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Padoan, il ministro, vuole che la Corte costituzionale tenga conto della compatibilità fra la Costituzione e le esigenze che il pensiero neoliberista vuole imporre all’Europa e all’Italia. Insomma il patto di stabilità vale più dei diritti costituzionali (gli art. 36 e 38 richiamati dalla Corte cost.)! E adesso pretende anche un coordinamento fra organi costituzionali: insomma che la Corte chieda al governo se è d’accordo nel dichiarare incostituzionali i decreti legge del governo stesso.
…. “Che la Corte Costituzionale sostiene di non dover fare valutazioni economiche sulle conseguenze dei suoi provvedimenti e che non c’era una stima dell’impatto, che non era chiaro il costo. Ora, non so chi avrebbe dovuto quantificarlo, ma rilevo che in un dialogo di cooperazione tra organi dello stato indipendenti, come governo, Corte, ministri e Avvocatura sarebbe stata opportuna la massima condivisione dell’informazione.”….
In realtà ognuno deve fare il suo mestiere: la Corte, che già in passato con due sentenze aveva richiamato Governo e Parlamento al rispetto del principio della perequazione delle pensioni, abroga (non “interpreta” e non può modificare) leggi e decreti.
Il governo (come ha fatto), e poi il Parlamento entro 60 giorni legifera con norma retroattiva come modificare il meccanismo di rivalutazione delle pensioni in modo da renderlo conforme ai criteri stabiliti dalla sentenza. In tale occasione deve tener conto delle compatibilità di bilancio e può, come sarebbe stato giusto, redistribuire anche su altri tipi di reddito gli oneri della restituzione del mal tolto, o, come ha fatto, continuare a rimescolare all’interno della categoria dei pensionati, limitando il rimborso ad un’elemosina.
Ma che formazione giuridica e politica ha il suddetto osannato Padoan: J.P.Morgan o Licio Gelli?
Perfino il capo, ipocritamente, lo corregge.