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Crediamo sia necessaria una riflessione circa quanto sta accadendo relativamente alla collocazione dell’istituenda casa della salute da parte della AUSL Romagna a Faenza, nei locali del Centro commerciale Filanda.
Nel premettere che la realizzazione della Casa della Salute è certamente auspicabile, ci poniamo alcuni interrogativi:

  • si afferma che l’operazione è a costo zero in quanto l’affitto dei locali (si parla di 80.000 euro annui) è interamente coperto dalla disdetta di affitto di pari importo che l’AUSL pagava alla ASP (che ospitava i servizi ex SIMAP-SERT da collocare, sembra, in via Zaccagnini). Questa affermazione è solo in parte veritiera,

    infatti è vero che è a costo zero per il bilancio Ausl, ma non per il cittadino, perché i soldi pagati sono soldi pubblici che prima erano versati a un Ente pubblico, che per legge doveva rinvestire in finanziamento a servizi sociali e ora saranno 80000 euro tolti ai già scarsi bilanci dei servizi sociali, pagandoli a un Privato;

  • se era necessario il trasferimento dei servizi o la creazione della casa della salute perché non si è pensato di utilizzare locali vuoti all’interno dell’area ospedaliera (edificio ospedaliero o palazzine), o, in alternativa, edifici di proprietà pubblica scarsamente o per niente utilizzati, considerando che le spese eventualmente sostenute per la messa a norma avrebbero rappresentato comunque una manutenzione necessaria per edificio di proprietà pubblica e ne sarebbe aumentato il valore.

  • Da recenti notizie di stampa si parla di avvio di procedure di acquisto o di non chiaro intervento oneroso da parte AUSL: un po’ di chiarezza e trasparenza non guasterebbe, trattandosi di denaro di tutti;

  • Ma si tratta proprio solo di Casa della Salute? Sembra che nella Filanda vengano trasferiti tutti i servizi di Cure Primarie (Medicina di Base, Consultorio Familiare, …) attualmente collocati in via Zaccagnini, nonché quelli attualmente nella Palazzina 13 dell’Ospedale (prelievi di sangue a libero accesso …). Servizi che sono a disposizione di tutti i cittadini di Faenza e dintorni e per poterne usufruire ci si dovrà recare un domani al di là della ferrovia: si è pensato ai prevedibili intasamenti di traffico e alle difficoltà di accesso, specie per anziani o persone con disabilità?

In conclusione, c’è da chiedersi se questa operazione, presentata per la creazione di una struttura a servizio della cittadinanza, risponde effettivamente ed unicamente alle esigenze ed agli interessi dei cittadini.

Anna Benedetti  Gianni Fucci