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COMUNICATO STAMPA

Legge sull'acqua: in Commissione passa il testo per la ripubblicizzazione.
Ora al via la discussione


Oggi la Commissione Ambiente della Camera ha deciso che la discussione in materia di gestione dell’acqua proseguirà solo sulla proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” accantonando definitivamente l’altro disegno di legge a prima firma On. Braga (PD).

Esprimiamo grande soddisfazione per questo passaggio che indica la direzione giusta verso la quale il Parlamento dovrebbe muoversi. Infatti, ci teniamo a ricordarlo che questa legge trae origine dalla legge di iniziativa popolare presentato nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con oltre 400.000 firme e poi depositato nella scorsa legislatura con il sostegno dell’intergruppo parlamentare per l’acqua bene comune. Successivamente ulteriormente aggiornato e depositato in questa legislatura a firma di diversi parlamentari del M5S.

Ci sembra un buon segnale perché l’esclusione dell’altro testo significa, di fatto, respingere il tentativo del Partito Democratico e di altre forze politiche di sfruttare la discussione di questa proposta di legge per portare avanti il progetto privatizzatore attraverso la presentazione di una legge che, sostanzialmente, persegue il mantenimento dello status quo e si configura, quindi, come un ulteriore disconoscimento palese e spudorato dell’esito referendario.

Più in generale auspichiamo che il voto di oggi costituisca un’assunzione di responsabilità, a partire dalla maggioranza di governo, rispetto all'urgenza di dotare il nostro paese di un quadro legislativo unitario rispetto all’acqua come bene comune, introducendo modelli di gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico, procedendo da subito alla ripubblicizzazione, oltre a sottrarre le relative competenze ad ARERA, l’autorità di regolazione, che in questi anni ha dimostrato di tutelare gli interessi delle aziende e non degli utenti.

Chiediamo, quindi, che il Parlamento proceda celermente alla discussione della nostra proposta di legge fino all’approvazione senza stravolgimenti, proprio nel rispetto della volontà popolare chiaramente espressa dalla maggioranza assoluta del popolo italiano con i referendum del 2011, perchè ancora una volta si scrive acqua ma si legge democrazia.

Roma, 30 Gennaio 2019.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Ravenna, 5 febbraio 2019                                                                     Comunicato stampa

Trivelle, blitz di Legambiente a Ravenna all’incontro dell’oil and gas organizzato dal sindaco Michele De Pascale

“Appuntamento anacronistico; per il clima e per tutelare i posti di lavoro è necessaria una politica di riconversione del sistema energetico nazionale”

Blitz di Legambiente questa mattina a Ravenna all’incontro organizzato dal sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele De Pascale, dove i volontari dell’associazione si sono presentati per esprimere la loro ferma contrarietà alle ragioni dell’appuntamento. Un incontro pubblico, organizzato in uno dei centri dell’industria estrattiva nazionale, a cui erano stati invitati “tutti coloro che a qualsiasi titolo fanno parte del comparto delle estrazioni per condividere, coordinare e programmare le azioni da intraprendere a sostegno del settore delle estrazioni e dei lavoratori”. Punto centrale dell’iniziativa i danni che verrebbero provocati al settore dall’emendamento 11.0.43, inserito nel Ddl semplificazioni, che genera una sospensione di 18 mesi ad alcune delle attività di estrazione.

Diverso il punto di vista di Legambiente secondo cui il summit è totalmente anacronistico, perché la priorità su cui si deve concentrare la politica è la decarbonizzazione dell’economia, con il taglio dei 16 miliardi di euro di sussidi annuali alle fonti fossili e la riconversione del settore energetico. L’associazione ribadisce la necessità che il governo presenti al più presto un piano energetico nazionale per il clima e l’energia, che definisca un percorso ambizioso e concreto, e sottolinea la necessità che anche le Regioni e i Comuni interessati dalle attività estrattive si impegnino nella richiesta di un cambio di rotta. La strada da percorrere per tutelare davvero i lavoratori dell’industria oil and gas e dell’indotto è la riconversione del settore nelle fonti rinnovabili.

“Riorganizzare il comparto - dichiara il presidente di Legambiente Emilia Romagna, Lorenzo Frattini - significa anche andare a vedere quanti soldi vengono regalati alle compagnie che estraggono idrocarburi. Al centro del sistema energetico del nostro Paese vige ancora una dittatura delle fonti fossili da cui è urgentissimo uscire per arrestare i cambiamenti climatici, ma anche per ridurre e combattere l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità di vita dei cittadini. Il governo deve avere il coraggio di imprimere una svolta alla politica energetica nazionale”.

In Emilia Romagna, nel 2017, per una produzione regionale di idrocarburi pari a 18.352 tonnellate di petrolio e 1.819 milioni di Smc di gas, sono stati versati come royalties, tra Regione e Comuni, circa 3,7 milioni di euro. In base alle soglie di esenzione stabilite dalla normativa italiana, quell’anno tutto il petrolio estratto e circa il 62,9% di gas, pari a 1.145 milioni di metri cubi standard sono stati esenti dal pagamento delle royalties da parte delle compagnie petrolifere per un mancato introito stimabile in circa 24.876.493 di euro. Sui 18 Comuni coinvolti dalle attività estrattive, uno soltanto riceve le royalties spettanti. Il 96,7% di quanto estratto tra terra e mare è di ENI, di cui il 61,6% è esente da royalties per un mancato introito per gli enti locali di 16.723.076 di euro.

Legambiente ricorda che per ridurre in maniera significativa i gravissimi danni che provoca il cambiamento climatico, non solo nei paesi più poveri e vulnerabili ma anche in Europa, è necessario fermare l’aumento della temperatura del pianeta entro 1.5°C. Secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, un aumento della temperatura globale di 2°C comporterebbe costi fino a 120 miliardi all’anno e se si raggiungessero 3°C il costo annuo sarebbe addirittura di 200 miliardi.

 
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Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
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Web: www.legambiente.emiliaromagna.it
 

Anche a Faenza ottima riuscita della manifestazione "L'Italia che resiste", autoconvocata da cittadini e Associazioni, in tutto il paese.

che si è conclusa con una catena umana che ha abbracciato tutta piazza del Popolo.

Naturalmente non sarà finita qui.

Appalti pulizie Poste e Sda, Cgil: 'Offese verso gli stranieri colpevoli di non lavorare'

Appalti pulizie Poste e Sda, Cgil: 'Offese ai lavoratori stranieri '

Lo riferisce Cgil: "Quando i funzionari sindacali hanno indicato che non fosse  corretto, il rappresentante ha detto 'sono Razzista e lo dichiaro'

"In più occasioni sono state rivolte offese verso i lavoratori stranieri colpevoli di non lavorare". In una nota Filcams Cgil fa sapere che questa mattina presso la sede della Filcams di Bologna, si è svolto un incontro sindacale con l'azienda Lux S.r.l. per discutere delle condizioni relative all'appalto di pulizie Poste Italiane nelle sedi di Bologna e relativamente al cambio appalto al 1.02.2019 per le pulizie delle sedi di SDA Poste Italiane di Reggio Emilia, Forlì, Modena, Parma, Bologna, Piacenza. 

"Durante l'incontro sono state apportate dal Rappresentante aziendale di Lux S.r.l. gravi offese al personale di origine straniera occupato presso gli appalti di Poste Italiane Spa e SDA Poste Italiane in Emilia Romagna", si legge nel comunicato "tutti gli stranieri, indicati come “diversi” dai lavoratori Italiani; lavoratori che chiamati singolarmente per nome sono stati valutati in base all'origine etnica, come nel caso di un lavoratore occupato presso la sede di SDA , “scansafatiche e poco serio come tutta la colonia di magrebini tutti imparentati” che avrebbe ridotto malamente il cantiere, o viceversa come nel caso di un'altra addetta occupata presso l'appalto di Poste Italiane di Bologna per la quale è stato indicato che “lei pur essendo straniera” tutto sommato non lavorava male ma doveva avere un atteggiamento più rispettoso". 

Nella nota si riferisce che "quando i funzionari sindacali hanno indicato che non fosse ne corretto, ne opportuno fare valutazioni in base all'origine etnica dei lavoratori, il rappresentante di Lux S.r.l. ha detto “ma non lo avete capito? Io sono Razzista e lo dichiaro”. E' evidente come l'atteggiamento adottato da parte dell'Impresa sia offensivo della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, non conforme ai dettami della Costituzione Italiana e punibile secondo le norme di legge vigenti" continua il sindacato "riteniamo altresì evidente che queste dichiarazioni siano frutto del clima di odio verso le persone straniere, odio generato anche dal clima politico e fomentato dalle scelte politiche di questo governo". 

 Quindi "abbiamo ritenuto che non potesse non essere segnalato quanto accaduto proprio perché è nostro dovere tutelare la dignità umana e batterci contro le derive xenofobe e razziste! Abbiamo segnalato alle società committenti il grave episodio accaduto chiedendo di intervenire, e segnaliamo alle autorità competenti e ne diamo atto pubblico proprio perché le parole sono importanti, il linguaggio forma la cultura del paese e ne definisce le scelte politiche, queste parole dette senza alcun timore dimostrano la “Banalità del Male” che ci ricorda i tempi più bui della nostra storia", conclude CGIL. 



Tutti ricordiamo la complicata vertenza sulla ristrutturazione del gruppo Cisa del 2015. Gli impegni presi con l'accordo sindacale, che coinvolse anche l'Assessore regionale alle attività produttive e il Sindaco di Faenza, oltre a ridurre il numero degli esuberi, definì un piano industriale per dare nuova centralità allo stabilimento di Faenza, con importanti investimenti... Nell'incontro questi impegni dovranno essere verificati, la multinazionale lo deve non solo nei confronti del sindacato e delle Istituzioni, ma a tutti i lavoratori occupati, oggi e in passato, e a tutta la comunità locale.

il comunicato integrale dei rappresentanti sindacali

Il giorno 18 febbraio 2019 le Organizzazioni Sindacali Fiom, Fim, Uilm e Ugl degli stabilimenti di Faenza e Monsanpolo del Tronto, incontreranno la Direzione Aziendale di Cisa Allegion.

La parte sindacale si aspetta che vengano presentate in questa occasione, le linee di indirizzo di sviluppo economico per i prossimi anni.

Questo tipo di incontro, normalmente con cadenza annuale, è il primo dopo il piano di ristrutturazione del 2015 che ha comportato la perdita di 126 posti di lavoro nello stabilimento di Faenza.

I sindacati che hanno richiesto l'incontro, porteranno alla Direzione altresì le istanze e lo stato d'animo delle lavoratrici e dei lavoratori.

Permane infatti, una forte preoccupazione per il futuro del sito faentino, visto l'andamento del mercato e le diverse difficoltà incontrate dall’azienda nell’attuazione del piano di ristrutturazione. Queste preoccupazioni hanno portato Rsu e sindacati ad effettuare due tornate di assemblee di ascolto e confronto nel mese di gennaio con tutti i lavoratori.

I sindacati ribadiscono l'impegno e i sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori Cisa in questi anni, e si aspettano che nei piani della multinazionale venga portato avanti la parte dell'accordo ministeriale nella quale la Direzione Cisa ha assicurato il futuro, con innovazione e nuove lavorazioni ad alto valore aggiunto.