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L'azienda ha dichiarato un andamento positivo di fatturato, ordinativi e marginalità, ma non intenterebbe onorare la clausola sociale sottoscritta nel piano di ristrutturazione che esclude i licenziamenti.

il Comunicato sindacale dopo le assemblee dei lavoratori

COMUNICATO SINDACALE

Il giorno 16 settembre 2016 si è svolto l'incontro al MISE tra la direzione Allegion – Cisa e la delegazione sindacale per verificare la situazione in merito al piano di ristrutturazione in corso.

L'azienda ha comunicato un andamento positivo di fatturato, ordinativi e marginalità in riferimento allo stesso periodo del 2015.

In merito al piano sociale, 103 dipendenti hanno accettato l’uscita volontaria incentivata e un altro ha trovato una soluzione interna alla Società. Per l'azienda restano quindi ulteriori 26 postazioni di lavoro per raggiungere l’obiettivo dei 130 indicati dal piano.

L'azienda ha comunicato che a conferma dei termini dell'accordo sottoscritto al Ministero, dal 30 settembre prossimo non sarebbe più disponibile a prorogare le attuali condizioni di incentivazioni e non avrebbe nemmeno intenzione di chiedere un ulteriore anno di Cassa Integrazione per il 2017.

Come se ciò non bastasse, hanno informato la parte sindacale e i rappresentanti del Ministero, di non escludere nel caso non si raggiungesse l’obiettivo fissato, di procedere con l’apertura di un licenziamento collettivo unilaterale che di fatto segnerebbe una pesante rottura dei rapporti tra le parti, dopo un periodo segnato da una grande collaborazione costruttiva del sindacato e dei dipendenti che farebbero bene a non dimenticare. Ci teniamo a ribadire che l’affermazione della direzione contrasta con la clausola sociale sottoscritta nel piano di ristrutturazione che esclude i licenziamenti.

L’affermazione aziendale ha colto di sorpresa non solo la delegazione sindacale, ma anche quella istituzionale compreso il sindaco di Faenza. Lo stesso dirigente ministeriale ha invitato l’azienda a non fare forzature, chiarendo che non approveranno licenziamenti unilaterali.

La delegazione sindacale ha chiesto di rimuovere dalla discussione il tema dei licenziamenti unilaterali, tornando a discutere esclusivamente di quello che è previsto nel piano stesso.

E' stato previsto fin da subito un successivo incontro al Mise per il giorno 3 ottobre.

Nelle assemblee dei lavoratori del 19 settembre sono state riportate le comunicazioni dell'azienda e abbiamo convenuto insieme ai lavoratori, con grande senso di responsabilità, di attendere il prossimo incontro al Ministero, chiedendo contestualmente di poter effettuare anche un incontro “tecnico” in azienda per verificare gli avanzamenti dei trasferimenti a terzi delle lavorazioni meccaniche e dei macchinari, ambito in cui la partecipazione e la disponibilità dei lavoratori Cisa è indispensabile per giungere ad una conclusione positiva di questa parte del piano.

In conclusione nelle assemblee si è convenuto che se nell'incontro del 3 ottobre ci trovassimo di fronte un’azienda intenzionata a non rispettare i contenuti del piano, confermando l'idea dei licenziamenti unilaterali, insieme ai lavoratori decideremo le azioni di contrasto necessarie.

Faenza, 19 settembre 2016

Fim Fiom Uilm Ugl Territoriali RSU Aziendale

 

 

 

Buon lavoro a studenti e insegnanti

 

Agli scolari e agli studenti che iniziano un nuovo anno di scuola e alle loro famiglie, al personale docente e non docente, l’augurio di un lavoro proficuo e sereno da L’Altra Faenza.

La scuola rappresenta un impegno importante nella formazione dei giovani, decisivo per farne buoni cittadini, donne e uomini consapevoli dei loro doveri e dei loro diritti. E’ a loro che toccherà il compito di condurre una famiglia, di farsi strada nel mondo del lavoro, di concorrere alla costruzione di una società più giusta ed evoluta dal punto di vista civile e culturale.

"Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”, ha scritto un grande italiano, Antonio Gramsci, che ci speriamo i giovani possano conoscere nel corso dei loro studi. Auguriamo loro che – sotto la guida degli insegnanti e delle famiglie – sappiano mettere a frutto nel mondo migliore questa fase, una delle più importanti, della loro vita.

Questo è anche il primo anno della “buona scuola” del governo Renzi, imposta l’estate scorsa fra le proteste di tutte le componenti interessate. Stando ai proclami, avrebbe dovuto risolvere i mali che da decenni gravano sulla scuola italiana, ma le notizie diffuse in questi giorni parlano di una realtà ben poco diversa dal passato. Non solo per quanto si riferisce alla condizione degli edifici scolastici spesso fatiscenti e non a norma, al trattamento del personale, all’incapacità di offrire prospettive vere e gratificanti.

Il nostro Paese resta ai primi posti nell’Unione europea per l’alta percentuale di abbandono (uno studente su tre delle superiori interrompe lo studio senza conseguire il diploma) ed è all’ultimo posto per numero di laureati. Coloro che raggiungono la laurea hanno di fronte la prospettiva della disoccupazione, di un lavoro malpagato e senza diritti, di un’occupazione precaria che non consente di far valere le conoscenze acquisite con anni di studio e di sacrifici. Per farlo tanti, fra i più intraprendenti e capaci, sono costretti ad andare all’estero.

C’è dunque ancora molto da fare, nella direzione giusta e con il consenso di coloro che nella scuola lavorano e studiano.

 

Faenza, 13 settembre 2016

 

 

L’Altra Faenza

 

Comunicato stampa
(30 agosto 2016)

Lunedì 12 settembre alle ore 20.45, a Faenza, presso la Sala san Carlo, in piazza XI Febbraio, 4, si terrà la conferenza dibattito su: “Giuseppe Dossetti, una vita per la democrazia reale. Dalla Repubblica alla difesa della Costituzione”. Relatore sarà il prof. Roberto Villa.
Giuseppe Dossetti, eletto all’Assemblea Costituente il 2 giugno del 1946, è uno dei principali autori della Costituzione, suo è il testo base dell’art.11 cioè quello che la caratterizza in senso pacifista. Dottore in legge, partigiano nonviolento, presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Reggio Emilia, vicepresidente della DC ai tempi di De Gasperi.
Nel 1994, dopo decenni di silenzio, lanciò l’appello affinché si costituissero in tutta Italia i Comitati in difesa della Costituzione, secondo lui minacciata dai progetti dell’allora maggioranza parlamentare.
Morì nel 1996: vent’anni fa. Volle essere sepolto nel cimitero di Casaglia di Monte Sole, nel luogo dove avvenne una delle stragi nazifasciste di Marzabotto.

La conferenza è la prima di una serie ideate per ricordare la nascita della nostra democrazia e le sue prospettive, il cui programma ha per titolo: “1946-2016. 70 anni dopo, quale futuro per la Repubblica?”
Roberto Villa, amico e studioso di Dossetti, nel 1994 costituì a Reggio Emilia, a suo nome, il Comitato per la Costituzione.

L’iniziativa è proposta dal
Centro di documentazione don Tonino Bello di Faenza e dal
Centro diocesano per la Pastorale sociale della diocesi di Faenza-Modigliana.

 

Nel corso della seduta della Commissione 5ª “Servizi sociali e sanità”, tenutasi a fine luglio nella Sala del Consiglio comunale alla presenza di molti cittadini e di operatori dell’informazione, i dirigenti dell’Ausl avevano prospettato il futuro dei nostri servizi sanitari, del nostro ospedale e quindi della tutela della nostra salute, in termini rassicuranti. Chi, come L’Altra Faenza e tanti altri, si batte per un accordo con Lugo per evitare il declassamento dei presidi ospedalieri dei comprensori della Romagna faentina e della Bassa Romagna, aveva inteso che tale prospettiva è concretamente possibile, così da mantenere un ospedale di 1º livello articolato su due presidi. E che non sarebbe continuata la prassi che ha già portato ad un grave svuotamento dell’ospedale faentino, con la perdita di prestazioni e di posti di lavoro.

Messi di fronte alle decisioni assunte dall’Ausl in questi giorni a proposito del punto nascita, dobbiamo ricrederci: o nessuno aveva capito, oppure – e questa è l’ipotesi più probabile – in quella sede non si è detto tutto, neppure su cose già decise, e si è cercato invece di “calmare le acque” con argomentazioni vaghe e non veritiere.

Come altro intendere le assicurazioni sul mantenimento del punto nascita a Faenza quando gli stessi vertici dell’Ausl affermano oggi che il trasferimento a Ravenna dei parti cesarei programmati era stato deciso fin dal 2010? E’ chiaro a tutti che così facendo il numero dei parti diminuirà ulteriormente, scenderà sotto la soglia dei 500 previsti dal decreto Balduzzi e il gioco sarà fatto. Se, come vorrebbero farci credere, si tratta di decisioni dovute esclusivamente a ragioni di sicurezza, allora si dica chiaro e tondo che il punto nascita a Faenza resterà.

Prendiamo atto delle dichiarazioni del PD faentino – per bocca del capogruppo in Consiglio comunale e della coordinatrice comprensoriale – così come abbiamo apprezzato il voto unanime sull’OdG presentato da L’Altra Faenza in difesa del nostro ospedale, ma non dimentichiamo che il PD governa in Regione e in quasi tutti i Comuni dell’Area vasta. Nessuno può credere a “Linee guida per il riordino degli ospedali” e a decisioni importanti assunte dall’Ausl all’insaputa dello stesso PD.

Lo riaffermiamo con forza: la salute è questione troppo importante perché le scelte passino sulla testa di tutti, vengano prese senza confronto né informazione. La “politica del carciofo” deve finire una volta per tutte!

Sono i sindaci e gli amministratori pubblici a dover rispondere ai cittadini in materia di salute e di servizi sociali e sanitari. Quindi i casi sono due: o decidono di assolvere con fermezza e rigore il loro compito fino in fondo, tutelando le popolazioni che rappresentano, oppure le lamentele rischiano davvero di apparire come le lacrime del famoso coccodrillo.

Faenza, 1 settembre 2016

Edward Necki

Consigliere comunale de L’Altra Faenza

 

Comunicato stampa

 

Solidarietà alle vittime del terremoto

 

Col terremoto del 24 agosto in Centro Italia un’altra gravissima sciagura si è abbattuta sul nostro Paese provocando decine di morti, migliaia di senzatetto e danni ingentissimi.

L’Altra Faenza” esprime cordoglio per le vittime e vicinanza a quanti hanno perso la casa e ogni loro avere. Il primo impegno dev’essere quello di soccorrere le popolazioni colpite nel modo più rapido ed efficace. In queste ore il compito principale spetta alla macchina dei soccorsi, alla Protezione civile, ai Corpi dello Stato e alle organizzazioni del volontariato. A loro debbono andare tutto il sostegno e la collaborazione di cui c’è bisogno.

Ma è altrettanto necessario che non si ripetano le vergogne dovute a inefficienze, speculazioni e passerelle per mettersi in mostra alle quali abbiamo già troppe volte assistito.

Quest’ultimo episodio conferma quanto ci sia bisogno di avviare un coraggioso piano per la messa in sicurezza del territorio. Meglio spendere soldi per prevenire piuttosto che doverlo fare rincorrendo le emergenze e piangendo i morti. Questa sarebbe anche una straordinaria occasione per il rilancio dell’economia e per creare occupazione.

L’Altra Faenza” parteciperà concretamente alla campagna di solidarietà che si sta attivando in tutto il Paese.

 

Faenza, 24 agosto 2016

 

 

L’Altra Faenza

 

 

Comunicato stampa (22 agosto 2016)

REFERENDUM COSTITUZIONALE

SI e NO a confronto

Si comincia da Faenza

 Con Casadio, Papignani, Tarozzi e Viroli

1 settembre 2016

Ore 21

Auditorium Sant’Umiltà

 

Il Comitato provinciale per il NO sostiene da tempo la necessità di un confronto pubblico e “civile” fra le due opposte posizioni referendarie che si confronteranno nel referendum d’autunno.

Il Comitato per il NO di Faenza ha quindi accolto con convinzione l’invito della Associazione Insieme per Cambiare ad un confronto a più voci. Abbiamo indicato quella di Maurizio Viroli, docente emerito di teoria politica a Princeton – collabora con i nostri Comitati dal 2006, quando il Referendum costituzionale lo vincemmo - che spesso pubblica efficaci articoli “costituzionali” su il Fatto, e Bruno Papignani, segretario regionale Fiom. Per il SI partecipa Claudio Casadio, fino a poche settimane fa presidente della Provincia, e Tomaso Tarozzi ad di IEMCA e vicepresidente di Confindustria di Ravenna

Finalmente un confronto, è il caso di dire!
Dopo mesi di propaganda a senso unico, di occupazione “totalitaria” della Rai e delle altre maggiori emittenti televisive da parte del governo, dopo la totale assenza di coinvolgimento dei cittadini e dei suoi stessi sostenitori da parte del Pd durante la discussione parlamentare, e sparute iniziative dei Comitati del Si, la lodevole iniziativa dell'Associazione Insieme per Cambiare  farà discutere direttamente fra loro i rappresentanti del Si e del No al referendum costituzionale affinché i cittadini possano meglio e in condizioni di parità comunicativa - senza la quale non esistono armi pari - formarsi una propria opinione.

Soltanto ora, finalmente, il Presidente del Consiglio si è convinto che non gli conviene un plebiscito su di sé. Che sia stato l’esito delle amministrative a convincerlo?
Comunque sia, sembra diventato  possibile discutere del merito, e confrontarsi sui contenuti della “nuova” Costituzione  Boschi-Renzi.
Contiamo sul fatto che il contraddittorio possa essere veramente sul merito e che argomenti demagogici quali il - falso e comunque trascurabile - risparmio di milioni di euro come motivazione fondante della riforma, o che un eventuale NO dei cittadini a questa riforma “non rispetterebbe il lavoro fatto in Parlamento”, vengano finalmente fatti cadere.

In realtà, la discussione parlamentare non è mai stata alla luce del sole ma nelle segrete stanze. Basti ricordare al patto del Nazareno con Berlusconi, dai contenuti tuttora oscuri.
A seguire, dopo la rottura di quell'accordo, il patto con i verdiniani ed altre decine di parlamentari transfughi, anche questo oscuro, ma con una evidente modifica  della maggioranza di governo.

Altre motivazioni per il SI, estranee al contenuto della riforma, piovono da Confindustria, con calcoli fantascientifici, spietatamente giudicati privi di ogni attendibilità dagli stessi tecnici, e negli ultimi giorni addirittura dal Wall Street Journal (il governo certamente non c'entra), che vuole  attribuire ad un successo del NO un significato analogo al voto inglese sulla Brexit, con relative nefaste conseguenze sull'Europa e sull'economia dell'occidente.
Insomma, tutti argomenti che cercano di distorcere la volontà dei cittadini dai contenuti della modifica costituzionale, in sostanza, una serie di ricatti alla libertà degli elettori.

Ci auguriamo che tali argomenti rimangano fuori dalle ragioni che i sostenitori del SI ci proporranno negli spazi pubblici di confronto – altri incontri fra SI e NO sono in corso di definizione nella nostra provincia, per iniziativa del Comitato provinciale per il NO - e che si possa discutere di quale nuovo bicameralismo nascerà da questa “riforma”, se più efficiente o più confuso e conflittuale. Quali saranno gli effetti sulla forma di governo. Una democrazia “decidente” o una concentrazione di poteri nel governo con esautoramento progressivo del Parlamento?
Più diritti per i cittadini o una limitazione di quelli loro riconosciuti finora dalla Costituzione repubblicana? 

Questi sono i temi su cui discutere, nel rispetto della intelligenza e della responsabilità di chi dovrà scegliere liberamente – libertà è piena solo se adeguatamente informata – fra SI e NO.

Alessandro Messina
Comitato per il NO di Faenza e Comitato Referendario per il No della Provincia di Ravenna