Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

Il 10 dicembre di settant’anni fa veniva approvata la Dichiarazione universale dei diritti umani, che indica nel rispetto degli uguali diritti di ogni essere umano il fondamento di un mondo libero, giusto e in pace.
La Dichiarazione stabilisce eguaglianza e dignità di ogni essere umano e pone in capo a ogni stato il dovere centrale di garantire a tutti di godere dei propri inalienabili diritti e libertà. A oggi, non uno degli stati firmatari ha riconosciuto ai cittadini i diritti che si era impegnato a promuovere.
Nel nostro paese, la negazione nella pratica di questi diritti sta facilitando la diffusione di nuove forme di razzismo, la solidarietà è considerata reato, l’odio per il diverso prevale sullo spirito di fratellanza, l’aiuto viene tacciato di buonismo.
Oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione e che la retorica della paura sta cercando di smantellare.
Per questa occasione a Faenza si terranno vari incontri e momenti di sensibilizzazione:
- Martedì 4 12 2018 alle ore 20,30 - Incontro Pubblico Circolo Arci Prometeo Via Pasolini 6 Faenza. Accoglienza ai migranti e lavoro sociale ,l’esperienza a Gioiosa Ionica : SPRAR- Corridoi umanitari . Cooperazione sociale. Interviene Maurizio Zavaglia, Presidente Cooperativa Nelson Mandela e consigliere comunale di Gioiosa Jonica, da anni impegnato in percorsi di economia sociale e per la difesa dei diritti Sono invitati a partecipare: Cittadini, Consulta delle Cittadine e dei Cittadini stranieri comune di Faenza, Amministratori e Consiglieri comune di Faenza ,Operatori sociali impegnati nell’accoglienza e per creazione di opportunità lavorative solidali.
- Lunedì 10 12 2018 ore 12 ,00 minuto di silenzio , in ogni luogo.
- Lunedì 10 12 2018 ore 18,00 gazebo in Piazza del Popolo (di fronte alla scalinata del comune) a Faenza.
per leggere i 30 punti fondanti della dichiarazione ,svolgere brevi interventi e testimonianze.
- Lunedì 10 12 2018 ore 19,30 AZIONE SINTETICA PER I DIRITTI UNIVERSALI SENZA CONFINI, laboratorio partecipato del Teatro Due Mondi.
- Lunedì 10 12 2018 ore 20,45 incontro pubblico organizzato da Diocesi “ Siamo Sicuri “ Aula 4 complesso Salesiani.
- Martedì 01 01 2019 ore 15,30 alle 18,00 . La buona politica è al servizio della pace , MARCIA DELLA  PACE  con partenza da via Zaccagnini. A conclusione Messa in Duomo.


A Faenza le associazioni locali aderiscono alla campagna  "Diritti a testa alta” promossa a livello nazionale da :
ActionAid, Amnesty International Italia, Caritas, EMERGENCY, Oxfam, Tavola della Pace .

Ciao a tutti!! è finalmente partito il progetto Disimballiamoci, dopo 2 anni e mezzo di elefantiaca gestazione...che faticaccia...ma ce l'abbiamo fatta!!! ora bisogna diffonderlo e trovare esercenti interessati... Sconto sulla Tari fino al 15% per negozi, bar, gelaterie che riducono i rifiuti con acqua alla spina, vuoto a rendere, sfuso, zuccheriere... Se conoscete commercianti interessati al progetto, (bar, ristoranti, gelaterie) diffondete la voce!!

Gli esercenti interessati a presentare domanda di adesione sono invitati a presentare apposita domanda, secondo ilmodello scaricabile , entro il 15 dicembre o 31 maggio.

se avete dubbi fatemi sapere....Grazie a tutti

Linda 

http://www.comune.faenza.ra.it/Amministrazione/Bandi-ed-avvisi-diversi/Presentazione-domande-per-l-adesione-all-iniziativa-Disimballiam

 

DISIMBALLIAMOCI, il progetto per la riduzione dei rifiuti avviato con  un Ordine del Consiglio Comunale di Faenza nel maggio del 2016

In occasione della prossima seduta del Consiglio comunale, prevista per giovedì 29 novembre, presenterò la seguente interpellanza:

Signor Sindaco,

Le dimissioni del dottor Maurizio Fontana, direttore dell’Unità operativa di ortopedia, costituiscono per chi voglia intendere un altro campanello d’allarme per il nostro ospedale. La sanità pubblica nel faentino perde un professionista di valore, un medico stimato che ha contribuito in misura determinante, con l’ equipe dei suoi collaboratori, a portare ad un livello d’eccellenza la chirurgia ortopedica, in particolare quella dell’arto superiore, introducendo tecniche mini invasive per la ricostruzione legamentosa.

In passato la frattura del gomito poteva portare all’ invalidità permanente anche in pazienti in giovane età. Oggi non più.

Com’ è naturale che accada, un reparto ospedaliero che acquista notorietà e buona reputazione richiama utenti da altri territori. La mole di attività aumenta, si rende quindi necessario un adeguamento degli organici per evitare che si allunghino le liste d’attesa e per mantenere elevati gli standard operativi senza gravare di abnormi carichi di lavoro i medici e il personale paramedico.

Le ripetute richieste in tal senso del dott. Fontana non hanno trovato ascolto. I vertici dell’Azienda Usl Romagna hanno risposto di “aver provveduto da qualche tempo all’ implementazione dell’ equipe ortopedica con l’attività di quattro neurochirurghi”. Si parla di medici che praticano ambulatorio e chirurgia del sistema nervoso periferico, vale a dire in un campo a parte rispetto all’ ortopedia. Non è questa la risposta adeguata alle necessità.

La forza politica che rappresento l’ha già affermato più volte: è necessario che la politica – e il sindaco il prima persona – si riappropri compiutamente delle questioni sanitarie, non subisca le decisioni prese da manager che badano più ai bilanci che ai bisogni e ai diritti dei cittadini.

Il Consiglio comunale nel recente passato ha votato all’ unanimità un OdG, presentato da L’Altra Faenza e dal Pd, in cui si chiedeva di dar vita ad un ospedale di 1º livello – con tutto ciò che questo comporta in termini di reparti, specialistiche, personale, dotazioni strumentali e investimenti – articolato su Faenza e Lugo, vale a dire con un bacino d’utenza di oltre 180 mila persone.

A che punto siamo? Quali azioni sono state promosse in quella direzione? Perdere in questo modo un professionista come il dott. Fontana non costituisce forse un segnale che va in direzione opposta e un altro fattore di impoverimento del nostro ospedale?

Edward J. Necki

Consigliere de L’Altra Faenza

 

da "Il Fatto Quotidiano" del 15 novembre 2018
Tomaso Montanari (presidente dell'associazione Libertà e Giustizia) commenta l'articolo di Ezio Mauro apparso su Repubblica del 11.11 (Il nuovo civismo senza odio).

Come stanno le cose sul Tav lo sa benissimo chi, oltre a difenderla, la poca stampa libera la legge anche. Una grande opera la cui necessità è “smentita dai fatti”, per citare le parole del commissario dell’ Osservatorio sul Tav (che non è una istituzione terza, ma un’ emanazione dell’ opera).
Un’ opera fuori tempo, che serve solo a chi la costruisce. Un’ opera insostenibile sul piano ambientale, e su quello democratico. Un’ opera che ha condotto lo Stato a imporre una sorta di stato d’ assedio su una parte del proprio territorio (la Val di Susa) sollevando una gigantesca questione democratica in cui tutti i nodi sono venuti al pettine: dall’ arretramento di un sindacato incapace di vedere il nesso tra il lavoro e i diritti della persona, ai drammatici limiti della libertà di espressione (il caso Erri De Luca, la condanna per le tesi di laurea ‘no Tav’). Un importante libro di Wu Ming 1 (Un viaggio che non promettiamo breve.Venticinque anni di lotte No Tav, Einaudi 2016) ha spiegato come la battaglia No Tav sia diventata una dei cruciali laboratori per qualunque sinistra possibile in un’ Italia di fatto senza sinistra parlamentare.
Ora, è su questo punto che il discorso pubblico sulla manifestazione torinese di sabato scorso ha consumato l’ ultima, simbolica, svolta. Mostrando in modo davvero definitivo che un importante blocco di opinione (quello, per intendersi, che si riconosce nelle posizioni di Repubblica) non intende superare, archiviare, criticare davvero le scelte strategiche della lunga stagione del centrosinistra. Una lunga stagione suicida.
Straordinariamente esplicito Ezio Mauro: per il quale il “papa straniero” capace di risollevare la sinistra potrebbe arrivare proprio dalla piazza delle madamine torinesi. Una piazza per nulla civica, e invece dominata dal blocco di partiti che hanno governato il Piemonte e l’ Italia degli ultimi decenni: Pd, Forza Italia, Lega. Il sistema, e in particolare il Sistema Torino: come certifica il sostegno militante del giornale della Fiat. Una piazza autoselezionatasi non attraverso una conoscenza del Tav (come dichiarato candidamente da una delle promotrici), ma invece per censo e in base alle convenienze professionali. Una piazza di destra, come ha spiegato in modo cristallino Angelo D’ Orsi per MicroMega. Una piazza che ha avuto dunque almeno il merito di riportare in superficie il conflitto sociale: quello eterno, tra i pochi ricchi e i molti poveri. L’idea che in questo conflitto la sinistra debba schierarsi è sacrosanto: che debba farlo dalla parte della destra è allucinante. Ma non sorprendente.
Perché si possono dare due spiegazioni opposte del declino della sinistra. La prima è che, dopo il 1989, la


Una giornata di confronto e condivisione per dare avvio alla costituzione di #unpartitodisinistra. L’Assemblea autoconvocata dei Comitati di Liberi e Uguali, che si è svolta sabato 24 novembre a Roma, presso il teatro Ghione, ha decretato l’inizio di una nuova stagione politica.

Grazie gli interventi dei rappresentanti dei Comitati aderenti alla Rete nazionale, dei parlamentari presenti, dei componenti del Comitato Promotore Nazionale e del Presidente Pietro Grasso, è stato possibile tracciare la rotta del percorso politico che porterà al Congresso della prossima primavera.
Ecco il documento finale dell’Assemblea.

La Rete dei Comitati Promotori territoriali di Liberi e Uguali, sulla scorta del dibattito odierno, sentiti gli interventi dei rappresentanti dei Comitati aderenti alla Rete, dei parlamentari presenti, dei componenti del Comitato Promotore Nazionale e del Presidente Pietro Grasso, condivide le conclusioni di Pietro Grasso;  in particolare:

ritiene che, nello spirito della lista Liberi e Uguali, il processo costituente di un soggetto politico di sinistra debba concretizzarsi tramite l’insediamento di un organo collegiale fondativo formato da delegati territoriali eletti proporzionalmente alla consistenza elettorale alle ultime elezioni politiche, includa i parlamentari e i componenti del CPN che condividono il percorso e valorizzi il contributo della Rete dei Comitati promotori territoriali;
Compito di questo organo collegiale sarà la definizione del manifesto fondativo e la definizione delle regole per lo svolgimento del congresso;

ritiene che il percorso fondativo debba necessariamente concludersi con un Congresso;

ritiene fondamentale promuovere sin da oggi l’adesione e la partecipazione di militanti e cittadini in maniera trasparente e certificata al percorso fondativo, attraverso la piattaforma unpartitodisinistra.it;

ritiene non più rinviabile aprire una stagione di dibattito sul Manifesto dei principi contestualmente alla promozione e alla nascita di Comitati ad ogni livello territoriale e alla organizzazione di assemblee tematiche per garantire un confronto approfondito tra noi e con tanti soggetti sociali che elaborano proposte per rispondere ai bisogni del paese;
ritiene necessario nel contempo lanciare una campagna politica insieme al gruppo parlamentare di contrasto alle politiche del governo giallo verde;

chiede perciò al Presidente Grasso, riconoscendogli il ruolo di garante fin qui svolto, e ai parlamentari che hanno confermato o confermeranno la propria volontà di proseguire il percorso comune, di proporre regole chiare con l’obiettivo di aprire ufficialmente a gennaio 2019 il processo costituente e celebrare il congresso prima delle elezioni europee, insieme a tutte quelle forze che nel frattempo avranno scelto di partecipare alla costruzione del nuovo soggetto;

ribadisce infine il proprio impegno ad essere parte attiva del percorso, innanzi tutto promuovendo la nascita dei Comitati territoriali.

A tal fine raccogliendo le numerose disponibilità di comitati che hanno chiesto di aderire e partecipare a questa rete, confermiamo e rilanciamo la nostra iniziativa dando vita ad un nuovo coordinamento nazionale dei comitati, e ad coordinamento ristretto costituito dai rappresentanti degli stessi individuati su base regionale per accompagnare il percorso fino all’insediamento della assemblea fondativa.

Il documento è consultabile anche in formato pdf cliccando qui.

NOI SIAMO CHIESA

Comunicato stampa

Sempre niente di niente dai nostri vescovi sulla pedofilia del clero. Solo belle parole. Fino a quando questa difesa dell’istituzione?

Avevamo chiesto cose precise, ragionevoli e di buon senso per la tanto attesa assemblea straordinaria dei vescovi conclusasi oggi, il cui punto veramente più importante all’ordine del giorno era quello della pedofilia del clero, essendo le questioni relative al Messale Romano e alla traduzione del Padre Nostro già praticamente decise. Si trattava di prendere atto della gravità della situazione anche in Italia, di esprimere un pentimento collettivo per la prassi diffusa di proteggere il prete pedofilo, di organizzare atti penitenziali importanti, di istituire una struttura di indagine per il passato e di monitoraggio per l’oggi (come fatto da altri episcopati), di modificare le Linee Guida del 2012 (corrette nel 2014) che i vescovi si erano date, prevedendo l’obbligo di denuncia alla magistratura del prete pedofilo, l’istituzione di un’autorità indipendente in ogni diocesi che accogliesse e ascoltasse le vittime che poi avrebbero dovuto essere supportate in ogni modo. 

Il documento conclusivo, diffuso oggi, parla genericamente di “priorità ai ragazzi feriti e alle loro famiglie”. Poi più niente. Nessun intervento di quelli ipotizzabili come urgenti e necessari è stato deciso. Ci sono un po’ di buone intenzioni che appaiono solo belle parole alla luce della gravità del problema e della situazione. Il Card. Bassetti aveva detto che sarebbero state modificate le Linee Guida, che fanno acqua da tutte le parti. Invece tutto è stato rinviato alla prossima primavera. La Commissione ad hoc (di cui si sa ben poco), presieduta dal vescovo di Ravenna Mons. Lorenzo Ghizzoni, non ha concluso niente di significativo, a quanto sembra. Ma più si prende tempo, più la situazione peggiora e la credibilità su questa questione dell’episcopato diminuisce. C’è ancora chi pensa che la questione nel nostro paese sia sopravalutata o che sia la conseguenza di un attacco dei “laicisti”? Oppure non c’è accordo se e come rovesciare veramente le prassi che hanno protetto il sistema clericale per troppo tempo? Troppi vescovi si sentono coinvolti direttamente e temono di dover aprire gli archivi? L’esempio di quanto hanno cercato di fare molti altri episcopati è stato ignorato.

È stato istituito un “Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili” con scopi di formazione, prevenzione e consulenza a disposizione dei vescovi. Si è anche deciso di trovare referenti in ogni diocesi per un percorso di formazione sul problema. Sono interventi d’apparato che potranno forse avere efficacia sui tempi lunghi, ma che hanno ben poco a che fare col problema vero, quello dei fatti di ieri e di oggi, quello della confessione collettiva del peccato, quello del venire incontro con azioni concrete di ascolto e di riconoscimento dell’ingiustizia subita nei confronti di chi ha sofferto, magari in un lontano passato, per le violenze subite. E poi chi parteciperà a queste due iniziative? Le vittime saranno ascoltate? Abbiamo detto che senza una determinante partecipazione femminile si può fare del tutto a meno di interventi a livello centrale o diocesano di ogni tipo. Se non si rovescia la mentalità maschilista che trasuda da tutti i pori delle strutture della nostra Chiesa non se ne viene fuori soprattutto su problemi così delicati. E poi i tanti bravi preti, che sono in difficoltà per i comportamenti di certi loro confratelli e di molti dei loro vescovi, dovrebbero alzare la voce.

Roma, 15 novembre 2018                                     NOI SIAMO CHIESA

Via N. Benino 3 - 00122 Roma

Via Soperga 36 - 20127 Milano

www.noisiamochiesa.org

tel. 022664753 - cell. 3331309765 - email: vi.bel@iol.i