dove la parola «discon­ti­nuità» restringe fino allo zero i mar­gini per il soste­gno e l’alleanza con even­tuali can­di­dati del Pd, o con il Pd stesso (sce­na­rio che del resto si fa sem­pre più pro­ba­bile per la stessa Sel; ma non in tutte le città); ma del resto ogni scelta sarà sot­to­po­sta a una «valu­ta­zione comune».
Il 2016 sarà anche l’anno del refe­ren­dum sulla riforma costi­tu­zio­nale, che nel testo viene defi­nita «mano­mis­sione». Fra i primi impe­gni del nuovo sog­getto ci sarà la cam­pa­gna refe­ren­da­ria per il no e invece «il soste­gno alle cam­pa­gna refe­ren­da­rie in via di defi­ni­zione con­tro le leggi appro­vate in que­sti due anni». Pace fatta, cosa rossa in fase di avvio, dun­que. sta­volta per dav­vero. Gio­vedì l’ultima riu­nione dovrebbe rac­co­gliere le firme di tutte le dele­ga­zioni pre­senti al tavolo: Sel, Prc, L’Altra Europa per Tsi­pras, Futuro a sini­stra (Fas­sina), Cof­fe­rati, Act e altre sigle di movi­mento. Anche i rap­pre­sen­tanti di Pos­si­bile e di Civati hanno dato il loro ok. Gio­vedì sarà anche il giorno della defi­ni­zione della road map: una prima assem­blea pro­ba­bil­mente a gen­naio, una carta dei valori, l’avvio di una «Caro­vana dell’Alternativa» per il pro­gramma «in un cam­mino par­te­ci­pato». E se tutto va bene entro l’autunno 2016, cioè fra un anno, la fine della start up e la nascita uffi­ciale del sog­getto della sini­stra. d.p.