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Servono progetti ben fatti ma no a veti a priori

Legambiente interviene nel dibattito scaturito sulla proposta di impianto eolico al largo di Rimini

Non si rinunci a questa tecnologia essenziale per combattere il cambiamento climatico

 Cos'è l'eolico offshore. L'energia del vento da turbine in mare ...

Se non si interviene con urgenza sul clima, anche le spiagge dell'Emilia Romagna rischiano di scomparire, e con esse anche l'economia turistica. Per questo, secondo Legambiente, occorre aprire la riflessione su tutte le tecnologie di energie rinnovabili possibili sul territorio, a cominciare dall'eolico off-shore.

Inoltre, in vista dell’ormai necessario programma di decommissioning delle piattaforme estrattive inattive e vista la crisi del settore Oil and Gas affiancata dalle esigenze imposte dalla Crisi Climatica, è quanto mai necessario progettare il futuro del settore energetico dell’Alto Adriatico, riconvertendo aziende e lavoratori.

Queste le premesse da cui partire rispetto alla proposta di progetto su cui si è acceso il dibattito e relativa ad un parco eolico davanti alle coste di Rimini.

L'impianto, costituito da 59 aereogeneratori, verrebbe installato dai 10 ai 22 km dalla costa riminese per una produzione complessiva di 330 mega voltampere all’ora.

Secondo l’Associazione, la proposta di eolico offshore potrebbe essere un elemento importante per il settore energetico del territorio, oltretutto facilitato dalla caratteristiche del fondale del mar Adriatico che consente di installare gli impianti anche a distanze dalla costa considerevoli, oltre alle caratteristiche di ventosità che se è vero non essere delle più rilevanti, qualitativamente però risulta avere caratteristiche di direzionabilità quindi costanti.

Già l’anno scorso in occasione della tappa a Rimini di Goletta Verde Legambiente ha presentato delle proprie proposte per la riconversione del settore estrattivo e la possibilità di sviluppo di un parco eolico da parte di alcuni attori del settore, era stata accolta positivamente. Vedi il dossier scaricabile al LINK.

“L’Emergenza Climatica ci deve portare a fare i conti con la necessità di incrementare rapidamente la quota di rinnovabile per far fronte agli obiettivi europei, nazionali e regionali sul taglio delle emissioni climalteranti. Ben vengano proposte per la realizzazione di impianti rinnovabili purché si facciano tutte le necessarie considerazioni in questo caso sugli impatti relativi al paesaggio ed all’ecosistema marino anche in relazione ad impianti estrattivi presenti nelle aree limitrofe”.

A questo proposito, Legambiente monitorerà la fase di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto e se necessario riporterà le proprie osservazioni e considerazioni.

“Non dimentichiamoci comunque, che rispetto alle attività di estrazione di idrocarburi la pressione antropica di un parco eolico è ben differente, oltre ad avere impatti positivi sugli obiettivi climatici. Oltretutto ci contraddistinguerebbe positivamente parallelamente alle altre realtà virtuose del Nord Europa.”

L’Associazione conclude quindi invitando a non costruire un fronte di contrarietà netta rispetto a questo genere di progetti, ma piuttosto una apertura a valutare con oggettività i limiti e le opzioni di miglioramento per ridurre le criticità ambientali conseguenti. Nella speranza di avere più parchi eolici “fatti bene” nei nostri mari e meno piattaforme estrattive.

 

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Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
Fax: 051-0390796

E-mail: ufficiostampa@ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web: www.legambiente.emiliaromagna.it

 Che cos'è la mobilità sostenibile, una definizione

Il necessario “distanziamento sociale” impone a tutti nuovi comportamenti, anche nei modi di muoversi e di vivere la città. Da qui il timore verso l'utilizzo di mezzi pubblici ed il rischio che si tenda maggiormente all'uso individuale dell'auto privata, per maggiori spostamenti verso le zone centrali, mentre l'emergenza sanitaria ci dice che serve più spazio nelle città, anche per l'attività dei negozi e dei locali pubblici.

Bisognerà ripensare anche gli orari della città, dell'apertura dei servizi, degli orari di lavoro, per evitare congestione e traffico nelle ore di punta, coinvolgendo i cittadini, le associazioni di categoria, le Organizzazioni Sindacali.

Per questo è bene che i trasporti pubblici, su gomma e su ferro, svolgano una funzione ancora più importante, che le imprese che gestiscono tali servizi non subiscano il peso delle restrizioni impartite dall'attuale emergenza sanitaria e non tendano a compensare le relative perdite economiche con una riduzione delle corse e/o aumento dei costi a carico degli utenti.

Pensiamo che a livello locale sia necessario valorizzare, ed eventualmente implementare, i servizi navetta (esempio Green Go Bus), il trasporto scolastico e quello degli autobus, con la possibilità di mettere maggiormente a sistema i servizi a livello territoriale dell'Unione dei Comuni, forniti da pullman e rete ferroviaria: dalla tratta Firenze – Faenza – Ravenna, ai collegamenti possibili dalla stazione di Castel Bolognese.

In questo contesto l'uso della bicicletta, che già fa parte delle tradizionali abitudini di chi vive nel nostro territorio, è parte importante di un sistema combinato per una mobilità di prossimità, necessaria per garantire spostamenti per brevi distanze.

Per questo sono importanti le prime iniziative per il rilancio della mobilità ciclabile, come l'installazione già avvenuta di postazioni di gonfiaggio per le bici e la campagna #andràtuttinbici, ideata dalla Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna, rilanciata a Faenza da Legambiente, FIAB e dai ragazzi dei Fridays For Future.

Per estendere il più possibile nei centri abitati la mobilità dolce (bicicletta, micro-mobilità elettrica, oltre che a piedi) sono però necessarie misure immediate per aumentare percorsi ciclabili, anche temporanei; ridurre la velocità le auto in alcune zone; promuovere un uso più agevole delle biciclette pubbliche condivise, (in prospettiva da estendere anche ad altri mezzi, auto elettriche, e-bike, scooter elettrici e monopattini); oltre che avviare la sperimentazione del progetto Bike to Work, (già approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale di Faenza) che prevede incentivi per chi sceglie di recarsi al lavoro in bicicletta.

Per questi interventi, sia da parte del Governo che della Regione, sono previsti contributi per le Amministrazioni Pubbliche e incentivi per gli abbonamenti ai mezzi pubblici e all'acquisto di biciclette e mezzi analoghi per i cittadini, queste opportunità vanno assolutamente colte subito.

Sarà il modo migliore per affrontare l'uscita dall'emergenza, non guardando al passato, ma per implementare le misure che dovranno essere previste nel futuro Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS), sul quale ci riserviamo di inviare le nostre osservazioni.

Noi, che ci siamo già occupati di queste tematiche in tempi normali, a maggior ragione oggi chiediamo che le Amministrazioni locali prendano misure coerenti e promuovano comportamenti sostenibili, affinché “la ripartenza” sia aiutata da una politica nuova e diversa da prima.

Faenza, 4 giugno 2020

L’ALTRA FAENZA; ARTICOLO UNO FAENZA; MOVIMENTO 5 STELLE; VERDI EUROPA; PSI FAENZA

 

Dichiarazione congiunta delle segreterie generali di Fp-Cgil; Cisl-Fp; Uil Fpl dell’Emilia Romagna su sistema sanitario regionale

Circolano ipotesi per recuperare le prestazioni non erogate durante l’emergenza COVID 19 attraverso il coinvolgimento del privato convenzionato e accreditato, anche non convenzionato. Questo anche in relazione alla riduzione dei posti letto della sanità pubblica nell’area metropolitana di Bologna che devono essere oggetto di confronto approfondito con la conferenza socio sanitaria territoriale, come già evidenziato da CGIL, CISL e UIL.

Riteniamo assolutamente negativa, in questo momento, qualsiasi ipotesi di ulteriore collaborazione con la sanità privata, visto il trattamento che queste Aziende stanno riservando ai loro dipendenti. Sono Aziende che non rinnovano il contratto collettivo nazionale di lavoro da 14 anni, sottraendosi ad un confronto già concluso con la scusa dell’emergenza e cercando di avvantaggiarsi indebitamente per acquisire un ulteriore spazio e peso nel nostro sistema sanitario. 

Riteniamo assolutamente negativa, in questo momento, qualsiasi ipotesi di ulteriore collaborazione con la sanità privata, visto il trattamento che queste Aziende stanno riservando ai loro dipendenti. Sono Aziende che non rinnovano il contratto collettivo nazionale di lavoro da 14 anni, sottraendosi ad un confronto già concluso con la scusa dell’emergenza e cercando di avvantaggiarsi indebitamente per acquisire un ulteriore spazio e peso nel nostro sistema sanitario. 

E’ ora di dire basta! Le Aziende della sanità privata rinnovino il Contratto Nazionale di Lavoro, senza se e senza ma, riconoscendo ai propri lavoratori il medesimo livello economico dei loro colleghi che lavorano nel pubblico.

La sanità privata deve dimostrare che oltre al profitto ha a cuore i propri dipendenti, deve dimostrare che vuole essere un soggetto che vuole collaborare e non scardinare il sistema pubblico. E questo lo si fa con i fatti.

Ribadiamo dunque il nostro appello: senza il rinnovo del Contratto Nazionale la Regione del Patto per il Lavoro, l’Emilia – Romagna, non può cedere parte della sanità pubblica, anche temporaneamente, a chi si sta dimostrando insensibile da 14 anni ai legittimi diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.  Non si danno risposte ai cittadini peggiorando le condizioni del lavoro».

Bologna, 27 maggio 2020

 



l progetto di iniziare un hub di discussione e comunicazione tra cittadini e associazioni e’ nato in seguito al successo che ha avuto l’appello “Basta con gli agguati!” pubblicato il primo maggio su Il Manifesto e il giorno successivo su Strisciarossa.

L’appello ha avuto 20.000 firme in pochissimi giorni. Questa intensita’ e quantita’ ci hanno convinti — Antonio Floridia, Alfio Mastropaolo, Manuel Anselmi, Giuliana Sias ed io — che vi era un’esigenza di “parola” e di “partecipazione”, di rispondere a chi come cittadino ha potere formale ma con scarsa o nulla potenza espressiva.

Il nostro obiettivo con questo hub e’ di essere uno spazio di discussione sui temi piu’ pressanti e importanti nel tempo post-Covid. Se i pochi potenti hanno un enorme potere di voce — con leader politici schierati e con media acquisiti– i cittadini hanno grande numero ma scarsissima intensita’ di voce.

Non e’ pensabile che solo le maree in piazza siano la nostra voce; noi vogliamo discutere e partecipare alle decisioni con la nostra opinione ragionata, e lo vogliamo fare da protagonisti, non da cittadini di serie B.

E’ questa la ragione che muove Tempocomune.org — rifiutando di ridurre la politica a caciare da talk-show, esercizi spesso offensivi della ragione e della dignita’ di cittadinanza.

VIVA LA REPUBBLICA, DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA, FONDATA SUL LAVORO

 
 

PERCHÈ TEMPO COMUNE

Perché più che mai questo è un tempo in cui dovremo affrontare insieme i problemi comuni del nostro futuro

Perché dovremo mettere in comune idee, ragioni e valori al servizio di un progetto di giustizia sociale

Perché viviamo e vivremo un tempo in cui sarà più che mai necessario che tutti apprendano a “far politica”

Perché è più che mai necessario uno spazio plurale, in cui discutere, conoscere, confrontare idee diverse 

Perchè vogliamo vivere il conflitto politico con un linguaggio fatto di rispetto e riconoscimento reciproco

Tre manifesti come premessa ad alcune proposte per migliorare la mobilità e i luoghi

 

Lo sfondo giallo si fa notare, così come attira l’attenzione il messaggio diretto che invita a usare la bicicletta come mezzo per minimizzare le occasioni di contagio: “Installa l’antivirus” – “Dai Aria” – “Dagli dei metri” e per tutte le creatività il claim “Scegli la bici!”. Sono questi i tre slogan della campagna di comunicazione #andràtuttinbici che campeggiano a Faenza.

Tre diversi manifesti per le strade di Faenza invitano ad usare la bici nella Fase 2.

 

#andràtuttinbici è un’iniziativa promossa dalla Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna, che a Faenza è stata riproposta da Legambiente, FIAB e dai ragazzi dei Fridays For Future, per raccontare i vantaggi della mobilità attiva post Coronavirus, per dare più spazio a ciclisti e pedoni per migliorare la vivibilità e la qualità dei luoghi.

 

Nell'attuale e prolungata emergenza, questo è l'obiettivo primario per conciliare rispetto della distanza fisica tra le persone e accessibilità dello spazio pubblico - evitando il pericolo che in questa situazione si usi ancor di più l'auto privata - e la bicicletta è l'unico mezzo di trasporto che permette di far muovere più persone contemporaneamente, occupando meno spazio, pur mantenendo la distanza fisica.

Dare più spazio ad una mobilità leggera è quindi una necessità anche a Faenza, e al contempo permetterebbe di risolvere alcune criticità esistenti.

L'emergenza impone tempi brevi per la realizzazione di interventi semplici e dai costi ridottissimi, come corsie disegnate, vasi con piante, tavolini per dare più spazio alle attività commerciali e favorire la socialità.

Per questo presenteremo una serie di proposte articolate all'Amministrazione Comunale: per estendere percorsi ciclabili, anche temporanei; istituire zone a velocità più bassa per le auto, per rendere più sicuro nel centro abitato una mobilità dolce (oltre che a piedi, in bici, muscolari e a pedalata assistita, monopattini elettrici, ecc.); inoltre, potrebbe essere avviato il rinnovo del parco - e delle regole - per le biciclette pubbliche condivise e la sperimentazione del progetto Bike to Work, che prevede incentivi per chi sceglie di recarsi al lavoro in bicicletta.

Per tutti questi interventi, sia il “Decreto rilancio” del Governo, che una specifica delibera della Regione Emilia-Romagna, prevedono una precisa regolamentazione e la possibilità di contributi per le Amministrazioni Pubbliche e incentivi per l'acquisto di biciclette e mezzi analoghi. E' assolutamente necessario che le Amministrazioni utilizzino e promuovano tutte queste opportunità, dando tutte le informazioni necessarie ai cittadini.

Nell'attesa del futuro PUMS, in centro storico è possibile migliorare accessibilità e attrattività dei luoghi pur mantenendo l'attuale viabilità; occorrono però alcuni correttivi per garantire sicurezza e fruibilità degli spazi stretti.



Faenza, 28 maggio 2020

Circolo Legambiente “Lamone” - Faenza

Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) - Faenza

Fridays For Future - Faenza

 

 

 

Dichiarazione di Alfiero Grandi, vice presidente Comitato per il No al taglio del Parlamento

Il Governo insiste sulle forzature per quanto riguarda la data delle elezioni. Le Regionali e il rinnovo delle Amministrazioni comunali non possono coincidere con il voto sul referendum costituzionale relativi al taglio del parlamento.

Votare il 13 settembre, inoltre, vuol dire non avere il tempo materiale per fare la campagna elettorale, tanto più se gli argomenti saranno così diversi: costituzionali, regionali, locali.

Per di più il Governo sembra non ricordare che il 2 giugno è la Festa della Repubblica, quindi della Costituzione, e sembra sottovalutare la rilevanza della decisione sul taglio del parlamento che è architrave del nostro assetto costituzionale e che tutti dovrebbero avere interesse a rendere chiara nelle motivazioni, sia pro che contro.

Il Governo si era impegnato ad un confronto preventivo con i Comitati per il No, che lo avevano chiesto, prima di prendere decisioni. Lo aveva affermato il Presidente Conte. Ora si apprende che in parlamento il Governo sta puntando a far votare tutto insieme il 13 settembre, convocando un election day.

Con questa scelta l'importanza della decisione su una modifica costituzionale viene sminuita e dovrebbe provocare una reazione negativa da parte degli stessi promotori del taglio del parlamento che invece preferiscono evidentemente adeguarsi alle forzature che il governo sta tentando. La stessa motivazione della pandemia è usata in modo strumentale visto che siamo pronti ad avanzare soluzioni alternative ragionevoli.

Chiediamo quindi al governo di fermarsi e di confrontarsi con i promotori del referendum e con i comitati per il No, essendo del tutto evidente che la ragione del No nel referendum si basa sull’importante considerazione che il taglio dei parlamentari rappresenti un intervento pesantemente negativo sull'assetto costituzionale, con conseguenze sull'equilibrio dei poteri e sulla stessa elezione del Presidente della Repubblica.

Ci auguriamo che il Parlamento corregga quest’orientamento del governo.

 

Roma, 22 maggio 2020