Di seguito l'ultima lettera inviata ai nostri amministratori a seguito di quanto successo recentemente all'ONU dove si è votato su una proposta per iniziare un percorso di messa al bando delle armi nucleari e che a tale proposta l'Italia ha inspiegabilmente votato no ........
Egr. Signor Sindaco,
e p.c.
Signor Assessore Simona Sangiorgi
Signor Presidente del Consiglio Comunale
Signori Capigruppo Consiliari
Alla stampa locale
Come cittadini e come aderenti alle associazioni che si firmano in calce, facciamo nostro e portiamo alla Sua attenzione il seguente appello.
Da anni il nostro Comune aderisce a Mayors for Peace/Sindaci per la pace
http://www.mayorsforpeace.org/english/membercity/europe/italy.html,
organizzazione non governativa (ONG) riconosciuta dall’ONU che ha tra i suoi compiti "la cooperazione tra le città aderenti per promuovere l’abolizione delle armi nucleari".
Come saprà, recentemente all'ONU si è votato su una proposta per iniziare un percorso di messa al bando delle armi nucleari.
A tale proposta l'Italia ha inspiegabilmente votato no
http://www.disarmo.org/ican/a/43707.html
La rete Rete Italiana per il Disarmo http://www.disarmo.org/ e Senzatomica http://www.senzatomica.it/ hanno perciò lanciato la campagna ITALIA, RIPENSACI!
Con essa Vi si chiede, in quanto Mayors for Peace / Sindaci per la pace, di agire concretamente a favore della messa al bando delle armi nucleari scrivendo al Governo italiano (e per conoscenza a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) affinché cambi idea sulla posizione da tenere ai negoziati sulla messa al bando delle armi nucleari che avranno inizio a fine marzo alle Nazioni Unite.
In allegato troverà l'Appello e il Comunicato stampa della campagna.
Un saluto di pace.
primi firmatari:
Associazione SI alle energie rinnovabili NO al nucleare, Centro di documentazione don Tonino Bello, Cittadini per la pace, Comitato di Amicizia, Comitato Spontaneo per la Pace, Farsi Prossimo, Gruppo Emergency Faenza, Legambiente Lamone Faenza, Mani Tese Faenza, Pax Christi
Nel ddl “Concorrenza”, che arriverà in aula del Senato nelle prossime settimane, sono previste diverse misure, anche su materie che riguardano l'energia, tra le quali la fine del “servizio di maggior tutela” per le tariffe elettriche per gli utenti domestici e le piccole imprese.
Oggi sono circa 20 milioni gli utenti domestici che sono restati in questo sistema, mentre chi scelto di passare al “mercato libero”, secondo diverse ricerche, sta pagando tariffe più alte, in particolare le utenze con i consumi minori.
Per questo - associandosi a quanto già richiesto da associazioni sindacali, ambientaliste, dei consumatori – chiediamo un impegno concreto a Governo e Parlamento affinché, nell'esame in aula del ddl Concorrenza, venga cancellata la fine del mercato di maggior tutela, strumento necessario soprattutto per tutelare le utenze più deboli.
Persone, non intrusi. Parliamo di migranti con “Farsi prossimo”, associazione promossa dalla Caritas diocesana
Quanti luoghi comuni, quanti pregiudizi e autentiche falsità circolano sui migranti. Tanti, troppi. Al punto di contribuire al formarsi di un’opinione diffusa fondata più sul sentito dire piuttosto che sulla conoscenza di un fenomeno di indubbia rilevanza. Ciascuno può legittimamente pensarla a modo suo, ma risulta davvero difficile un confronto serio se si prescinde dalla realtà.
Una realtà che ben conoscono quelli di Farsi prossimo, una sorta di braccio esecutivo della Caritas diocesana. “In effetti – affermano il presidente Stefano Guerrini e Davide Agresti – non tutti hanno chiaro cosa si intenda per migranti. Questo termine indica in modo generico l’insieme delle persone che lasciano i rispettivi Paesi per ragioni che possono essere diverse: le guerre, i cambiamenti climatici, la miseria, la speranza di un futuro migliore”. La stessa speranza che ha spinto in passato milioni di italiani – e spinge tutt’oggi decine di migliaia di giovani – a fare le valigie e a recarsi lontano.
Vediamo di fare un po’ di chiarezza. “Il migrante mosso da ragioni economiche può in teoria far ritorno al suo Paese, non è un perseguitato politico e non ha diritto a particolari tutele. Gli ingressi in Italia sono ancora regolati dalla legge Bossi-Fini, quella che prevede il reato di clandestinità tuttora vigente. Negli ultimi anni le quote sono sensibilmente diminuite. Il rifugiato è invece chi è costretto a fuggire perché perseguitato per le sue idee, per la sua religione, per la razza o l’etnia alla quale appartiene. Lo status di rifugiato è riconosciuto e tutelato dal diritto internazionale e dalla Convenzione di Ginevra del 1951. Il richiedente asilo è la persona in attesa che le autorità competenti decidano la sua inclusione nel sistema di protezione”.
A chi compete decidere? “Circa la richiesta di asilo e al relativo status di rifugiato è la Commissione territoriale, nel nostro caso quella di Bologna - sezione di Forlì. Spetta invece
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Spett. redazione,
dopo aver letto sulla stampa negli ultimi tempi varie versioni fantasiose sullo stato dell'arte della discarica ci sentiamo in dovere di fare il punto della situazione su quanto sta realmente succedendo.
1) E' appena stata approvata la sopraelevazione per 375.000 ton complessive per cui stanno già portando nuovi rifiuti e questo durerà per i prossimi tre anni. Così la località Tre Monti si trasformerà prevedibilmente in un nuovo toponimo: la Quattro Monti...
2) La parte più ampia del progetto di ampliamento (circa 1.100.000 ton), ricadente in parte nel territorio di Riolo Terme, è stata bocciata dal ministero dei Beni Culturali per mancanza di conformità con il Piano territoriale paesaggistico regionale. Inoltre dal parere del Ministero sembrerebbe che in passato siano state rilasciate anche autorizzazioni illecite.
Nonostante la gravità di questi fatti, la Regione e il Comune di Imola sono determinati a ripartire a breve con un nuovo percorso autorizzativo inerente questa parte bloccata per garantire che la discarica di Imola duri per sempre. Non sappiamo come pensino di risolvere il vincolo paesaggistico ma rimane il fatto che frammentare un progetto unitario per autorizzarne due più piccoli è assolutamente condannato dalla normativa UE.
Da mesi si stanno così accumulando atti e modalità di azione delle nostre istituzioni in totale spregio della legge di cui dovrebbero essere invece garanti. Questa loro strenua perseveranza per aiutare Hera apre a parecchi interrogativi piuttosto pesanti, soprattutto considerando che gli investimenti per l'economia circolare auspicata dalla LR16/15 vanno a rilento a favore dell'obsoleto ed estremamente impattante sistema delle discariche e inceneritori.
3) Il sindaco Manca ha dichiarato che durante l'iter autorizzativo il Comune ha spalancato le porte ai cittadini e alla partecipazione. Niente di più falso e si dovrebbe vergognare di dire una simile sciocchezza visto che si è sempre rifiutato di incontrarli pubblicamente. Tra l'altro non si è mai visto un sindaco così impegnato a tutelare gli interessi del “sistema regionale dei rifiuti” in barba a quelli dei propri cittadini. Il suo disco rotto è che Imola deve fare la sua parte nel sistema, noi diciamo che l'ha già fatto in abbondanza e che è da irresponsabili per non dire criminali il voler caricare ancora il territorio di impatti così elevati.
4) Stiamo assistendo dunque da un anno e mezzo a inaccettabili comportamenti arroganti delle istituzioni. Ci chiediamo anche come mai davanti a un caso così complesso, per il quale esistono dati di letteratura scientifica preoccupanti, l'ASL di Imola sia stata così silente e non si sia preoccupata in primis di fare una VIS o un'analisi seria epidemiologica, i dati certamente li hanno e sarebbe ora che li rendicontassero pubblicamente. Ci chiediamo anche come mai sul progetto di bonifica della discarica non si è più saputo nulla e dire che il Comune e l'ARPA sanno bene che c'è un gruppo di cittadini molto interessato alle vicende della discarica. E' stata fatta e conclusa? Che esiti ha dato? Non ci sono più stati problemi di contaminazione? La discarica ci riguarda tutti ed è ora che si faccia una comunicazione continua e trasparente senza obbligarci a difficoltosi accessi agli atti o a consultazioni on-line non sempre percorribili dai cittadini.
5) Il Comitato Vediamoci Chiaro è sempre più determinato a voler affermare il diritto alla salute e alla tutela dell'ambiente sul quale non si scherza nonostante i sorrisetti e le alzate di spalle del sindaco. Un territorio contaminato rimane tale per molti decenni con gravi ricadute anche sociali ed economiche. Basta minimizzare dicendo che va tutto bene! la partita in gioco è molto grave e c'è qualcuno che sta speculando da troppo tempo sulla buona fede della gente. Non ci fermeremo qui ma faremo tutto ciò che è in nostro potere per ripristinare il diritto.
(Comitato Vediamoci Chiaro)
Oggetto: Qualità dell'aria, mobilità sostenibile e bike to work
Il Comitato Ambiente esprime forte preoccupazione per i gravi livelli di inquinamento da polveri sottili registrati negli ultimi mesi in tutta la Romagna e per i sempre più gravi incidenti stradali che coinvolgono pedoni e ciclisti.
Chiediamo al sindaco di Faenza e ai sindaci dell'Unione Romagna Faentina di adottare al più presto le norme contenute nel piano PAIR 2020, quali:
-ampliamento delle zone pedonali nel centro storico e nelle aree sensibili (in particolare davanti le scuole);
-maggiori limitazioni per i veicoli diesel e euro3;
-implementazione dei servizi di trasporto pubblici sia urbani sia extraurbani;
-aumento aree verdi;
-costruzione di nuove ciclabili, e creazione di percorsi sicuri, affinché il tessuto urbano sia sempre più a misura di pedoni e ciclisti e non di auto.
-zone 30 (limite orario a 30 km/h) esteso a sempre più zone del centro abitato, compresi i viali, che sono purtroppo molto pericolosi e inquinati;
-promozione dell'uso della bici nei percorsi casa-scuola e casa-lavoro. A questo riguardo esprimiamo la nostra più grande soddisfazione per la recente approvazione da parte del Comune di Faenza dell'ODG “Avvio della sperimentazione del progetto Bike to Work”.
Auspichiamo che il progetto possa essere realizzato e avviato in tempi brevi.
Auspichiamo che tutti i comuni dell'Unione Romagna Faentina possano imitare questa buona pratica.
Siamo disponibili a partecipare alla stesura del progetto Bike to Work, alla sua diffusione, mettendo in campo le nostre esperienze e conoscenze, così come parteciperemo alla stesura del PUMS Piano Urbano Mobilità Sostenibile.