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8 marzo

Giornata internazionale delle donne

 

Non un augurio rituale,

ma l’impegno di tutti i giorni per i diritti,

la dignità, il lavoro

 

Italia Nostra: "A Faenza manca una strategia per la città, soprattutto sulla cultura"

da Faenzanotizie.it Venerdì 3 Marzo 2017 - Faenza

Una veduta di Palazzo Milzetti

Secondo l'associazione, le amministrazioni sarebbero troppo preoccupate di lasciare un proprio segno al termine del mandato e troppo poco di attuare politiche lungimiranti a servizio della città

Il Consiglio Direttivo della Sezione di Faenza di Italia Nostra apre un dibattito su quella che definisce, con toni preoccupati "la cronica assenza di una strategia per la Città, soprattutto in campo culturale". "La prassi delle ultime Amministrazioni - continuano dal Direttivo dell'Associazione - di progettare e programmare solo per l'arco di un quinquennio, compreso l'annunciato desiderio di lasciare una propria traccia alla scadenza del mandato, rende impossibile sia una politica lungimirante a servizio della città, sia l'occasione di gettare le basi per uno sviluppo e per progetti realizzabili anche solo per stralci nel tempo".


Secondo Italia Nostra, c'è poca considerazione nei confronti del "ricco patrimonio culturale, a partire da una piena valorizzazione del percorso neoclassico, peraltro auspicato da anni, che avrebbe tutti i requisiti per proporre la città ad una candidatura Unesco, dello stesso dimenticato Palazzo Milzetti che, pur essendo di proprietà statale, è eccellenza di Faenza e d'Italia, e di tale livello da poter interagire come punto qualificante con il MIC, la Pinacoteca e gli altri Musei e costituire così un “percorso” che se adeguatamente comunicato e promosso avrebbe una forte capacità attrattiva".

E poi attaccano il tema della "monocultura", che "finisce per innescare un cortocircuito che non è certo produttivo oltre a non rispecchiare l'autentica cultura della città; individuare interessi e attenzioni, privilegiando settori è frutto di politiche poco obiettive e rispettose della tradizione. Occorre infatti essere consapevoli che tante realtà di provincia, più accorte e lungimiranti, non hanno opportunamente privilegiato qualche cattedrale nel deserto ma si sono rese competitive con offerte ricche, diversificate e articolate del patrimonio diffuso del proprio territorio".

"Siamo veramente stupiti che all'inizio del nuovo millennio a Faenza debbano ancora esistere realtà di degrado di proprietà pubblica - aggiungono - come le “cosiddette Case Manfredi” (ovvero Bazolini-Viarani di età manfrediana) e il Complesso dei Servi, già acquisite e pensate in funzione della Biblioteca Comunale e come sede di centri culturali, ci chiediamo a chi porti vantaggio sottrarre un patrimonio pubblico alla fruizione di tutti con qualche fantasiosa proposta, naturale nel clima di incertezze e di giri di valzer degli ultim i tempi; tali complessi, della cui importanza temiamo non si abbia completa percezione, ben potrebbero interagire con altre realtà culturali e museali determinando a caduta benefici naturali sull'indotto nella convinzione che, visti i tempi, sia velleitario rimandare il recupero a soluzioni di tipo immobiliare privato".

Oltre al discorso di assenza di una stratega, Italia Nostra punta il dito sul Comune anche per quanto riguarda le responsabilità in capo all'amministrazione per i danni dovuti alla mancanza di manutenzione, "come ad esempio nel caso delle “cosiddette Case Manfredi” che, ormai è noto, conservano importanti testimonianze storico-artistiche ben più importanti di quanto a conoscenza fino a pochi anni fa. È questo l'aspetto che ci preme sottolineare: operazioni di manutenzione, certo meno appariscenti e poco spendibili dal punto di vista dell'immagine pubblica, avrebbero limitato i rischi di cantieri infiniti per opere come quella del Salone del Podestà, sui cui benefici ci permettiamo di nutrire qualche dubbio".

"Operazioni simili dovrebbero solo seguire la sistemazione - continuano - con opere di manutenzione del patrimonio pubblico e di quello museale. Ci meravigliamo infatti come nessuno ricordi mai che nei depositi delle soffitte di palazzo Mazzolani giace scandalosamente anche un intero museo, ossia la Galleria d'Arte Moderna che non molti faentini hanno purtroppo avuto l'occasione di vedere, visti i tempi della chiusura al pubblico dell'istituto (ben 36 anni!); la raccolta è di notevole importanza culturale e sicuramente un'altra “perla” del patrimonio della Città".

Ed è con una proposta che conclude il lungo elenco di criticità avanzato dall'Associazione: "Vorremmo invitare il Consiglio Comunale, i rappresentanti delle forze politiche delle associazioni culturali ad una visita dei Depositi di palazzo Mazzolani per rendersi conto di cosa realmente possa offrire la nostra città".

Cari tutti,
le azioni messe in campo negli scorsi mesi per alzare l'attenzione sul problema della qualità dell'aria (dal blitz in occasione dell'incontro tra Galletti e le regioni del bacino padano, alle osservazioni al Piano Aria, alla campagna per promuovere la mobilità dolce passando per la diffusione dei dati di Mal'Aria) continuano con il progetto Captor: attraverso l'utilizzo di piccole centraline per la rilevazione dell'Ozono, vogliamo coinvolgere soci e cittadini con nuovi strumenti tecnologici.

Di seguito una mail che vi chiediamo di diffondere attraverso i vostri soci, con la richiesta di candidarsi ad ospitare una delle centraline di rilevamento del progetto Captor. Nel file allegato trovate maggiori dettagli.
Ovviamente chiediamo anche a voi di candidarvi!

Fate un piccolo sforzo nella diffusione della mail! Sia perché è importante continuare a parlare di qualità dell'aria anche nel periodo estivo (Ozono) che perchè crediamo che lo strumento della centralina "domestica" possa essere funzionale ad un coinvolgimento diretto della cittadinanza.

Grazie fin da ora per il supporto e le adesioni
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Compila il modulo online : ci vorrà solo un minuto per candidarti!

Diventa un volontario per la campagna sulla misurazione dell’ozono. E’ molto semplice, non hai bisogno di esperienza specifica o formazione pregressa: i sensori sviluppati dal progetto verranno affidati direttamente ai cittadini volontari, i quali registreranno le concentrazioni di questo inquinante nell’area in cui verranno installati e trasmetteranno in tempo reale i dati su una piattaforma appositamente dedicata (www.captorproject.eu).
Il contributo dei volontari è fondamentale per la buona riuscita del progetto: se non potrai installare un sensore a casa tua, aiutaci a diffondere questa mail ad amici e conoscenti, che pensi possano essere interessati!

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Legambiente Emilia-Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
Fax: 051-0390796

COMUNICATO STAMPA

APPROVATO IL PIANO ENERGETICO REGIONALE. ACCOLTE PARTI DELLE PROPOSTE PRESENTATE DA CGIL CISL UIL, ENERGIA PER L'ITALIA, LEGAMBIENTE, WWF, SÌ ALLE RINNOVABILI NO AL NUCLEARE

Ieri l'Assemblea Legislativa ha approvato il Piano Energetico Regionale. Già nella fase in cui era possibile presentare "Osservazioni" al Piano sono state accolte diverse proposte presentate disgiuntamente dagli scriventi. Successivamente Cgil Cisl Uil, Energia per l'Italia, Legambiente, WWF e Si alle rinnovabili No al nucleare hanno deciso di presentare congiuntamente nuove osservazioni al Piano, precisando ulteriormente le proposte precedentemente avanzate, presentando il documento: “Regione Emilia Romagna: faccia scelte più coraggiose sui cambiamenti climatici. Si progetti ora il futuro il cui orizzonte è il 100% rinnovabili.

Il Piano approvato assume come riferimento temporale il 2050 e a quella data “la Regione si impegna nei confronti di una decarbonizzazione dell'economia tale da raggiungere, entro il 2050, una riduzione delle emissioni serra almeno dell'80% rispetto ai livelli del 1990. Tale obiettivo dovrà essere raggiunto, in via prioritaria, attraverso una decarbonizzazione totale della generazione elettrica, un progressivo abbandono dei combustibili fossili in tutti i settori, in primo luogo nei trasporti e negli usi per riscaldamento e raffrescamento” (responsabili del 70% delle emissioni climateranti).
Il riferimento al 2050, che noi abbiamo chiesto - anziché il 2030 come precedentemente previsto, cioè tra 13 anni, è indispensabile se si vuole dare immediatamente avvio alla pianificazione degli strumenti e delle misure, e alla loro attuazione, per cogliere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti.
Avevamo proposto di inserire nel piano, apposite agevolazioni fiscali per promuovere gli interventi privati nelle aree del risparmio energetico e della produzione da energie rinnovabili, ma purtroppo questa richiesta non è stata accolta. Auspichiamo che le migliori indicazioni del piano siano coerentemente messe in pratica, a partire dai Piani Triennali di Attuazione.

E’ stato invece istituito su nostra richiesta, un “Tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano” nell’ambito del PTA (Piano Triennale di Attuazione) con la presenza delle parti sociali e delle associazioni ambientaliste, che con cadenza annuale verifichi periodicamente le politiche ed azioni previste nei vari strumenti di programmazione (PER, PRITT, PAIR).
Il PTA è lo strumento operativo del Piano e distribuisce le risorse economiche (in maggioranza fondi comunitari) sulla base di assi di intervento previsti dalla comunità europea e che a nostro avviso essere più efficacemente indirizzate rispetto al passato nei settori della riqualificazione energetica degli edifici e della mobilità sostenibile.

Sulla qualificazione edilizia, urbana e territoriale sono previste, ma dovranno essere ulteriormente incentivate, alcune specifiche sperimentazioni per una riqualificazione energetica di interi edifici, condomini e quartieri (retrofit energetico e adeguamento sismico).
Per la qualificazione delle imprese (industria, terziario e agricoltura), gli incentivi per le diagnosi energetiche dovranno essere subordinati a concreti interventi di efficientemente energetico. In materia abbiamo ravvisato e segnalato che le risorse destinate alla riqualificazione energetica delle piccole e medie imprese non hanno raggiunto nel recente passato gli obiettivi di contenimento delle emissioni clilmalteranti prefissate.
Infine registriamo con soddisfazione che a sostegno dei PAES (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile), dell’utilizzo del bio-metano e sulle comunità solari, sono stati fatti con inserimenti diretti nel Piano, o attraverso Ordini del Giorno, significativi passi avanti.
Dopo l’approvazione del Piano la nostra azione di proposta e di monitoraggio per una regione più sostenibile, come tra l’altro previsto dal Patto per il Lavoro sottoscritto con la Giunta Regionale del luglio 2016, si svolgerà partecipando al “Tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano”, con l'intento di contribuire a raggiungere finalmente al 2050, l’obiettivo della decarbonizzazione regionale.

CGIL CISL UIL ER, ENERGIA PER L'ITALIA, LEGAMBIENTE, WWF, SÌ ALLE RINNOVABILI NO AL NUCLEARE



Bologna, 2 marzo 2017

COMUNICATO

Il giorno 20 febbraio si è svolto al MISE un incontro per fare il punto sull’avanzamento del piano industriale CISA.

La Direzione ha dichiarato:

Che il piano continua anche se con continui aggiustamenti vista la complessità dell’operazione.

Gli investimenti previsti (17 milioni di euro), saranno tutti portati a termine anche se potrebbero slittare in piccola parte nel 2018.

Nonostante le difficoltà del settore costruzioni in Italia -0,7%, CISA è cresciuta del +1.5% sul mercato italiano.

Sono stati confermati i lanci dei nuovi prodotti, (maniglione motorizzato, nuovi cilindri AP4S con assemblaggio sistemi e serratura blindata elettronica), il cui assemblaggio finale, collaudo e distribuzione avverrà nello stabilimento di Faenza. Questi prodotti, assieme ad altre lavorazioni che rientreranno, saranno in produzione entro la fine del primo semestre 2017.

E’ stato potenziato il centro ricerca e sviluppo con assunzioni di nuove figure, la creazione di una nuova sede a CISA1 e la collaborazione con partner esterni (Università di Bologna).

Il trasferimento delle lavorazioni in Polonia è praticamente terminato, ma continuano a esserci grosse difficoltà nel raggiungimento del pieno regime produttivo.

Per quello che riguarda il parco macchine è stato dichiarato che per il momento non saranno vendute a FLEX ma date in comodato d’uso fino a quando non ci sarà la certezza della potenzialità del nuovo fornitore.

 

Come delegazione sindacale abbiamo esternato le nostre forti preoccupazioni per quanto riguarda l’avanzamento del trasferimento delle lavorazioni a FLEX.

I ritardi nei tempi di consegna creano il pericolo di perdere clienti in un mercato già difficile da mantenere, evidenziando, dal nostro punto di vista, quanto i cambiamenti fatti in corso d’opera creino una seria difficoltà nell’attuazione della ristrutturazione nei tempi previsti e quanto questo possa incidere negativamente nel futuro dei tempi di risposta.

L’Azienda ha riconosciuto il calo del OTD dell’ultimo periodo, dicendo però che il miglioramento degli ultimi tre anni dal 60% al 91% (attualmente all’88%) garantisce una certa fiducia da parte dei clienti, anche se il calo non è assolutamente da sottovalutare, ma da recuperare in tempi brevi.

 

Alla nostra domanda di quanto tutti questi cambiamenti incidano negativamente sui vantaggi economici preventivati, la Proprietà ha dichiarato che rimangono i margini per un abbassamento dei costi attuali che permetteranno di continuare a CISA di rimanere presente nel mercato di settore, e ribadisce la volontà di rimediare ai ritardi prevedendo di essere di nuovo in linea con gli OTD entro metà del 2017.

Riguardo i sette volontari ancora mancanti, di fronte alle domande della delegazione l'azienda, conferma la volontà di attenersi al rispetto del piano sociale.

Da parte nostra continueremo a chiedere chiarimenti e a riportare tutte le preoccupazioni che i lavoratori ci segnaleranno, ad oggi continuiamo a mantenere perplessità, sia per i numeri del fatturato in calo, per i tempi di risposta che peggiorano e il feedback che viene dai lavoratori che sono in trasferta.

E’ stato chiesto a questo proposito che il tavolo al MISE rimanga ancora aperto come garanzia di confronto, con il coinvolgimento delle Istituzioni.

A tal proposito è previsto un ulteriore incontro in azienda, il 27 c.m. per entrare nei dettagli tecnici che non è stato possibile sviluppare al MISE.

Nello stesso incontro si incomincerà ad entrare nel merito del contratto aziendale.

A seguito di questo incontro, il giorno 1 marzo, sono previste le assemblee dove saranno date informazioni più dettagliate.

 

 

Faenza, 21/02/2017 RSU CISA ALLEGION Faenza