Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

Gentili Soci e Simpatizzanti del Centro Pace

sono frequenti gli episodi in cui alunni, anche della scuola primaria, vengono invitati a visitare caserme delle Forze Armate ed effettuare prove di tiro a mano armata. 

La tragedia avvenuta oggi negli Stati Uniti dimostra ancora una volta che è urgente porre un freno a queste iniziative, prima che anche nel nostro Paese si verifichino episodi tragici come quelli che sempre più frequentemente vengono presentati dagli organi di informazione sotto il titolo "Strage alla scuola...".

il Centro Pace vi invita a firmare questa petizione che promuove percorsi didattici capaci di educare alla Pace ed alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, e condanna esplicitamente ogni iniziativa che abbia a coinvolgere alunni della scuola nell'uso delle armi.

https://www.change.org/p/ministero-della-difesa-promuova-percorsi-didattici-capaci-di-educare-alla-pace-ed-alla-risoluzione-nonviolenta-dei-conflitti-e-condanni-esplicitamente-ogni-iniziativa-che-abbia-a-coinvolgere-alunni-della-scuola-nell-uso-delle-armi

Un saluto di Pace
Centro per la pace

https://youtu.be/KJZI02bdVWI

 

Esplosa nei giorni scorsi, la notizia ha assunto i contorni di uno scherzo di fine Carnevale, uno scherzo di pessimo gusto: nell’area alla confluenza fra via Oberdan e via Emilia Ponente sorgerà l’ennesimo supermercato. Già circolano i primi dettagli. Si tratta di un punto vendita della Aldi Süd controllata dell’austriaca Hofer, costola del gigante tedesco della distribuzione Aldi che già possiede 4.700 negozi disseminati in otto Paesi europei.

Com’era già avvenuto recentemente per l’area ex-Cisa, il Consiglio comunale non è stato investito della questione neppure per un minuto. Se n’è occupato il Consiglio dell’Unione della Romagna faentina, un ente di 2º grado, non eletto, del quale pressoché nessuno sa dell’esistenza e delle competenze.

Eppure si tratta di una decisione dalle conseguenze pesanti ed evidenti a tutti.

Nella zona oltre Porta Imolese si avrà una concentrazione di grandi strutture commerciali – Le Cicogne in via Galilei, Lidl in via Oberdan, Conad City in via Valgimigli, Aldi Süd in via Emilia Ponente, un’altra ancora è prevista nel terreno ex-Cisa – della quale non si comprendono né la logica né la convenienza.

Abbiamo già avuto occasione per dirlo: se le famiglie hanno meno soldi da spendere – checché ne dica la propaganda sparsa a piene mani in queste settimane di campagna elettorale – che senso ha concedere le autorizzazioni necessarie per l’apertura di nuovi centri commerciali?

Questi insediamenti determinano – soprattutto per i residenti nelle zone interessate – problemi di viabilità e di traffico, di inquinamento acustico e ambientale, di maggior pericolo. Infliggono un ulteriore colpo alla rete distributiva costituita dai negozi di vicinato, già decimata da anni di crisi e dall’invadenza dei supermercati. Nel caso di gruppi stranieri, rastrellano denaro che finisce all’estero anziché esser reinvestito in ambito locale e rispondono al fisco dei rispettivi Paesi. Le grandi strutture commerciali spesso adottano politiche che non si pongono in alcun rapporto con i produttori agricoli e con l’economia locale. E, offrendo prodotti provenienti da ogni parte del mondo (con i relativi costi), cambiano in peggio abitudini alimentari e di consumo.

Aggiungiamo che la scelta di Aldi Süd di insediarsi a Faenza può non essere casuale: una catena che fa della concorrenza al ribasso nei confronti dei discount (Lidl soprattutto) la sua strategia di mercato, basa ovviamente le sue decisioni su analisi che tengono conto del potere d’acquisto e della disponibilità dei consumatori a subordinare la qualità al prezzo. Indice, questo, di impoverimento e di disagio. Così evidentemente vedono Faenza.

Nessuno, inoltre, si nasconda dietro il miraggio di qualche posto di lavoro: a proposito di Aldi, si legge in Internet che il gruppo è “molto criticato dai sindacati per il trattamento riservato ai dipendenti, spesso sfruttati e mal retribuiti”.

Perché dunque vengono prese decisioni simili? Nell’interesse di chi? E' questa l'idea di sviluppo della città che ha in mente l'Amministrazione? Non era fra gli obiettivi di mandato del sindaco Malpezzi ridurre o disincentivare la cementificazione e le nuove urbanizzazioni? 

L’Altra Faenza chiede che, su questioni di tale rilevanza, il Consiglio comunale sia messo in condizione di discutere e di decidere. E, vista la piega, chiede se c’è da aspettarsi l’arrivo di altri centri commerciali.

 

Faenza, 15 febbraio 2018

 

L’Altra Faenza

 

Il Comitato spontaneo “Adottiamo Castel Raniero” in data 10 febbraio 2018 si è riunito per porre nuovamente l’attenzione sullo stato di abbandono e degrado in cui la Colonia versa. Lo stato di degrado sta riguardando non più solo la Colonia, ma anche il parco e soprattutto la casa del Custode che non essendo più presidiata come lo era in passato in forza dell’assegnazione temporanea, da parte della proprietà, ora ASP della Romagna Faentina, fatta all’Associazione “Gli Amici del Fontanone” il cui Presidente, Gaetano Asirelli, è oggi il referente del Comitato. Infatti l’Associazione “ Gli Amici del Fontanone” fa parte delle Associazioni che hanno aderito al Comitato.

Avendo appreso dalla stampa locale l’interesse da parte di soggetti appartenenti alla Sanità privata per una possibile ristrutturazione della Colonia finalizzata a scopi sanitari”, rilanciamo, ad oggi, il nostro interesse per la gestione del parco con l’utilizzo della casa del custode, affinchè anche questo immobile non degradi “a rischio di crollo”.

Anche per il 2018, così come già è avvenuto nel 2017, “La musica nelle Aie” non potrà trovare fra i suoi spazi, la corte della colonia, che negli anni precedenti ha costituito occasione per i partecipanti di visitare il parco, con grande successo.

Il Progetto presentato dal Comitato nel luglio 2015 è ritenuto tuttora valido per cui si ribadisce come già fatto con un comunicato stampa nell’agosto 2017, quali siano alcuni primi passi da affrontare che prevedano azioni preliminari di tutela a cui far seguire:

azioni per la fruizione del sito in condizioni di sicurezza;

azioni per inserire il sito in circuiti di interesse ambientale e turistico;

messa a punto di un modello di gestione economica a fini di reddito e di occupazione.

Tali azioni ovviamente possono essere poste in essere solo in collaborazione con i soggetti istituzionali territoriali e non solo. Alcune opportunità come già evidenziato dal Comitato sono l’entrata in vigore del Codice del “Terzo settore” che prevede, per l’associazionismo, la possibilità di avvalersi dell’istituto del “social bonus” in caso di recuperi del patrimonio storico/artistico.

Il Comitato rilancia quindi il proprio progetto tuttora valido, rendendosi però disponibile a mettersi intorno ad un tavolo alla presenza della proprietà e del Comune di Faenza, socio maggioritario dell’Asp della Romagna Faentina, per valutare insieme interventi condivisi che fermino il degrado in cui la Colonia, la casa del custode ed il parco oggi si trovano.

Dispiace che in questo anno 2018, centenario della Vittoria della Prima Guerra mondiale – i soldi raccolti con sottoscrizioni pubbliche per erigere anche a Faenza un monumento ai Caduti della Guerra ed alla Vittoria furono destinati all’acquisto dell’area, perché la progettata Colonia “elioterapica”(dell’Ente Ospizi Marini e Montani) venne giudicata più utile ed importante di un monumento celebrativo, per i moltissimi orfani di guerra e per le loro famiglie – e preoccupa non si sia imboccata una via, tra quelle indicate dal Comitato, per garantire l’uso e la fruizione pubblica di questo che è un autentico Bene Comune di straordinaria importanza e valore, storico e ambientale, che si trova a pochissima distanza dalla ferrovia FIRENZE - FAENZA (– RAVENNA), che per molto tempo, dalla sua inaugurazione il 24 aprile 1893 (125 anni fa), funzionò come vera metropolitana di superficie con fermata a richiesta anche ad Errano, a poche centinaia di metri in linea d’aria “sotto” la Colonia. E dispiace il “silenzio pubblico” di chi questo patrimonio è chiamato a gestire per conto dell’intera comunità.

Il Comitato è disponibile a collaborare con la proprietà, anche rendendosi disponibile, nell’immediato, alla sola gestione del parco, con il presidio della casa del custode perché ritiene che l’amore per il proprio territorio e il grande desiderio di recuperare la Colonia di Castel Raniero siano fondamentali per lavorare insieme, positivamente.

Faenza, 12 febbraio 2018

 

Il Comitato Spontaneo “Adottiamo Castel Raniero”

 

Con espressioni decisamente sopra le righe, il M5S ha accusato L’Altra Faenza di essere passata con la maggioranza a Palazzo Manfredi “accomodandosi” col Pd. Sarebbe avvenuto nel corso della seduta consigliare del 29 gennaio scorso, al momento di esprimersi su una mozione proposta dal Comitato Art. 32 e fatta propria dallo stesso M5S, dalla Lega Nord e da Rinnovare Faenza. Il tema riguarda l’obbligo di sottoporre i bambini alle vaccinazioni previste dal cosiddetto “decreto Lorenzin” e il completamento da parte di tutti dell’anno scolastico 2017-2018.

Come la pensa a proposito di vaccini, L’Altra Faenza l’ha espresso chiaramente da mesi: essi costituiscono uno dei più grandi progressi nella storia della medicina, metterne in dubbio l’efficacia per la salute pubblica e disquisire sui costi a carico della collettività è fuorviante e privo di fondamento.

Certo, a complicare la questione è stata una politica pasticciona con un modo di procedere che anziché informare e convincere ha imposto, suscitando perplessità e fastidio in tante famiglie. Una materia così complessa e delicata andava e va trattata avendo chiari tre obiettivi: il diritto alla salute, la libertà di scelta consapevole, il diritto all’istruzione.

Le due mozioni discusse in Consiglio comunale puntavano – con accenti diversi, ma con lo stesso obiettivo – a garantire la continuità didattica per l’anno in corso anche ai bambini non vaccinati ammessi in asili nido e scuole materne. La data ultima per provvedere alla vaccinazione è il 10 marzo prossimo. Com’è evidente, non corrono alcun rischio le famiglie – sono la stragrande maggioranza – che hanno ottemperato agli obblighi di legge, né le famiglie che intendono farlo e sono in ritardo per motivi che non dipendono dalla loro volontà. Chi decide consapevolmente di non adempiere tale obbligo se ne assume la responsabilità.

L’Altra Faenza è dell’opinione che se una legge è sbagliata bisogna cambiarla, non eluderla. Soprattutto se così facendo si mette a repentaglio la salute degli altri. Il consigliere Edward J. Necki si è attenuto con coerenza a questi criteri. A lui va il pieno e convinto sostegno de L’Altra Faenza.

Far politica nell’interesse dei faentini non vuol dire essere sempre contro, né cavalcare con disinvoltura tutte le espressioni di dissenso. L’efficacia della propria azione non dipende dai toni polemici. Convinta di ciò L’Altra Faenza non ha esitato a dar ragione al sindaco Malpezzi quando ha difeso il Punto nascite a Faenza, così come ha sempre ricercato il massimo consenso possibile nel farsi promotrice di pronunciamenti ed impegni del Consiglio comunale su temi importanti come la salute e l’ospedale, la necessità di eliminare l’amianto, sulla vertenza Cisa e su altro ancora.

Spesso in quelle occasioni anche il M5S ha votato assieme alla maggioranza, intendeva forse entrare a farne parte? Se così non è, perché oggi accusa di questo L’Altra Faenza? Siamo in piena campagna elettorale: la sensazione, nettissima, è che pur di racimolare qualche voto non ci si faccia grandi scrupoli.

L’Altra Faenza continuerà ad assolvere il suo ruolo di forza di opposizione, stando al merito e forte delle sue convinzioni. E continuerà a ricercare convergenze – anche col M5S e con la maggioranza – ogni qual volta ciò risulti utile per l’adozione di provvedimenti che vadano nell’interesse dei faentini.

Faenza, 1 febbraio 2018

L’Altra Faenza

Vedi le posizioni sostenute e il comunicato dal M5S

 

 

 

Come associazioni ambientaliste ci sentiamo di dire la nostra riguardo al PUMS, rispondendo ai timori di commercianti e artigiani.

Vorremo far notare che in molte città dove si sono fatte zone pedonali il commercio ha funzionato, guardiamo Bologna che da anni chiude al traffico la zona centrale (area T).

D’altra parte, se i centri storici muoiono, non è per colpa delle isole pedonali, ma soprattutto a causa dei nuovi centri commerciali che stanno sorgendo ovunque, tra cui quello previsto nell’area ex Cisa, verso il quale abbiamo già espresso i nostri pareri contrari, così come hanno fatto le associazione dei commercianti. 

Ci sentiamo vicini e solidali ai negozi e alle botteghe del centro, ma se i centri storici sono invasi da traffico e smog, ridotti a parcheggi, questo non giova né alla salute, né all'ambiente, né al turismo, né al commercio.

Vogliamo una città a misura di essere umano, centri storici vivibili, sicuri e accessibili in modo sostenibile da tutti, centri animati da iniziative culturali. Quindi ben vengano l'allargamento della zona pedonale e l'estensione della ZTL a tutto il centro.

Da tempo chiediamo la pedonalizzazione della piazza davanti la biblioteca, ma non solo. Chiediamo la chiusura delle vie davanti alle scuole negli orari di entrata e uscita, la realizzazione di piste ciclabili interconnesse, doppio senso per le bici, più mezzi pubblici, e non ultimo maggiori controlli dei vigili contro i “parcheggi selvaggi”. 

In un contesto nazionale e globale di emergenza ambientale con 90 000 decessi l’anno in Italia per inquinamento atmosferico (record europeo), Il PUMS e il PAIR 2020 devono affrontare tutti gli aspetti: dalle “emissioni domestiche dovute agli impianti di riscaldamento”, ai trasporti (non solo nel centro storico), al carico e scarico delle merci, fino ad arrivare ai comportamenti individuali di tutti i cittadini.

Come associazioni ambientaliste presenteremo un documento specifico e chiederemo all'Amministrazione Comunale di essere ascoltati in merito.



Legambiente Lamone, Fiab Faenza Forlì, Salvaiciclisti Faenza.