Questo è un appello urgente per la pace. Un appello alla civiltà suprema del dialogo, della sua umanità, della sua intelligenza. Leggiamo e apprendiamo di bombe, di grandi eventi nucleari, di raid preventivi. Un irresponsabile e impressionante gioco alla guerra che deve essere subito fermato. Chiediamo con forza alle Istituzioni internazionali, ai Governi del mondo che si metta a tacere l'assurdo di queste intenzioni che porterebbero a effetti disastrosi e di morte già tragicamente vissuti. Facciamo appello alle cittadine e ai cittadini affinché si mobilitino per diffondere il piu' possibile voci e iniziative di pace, anche in nome della nostra Costituzione che sempre ci ricorda che "l'Italia ripudia la guerra".
Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI
Francesca Chiavacci – Presidente Nazionale ARCI
Susanna Camusso – Segretario generale CGIL
Annamaria Furlan – Segretario generale CISL
Carmelo Barbagallo – Segretario generale UIL
Roberto Rossini – Presidente Nazionale ACLI
Roma, 15 aprile 2017
Pubblichiamo il comunicato integrale della conferenza stampa di oggi 18 aprile
La prima notizia che vogliamo dare, sulla vicenda dell'Arena Borghesi, è l'invio di un dossier, agli organi competenti, ossia alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ravenna, Forlì/Cesena e Rimini; all'Assessore all’Urbanistica della Regione Emilia Romagna; al Presidente della Provincia di Ravenna, per motivare la necessità di una tutela paesaggistica dell'intero complesso dell'Arena Borghesi.
Nel dossier vengono dettagliatamente illustrate le ragioni per questa richiesta di tutela di un paesaggio identitario storico, in cui gli alberi strutturano spazio e relazioni, contribuiscono a formare il carattere estetico del luogo. Gli alberi del Viale Stradone e quelli dell’Arena sono componenti essenziali di un paesaggio storico unitario.
Nel merito dell’intervento di trasformazione dell’Arena Borghesi previsto dall’Accordo di Programma del RUE 2015 si evidenzia:
Gli alberi nell’Arena Borghesi non sono una presenza casuale: occupano un ampio spazio di oltre 300 mq., un quinto della superficie dell’Arena (non un angolino marginale), determinano la forma e il carattere di un paesaggio vissuto;
Col progetto che esce dall’accordo tra Comune-Asl-Conad, questo spazio verrebbe cementificato, alterando l’identità dell’Arena;
In un’Arena compressa, dall’invasione della nuova cubatura del supermercato, la platea sarebbe affiancata da una striscia di terra residuale, appena utile per allineare qualche alberello a ridosso della parete e di coprire il cemento con piante rampicanti;
Si tratta di un intervento che non “qualifica da un punto di vista urbanistico un’intera area…”, come detto dall’Assessore Isola. È invece un intervento di anti urbanistica che allarga l’errore del PRG 80 che permise di costruire una struttura incongrua rispetto al tessuto storico del Viale Stradone (così classificata dallo stesso PRG del 96).
Non è da oggi che ci occupiamo della vicenda.
Nel 2011 le associazioni ambientaliste raccolsero, in poco tempo, più di un migliaio di firme su una petizione per la tutela dell'Arena.
Ci si è opposti al RUE del 2015 che contiene un Accordo di Programma che rende possibile un “intervento edilizio diretto” di ampliamento del vicino supermercato, realizzato nel 1981, previa alienazione di un’area dell’Arena Borghesi.
Nel settembre del 2016, nell'anniversario dei 200 anni del Viale Stradone, venne organizzata l'installazione “Red Carpet”, un unico tappeto visivo che univa l'Arena Borghesi con lo Stradone, fino al Fontanone, per segnare la continuità di questo paesaggio storico vissuto, un “teatro civico” da riscoprire e tutelare.
Da ultimo, nel periodo tra il 22 dicembre 2016 e il 22 gennaio 2017, quando Il Comune di Faenza ha riaperto la fase delle osservazioni al RUE 2015, Italia Nostra e Legambiente hanno presentato una osservazione al RUE (allegata), con la quale chiedono l’annullamento dell’Accordo di Programma sopra citato, alla quale non c'è stata alcuna risposta.
Quindi questa è l'ultima azione, in ordine di tempo, per la salvaguardia integrale dell'intero complesso dell'Arena Borghesi, non escludendo il ricorso ad altri strumenti amministrativi e legali che si rendessero utili e necessari.
Nell'immediato stiamo valutando l'opportunità di avviare la sottoscrizione di una petizione popolare al Sindaco di Faenza e a questo fine chiediamo la disponibilità ad associazioni, comitati, singoli cittadini interessati a ritrovarci Venerdì 21 aprile alla Sala Malmerendi nel corso della serata sulla Mobilità Sostenibile, per valutare l'utilizzo di tale strumento.
Sulla notizia dell'asta pubblica per la vendita dell'Arena Borghesi da parte dell'AUSL, abbiamo già sollevato dubbi e domande alle quali non abbiamo avuto risposte convincenti.
I silenzi e le risposte evasive ricevute, con i dati che abbiamo a disposizione, ci inducono a riproporle agli organi competenti, ma chiediamo anche aiuto, ai mezzi di informazione e a chi può avere altri elementi, per potere approfondire tutte le questioni collegate.
Abbiamo chiesto:
"Come è possibile che l’AUSL metta all'asta l’Arena Borghesi, in presenza di un accordo di programma del 2013 che prevede la cessione dell’Arena al Comune a fronte della concessione all'uso di aule presso i Salesiani da parte dell’AUSL?
Da diverse parti si sostiene che tale accordo, che aveva validità decennale, è stato superato, non è chiaro perché e da che cosa, visto che non si è a conoscenza di atti pubblici del Consiglio Comunale, o di altri enti, che lo confermino.
Come mai l'assessore Isola dà per scontato che l'Arena diventerà di proprietà del Comune, in presenza di un'asta pubblica nella quale non è possibile sapere chi se l'aggiudicherà?
E' ovviamente noto a tutti l'interesse della Conad ad acquisire una parte rilevante, un quinto dell'intera superficie dell'Arena, per allargare il supermercato, è quindi prevedibile che parteciperà all'asta, ma essendo appunto un'asta pubblica (e non già “dedicata”) cosa succederebbe se dovesse vincere un altro compratore?
E’ vero che nel disciplinare d’asta c’è una clausola dove “L’AUSL della Romagna si riserva comunque il diritto di sospendere, indire nuovamente o non aggiudicare l’asta, per motivi di utilità dell’Azienda e comunque a suo insindacabile giudizio…” ma non può che essere una formula di routine e non certo un pregiudizio verso qualche possibile acquirente che ne abbia i requisiti.
La questione del passaggio della proprietà al Comune di Faenza è piuttosto oscura, nel disciplinare d'asta non ve ne è traccia, quindi a parte possibili mecenati - che sarebbero naturalmente benvenuti – come fa l'Assessore Isola ad essere così certo?
A meno ché non si dia per scontato che certamente l'Arena sarà comprata da Conad e ci sia già un accordo in questo senso, ma quale sarebbe l'atto pubblico che lo prevede?
A proposito di dubbi sull'intera vicenda, che coinvolge Comune, AUSL, Conad, può essere verosimile un collegamento (per quanto ipotetico) con altre questioni oggetto di discussione pubblica di questo periodo?
Ad esempio:
la collocazione della Casa della Salute nell' immobile del Conad Filanda, è fonte, di nuovo in questi giorni, di tante lamentele e proteste; il gruppo Conad è stato casualmente beneficiario di questa scelta, per la quale riceve dal pubblico un significativo affitto, per locali che erano progettati per altri scopi;oggi un altro supermercato Conad potrebbe comprare dall'AUSL l'Arena e utilizzarne una parte significativa per allargarsi.
Potrebbe giustificarsi così una eventuale propensione al mecenatismo, da parte di Conad?
In relazione alla notizia dell'asta pubblica per la vendita dell'Arena Borghesi e alle dichiarazioni dell’Assessore Isola, ci sorprende l'annuncio di tutta questa operazione anche perché sul progetto inserito nel RUE abbiamo presentato una osservazione (allegata) alla quale stiamo ancora attendendo risposta , e ci sorgono alcune domande:
Come è possibile che l’ASL metta all'asta l’Arena Borghesi, in presenza di un Accordo di programma che prevede la cessione dell’Arena al Comune a fronte della concessione all'uso di aule presso i Salesiani da parte dell’ASL ?
Come mai l'assessore Isola da per scontato che l'Arena diventerà di proprietà del Comune, in presenza di un'asta pubblica nella quale non è possibile sapere chi se l'aggiudicherà?
Nel merito dell’intervento di trasformazione dell’Arena Borghesi si evidenzia:
Gli alberi nell’Arena Borghesi non sono una presenza casuale: occupano un ampio spazio di oltre 300 mq., un quinto della superficie dell’Arena (non un angolino marginale), determinano la forma e il carattere di un paesaggio vissuto;
Col progetto che esce dall’accordo tra Comune-Asl-Conad, questo spazio verrebbe cementificato, alterando l’identità dell’Arena;
In un’Arena compressa, dall’invasione della nuova cubatura del supermercato, la platea sarebbe affiancata da una striscia di terra residuale, appena utile per allineare qualche alberello a ridosso della parete e di coprire il cemento con piante rampicanti;
Si tratta di un intervento che non “qualifica da un punto di vista urbanistico un’intera area…”, come detto dall’Assessore Isola, bensì allarga l’errore urbanistico del PRG 80 che permise di costruire una struttura incongrua rispetto al tessuto storico del Viale Stradone (così classificata dallo stesso PRG del 96).
in difesa della sanità pubblica
Nel corso della seduta di venerdì 31 marzo scorso, il Consiglio comunale di Faenza ha approvato all’unanimità la mozione presentata da Edward J. Necki, consigliere de L’Altra Faenza, che esprime la convinta a piena adesione del Consiglio stesso a “Our Halt Is Not For Sale”, ovvero la Giornata europea di mobilitazione per la difesa della sanità pubblica indetta per il 7 aprile.
Una presa di posizione, quella dell’istituzione manfreda, che assume maggiore significato nel momento in cui – si legge nella mozione – “Faenza è fortemente impegnata nel tentativo di mantenere un presidio sanitario di prossimità e di livello adeguato al bacino d’utenza”.
L’iniziativa promossa dall’Europa per il 7 aprile si inquadra nella Giornata mondiale della salute e “intende evidenziare l’attacco ai sistemi sanitari e di protezione sociale pubblici in tutto il nostro continente”.
Faenza, 1 aprile 2017
L’Altra Faenza
Al Presidente della Camera dei Deputati
Il risultato straordinario del referendum del 4 dicembre segna una svolta nella storia del nostro Paese.
Con questo referendum il popolo italiano non solo ha respinto la deformazione della Costituzione contenuta nella proposta Renzi- Boschi ma ha anche rifiutato l'Italicum, un sistema elettorale disegnato a misura della riforma costituzionale, espressione dello stesso disegno neoautoritario ed accentratore.
La Corte Costituzionale il 25 gennaio ha cancellato il ballottaggio demolendo un pilastro dell’Italicum, ma sono rimasti in piedi altri due pilastri che tendono a svilire le elezioni riducendole ad una mera procedura per l’attribuzione del potere di Governo ad un ristretto gruppo, attraverso il controllo del Parlamento, a scapito della rappresentanza.
Per rendere omogeneo e coerente il sistema elettorale nelle due Camere, come richiesto dal Capo dello Stato, sarebbe inaccettabile la soluzione di estendere al Senato i meccanismi dell’Italicum. Al contrario è indispensabile che, con un sussulto di dignità, il Parlamento intervenga per cancellare gli aspetti inaccettabili non rimossi dalla sentenza della Corte costituzionale.
Riteniamo
che due interventi di fondo siano assolutamente necessari per ripristinare il modello di democrazia costituzionale che le elettrici e gli elettori hanno solennemente riconfermato con il voto del 4 dicembre.
Occorre:
- assicurare con le elezioni la piena rappresentatività del Parlamento, delle province e delle aree metropolitane, ripristinando l’eguaglianza del voto dei cittadini;
- garantire la possibilità per i cittadini di scegliersi i rappresentanti, oggi designati dai capi partito.
Il premio di maggioranza rimane inaccettabile, anche con la soglia del 40 % dei voti, in quanto comporta l'attribuzione alla lista "vincitrice" di oltre 90 seggi in più rispetto ai voti ricevuti, sottraendoli agli altri partiti, dando vita ad una profonda divaricazione fra la volontà espressa dagli elettori e la composizione del Parlamento.
Ugualmente inaccettabile è il sistema dei capilista bloccati che, combinato con collegi di dimensioni ridotte, porterebbe al risultato che la stragrande maggioranza dei deputati sarebbero nominati dai capi dei partiti senza che gli elettori possano concorrere in alcun modo alla scelta dei loro rappresentanti.
In questo modo rimarrebbe confermato il carattere oligarchico dei partiti e l’impermeabilità del Parlamento alle domande che vengono dalla società e alle ragioni della giustizia sociale e dell’uguaglianza (lavoro, sanità, scuola, previdenza, ambiente).
Per questi motivi, prima che si giunga allo scioglimento delle Camere è indispensabile che siano approvate profonde modifiche alla normativa elettorale vigente.
CHIEDIAMO
che la riforma delle leggi elettorali in discussione nel Parlamento sia informata ai seguenti principi.
Il sistema elettorale deve ripristinare la rappresentanza, garantire l’eguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto di voto, restituire ai rappresentati il diritto di scegliere i propri rappresentanti, ricondurre i partiti alla loro funzione costituzionale di canali di collegamento fra la società e le istituzioni, piuttosto che di strutture di potere autoreferenziali.
Questi risultati possono essere ottenuti con modelli diversi, a condizione che venga garantita l'elezione proporzionale sulla base dei voti di lista.
Per questo chiediamo fermamente:
– che si rinunci ad ogni forma di premio maggioritario;
– che si rinunci ai capilista bloccati;
– che si rinunci alle candidature multiple.
Non esistono formule magiche, ed è possibile valutare sistemi misti (come quello tedesco, per esempio): quello che conta è che sia raggiunto l’obiettivo di rendere il Parlamento realmente rappresentativo.
Occorre ripristinare la piena credibilità e rappresentatività del Parlamento perché i cittadini debbono tornare ad essere protagonisti del voto ed artefici, con il concorso dei partiti, della scelta delle rappresentanze parlamentari, come richiede il principio fondante della Costituzione che stabilisce che la sovranità appartiene al popolo.
Rivendichiamo sulla base della vittoria del No, che ha confermato la validità della Costituzione, una legge elettorale in grado di eleggere Camere pienamente rappresentative, che rispondono agli elettori del loro operato.
Conosco l’immobile, lo frequentavo da bambina: era il Forno di Sant’Ippolito gestito dai genitori di una mia compagna di classe. Oggi ampie vetrine, curate nei particolari, coi colori che accompagnano la primavera. Oggetti da collezione che hanno attraversato il tempo, portabiti in ordine a seconda del genere di capo, due punti sono dedicati agli accessori, un banco essenziale, come essenziale è il resto dell’arredamento.
Mi accoglie Mirella, una signora pensionata che fa volontariato in più associazioni cittadine. Dice che oggi, giovedì mattina, dedica il suo tempo a DRESS AGAIN, ha un’esperienza ventennale nel commercio. Come lei, altre volontarie collaborano a quest’iniziativa messa in campo da Farsi Prossimo Caritas di Faenza, in attività dal dicembre scorso. Il progetto attinge all’8 per mille ed è in fase di programmazione un finanziamento europeo. Riutilizza abiti ormai in disuso e stoffe che vengono conferiti alla Caritas e, con interventi di sartoria, dà loro una nuova vita.
Motore dell’attività principale è Maria Teresa Dal Pozzo dell’associazione “Maria Bianconi” di Faenza che, in un laboratorio in via Cavour, occupa nell’attività sartoriale donne in stato di disagio economico e i richiedenti asilo, offrendo loro anche una formazione professionale.
Il progetto muove i primi passi, ma certi risultati sono già visibili e il negozio-laboratorio è qui a dimostrarlo. Mirella accende le luci e mostra gli angoli che diventeranno vivi al momento in cui tutta l’attività si trasferirà qui. È precisa, controlla le vendite fatte il giorno precedente prima di aprire la cassa e le consegne per le riparazioni. Sì, qualche sartina si offre per orli, interventi a prezzi bassissimi per contribuire all’attività. Con l’entusiasmo di chi ha scoperto qualcosa, rivela che cercando, con un po’ di pazienza, si possono trovare anche capi di valore a un costo simbolico. Infatti, sui portabiti ci sono cartellini con prezzi incredibili: 5, 10, 8 euro. In sostanza, un’offerta.
Lamenta poi la perdita di un valido collaboratore, un pakistano, che stira in modo eccellente – gli abiti devono presentarsi bene – e che ora segue un corso di informatica. In attesa di un ulteriore aiuto, nel momento in cui non ci sono clienti, stira qualcosa lei. Ad ascoltarla si capisce quanto possa coinvolgere un’attività simile tutti coloro che vi operano, dall’operaia in pensione all’ex dirigente, tutti insieme perché l’obiettivo è collaborare nel presente per un futuro diverso nell’accoglienza e nell’integrazione, puntando sul mantenimento della dignità di chi ha rischiato la vita per non perderla.
Guardo negli scaffali, belle camicie, e sul manichino una felpa blu, sarà il mio primo acquisto. Pago in fretta, sono entrati clienti e Mirella deve lasciarmi; ma qui ci torno e non da sola. Oggi ho scoperto un posto che ragazze come mia nipote adorano e che, sempre secondo lei, sprovincializzano, ampliano gli orizzonti.
De Andrè aveva ragione: “dai diamanti non nasce niente …dal letame nascono i fior”.
Antonella Baccarini