Dopo l'aggressione alla Cgil. Il balletto delle mozioni al senato. Destra e centrosinistra non si votano contro. Passa un ordine del giorno che impegna il governo «a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale»
Forza nuova: Giuliano Castellino e Roberto Fiore nella piazza dalla quale è partito l'assalto alla Cgil
Undici giorni dopo l’assalto fascista alla Cgil, depositata un po’ di polvere sui perentori inviti a sciogliere immediatamente per decreto Forza nuova, al senato restano gli atti parlamentari e arriva il giorno in cui bisogna votarli. La maggioranza di governo è spaccata e nessuna delle due metà ha i voti necessari. Eppure alla fine due documenti vengono approvati e tutti si dicono soddisfatti. Com’è successo?
Palazzo Madama, ieri pomeriggio. Le mozioni sono tante. Quattro, diverse, del centrosinistra in senso lato. Quella del Pd e quella del M5S chiedono al governo di «adottare i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza nuova». Non si parla di scioglimento per decreto legge, modalità prevista dal secondo comma dell’articolo 3 della legge Scelba ma mai utilizzata, essendo i precedenti scioglimenti arrivati con decreto ministeriale e «vista» una sentenza di condanna. Draghi è sembrato orientato a seguire questa via già battuta, quando in conferenza stampa ha sottolineato che il caso Forza nuova è all’attenzione della magistratura. Ma dalla manifestazione di sabato scorso e dai sindacati è arrivata, invece, una richiesta di scioglimento immediato. Allude proprio al decreto legge la terza mozione, quella di Italia viva che chiede al governo di adottare un atto «con urgenza». Mentre non indica il provvedimento, ma aggiunge anche CasaPound e Lealtà e azione alla lista delle formazioni da sciogliere, la mozione di Leu firmata anche dalla senatrice a vita Segre.
Per non farsi mancare niente, ci sono anche le mozioni della destra. Fratelli d’Italia traduce plasticamente l’iper attivismo di Meloni sul tema fascismo firmandone ben due. Una solitaria che nelle premesse ripercorre i crimini del comunismo e impegna il governo a contrastare tutti i totalitarismi e l’estremismo islamico. Si erano dimenticati l’antisemitismo, ma lo inseriscono in corsa con un nuovo paragrafo che fa anche tanti esempi, tutti a carico della sinistra. Fratelli d’Italia firma in sovrappiù la mozione di tutto il centrodestra, con Lega e Forza Italia, che nelle premesse se la prende con i centri sociali, Indymedia (buonanima), i No Tav . A questo punto tocca ricordare che l’occasione per questo dibattito in senato è l’aggressione neofascista alla Cgil. Il dispositivo della mozione di centrodestra impegna il governo «ad adottare tempestivamente ogni misura prevista dalla legge per contrastare tutte, nessuna esclusa, le realtà eversive». Nella terza versione del testo si ricordano anche dell’antisemitismo. E tolgono «tempestivamente». Alla fine è l’unica mozione che sopravvive.
Perché dalle quattro mozioni di Pd, Leu, M5S e Iv viene fuori un testo comune, presentato però come ordine del giorno, che asciuga le premesse e conclude con un dispositivo che è identico a quello originario di Pd e M5S. Indica l’obiettivo dello scioglimento di Forza nuova, ma non lo strumento (decreto legge o decreto legislativo dopo una sentenza). «Per essere chiari – dice in dichiarazione di voto la capogruppo del Pd Malpezzi, ed evidentemente ce n’era bisogno – non è lo scioglimento a opera del parlamento di un partito». Soluzione diversa dall’ordine del giorno comune non c’era, visto il regolamento del senato, per non presentarsi al voto con quattro mozioni diverse. Resta l’ultimo problema, perché al governo tocca dare un parere.
Ed ecco il sottosegretario Scalfarotto che di fronte a una maggioranza che sta un po’ di là e un po’ di qua decide di rimettersi all’aula.
Questo ufficialmente. Dietro le quinte il governo chiede ai gruppi parlamentari di evitare di votarsi contro, eventualità che oltretutto avrebbe rischiato di non far passare nessun documento. Sai che figura. E allora nessuno chiede il voto elettronico, che avrebbe registrato le scelte dei senatori, e si finisce con due belle alzate di mano. La parte sinistra della maggioranza vota solo il suo ordine del giorno e non vota sulla mozione. La parte destra della maggioranza e con lei Fratelli d’Italia vota solo la sua mozione ma non vota contro gli altri. Il senato approva entrambi gli atti di indirizzo. Sono tutti contenti.
Pochi ma buoni. Dei 5 milioni di cittadini chiamati ai ballottaggi, circa la metà votava a Roma, dove per il neosindaco è andato ai seggi un elettore su quattro, con un collasso della rappresentanza che ci restituisce la sostanza di una pallida democrazia
Un anno dopo le elezioni regionali celebrate in piena pandemia, quando la cartina geografica, dal Piemonte alla Sicilia, era dominata dal centrodestra, l’orientamento restituito dal voto comunale questa volta porta le insegne vincenti del centrosinistra, con un risultato per molti versi sorprendente. E dunque ieri ha avuto buon gioco il segretario del Pd nel sottolineare come «i nostri elettori siano più avanti di noi», perché i voti piddini e quelli pentastellati «si sono mescolati», a Roma come a Torino.
Le leadership di Letta e di Conte ne escono rafforzate, sia all’interno dei rispettivi recinti, sia all’esterno, su quanti, da Renzi a Calenda, mal digeriscono l’alleanza giallorossa. Naturalmente quando verrà il turno delle elezioni politiche (e ancor prima quella del presidente della Repubblica) i giochi saranno di altra natura, e nulla autorizza trionfalistiche conclusioni.
Godiamoci dunque il pesante cappotto del 5 a 0 subito dalle destre nelle
Leggi tutto: Vincitori di un popolo in fuga - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)Una piazza San Giovanni gremita, come non si vedeva da tempo: 200mila persone, secondo gli organizzatori, hanno preso parte alla manifestazione “Mai più fascismi” indetta dai sindacati a Roma dopo l’assalto alla sede della Cgil di sabato scorso.
“Questa bellissima piazza parla a tutto il paese”, afferma il segretario della Cgil Maurizio Landini, salendo sul palco. Questa “non è solo una risposta allo squadrismo fascista, è qualcosa di più: questa piazza rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare il Paese, che vuole chiudere la storia della violenza politica. Essere antifascisti si è per garantire la democrazia di tutti e i principi fondamentali della nostra Costituzione”. E ancora: “Questa piazza chiede atti concreti, dalla solidarietà si deve passare all’azione concreta, lo Stato dimostri la sua forza democratica nell’applicare le leggi e i principi della Costituzione”.
https://www.huffingtonpost.it/entry/sindacati-al-via-manifestazione-oltre-60mila-in-piazza_it_616ac15ee4b01f6f7e49c542
Marci su Roma. Tante gente al presidio davanti alla sede nazionale. Il segretario: sabato grande manifestazione "Mai più fascismi". Delegazioni da tutti i partiti
La manifestazione della Cgil davanti alla sede nazionale dopo l'assalto fascista di sabato © Foto Cgil
A meno di sedici ora di distanza dall’assalto fascista alla sede nazionale della Cgil la risposta di mobilitazione democratica arriva pronta ed efficace. Davanti a Corso d’Italia già mezz’ora prima delle 10 non si riesce a camminare. Almeno un migliaio di persone rispondo subito all’invito del sindacato per reagire “all’assalto squadrista”. Mentre si prepara già la grande manifestazione unitaria con Cisl e Uil “Mai più fascismi” per il 16 ottobre, sabato pomeriggio con piazza San Giovanni già prenotata per le troppe richieste che renderebbero piazza del Popolo troppo piccola.
Tanti giovani che cantano a squarciagola e ripetutamente “Bella ciao” e “Ora e sempre Resistenza”, fin troppi politici e persone da tutta Italia che restano a scambiarsi indignazione e voglia di mobilitarsi ben dopo il discorso di Maurizio Landini, unico a parlare. A Roma come in tutte le Camere del Lavoro, obiettivo ieri come esattamente cento anni fa dei fascisti.
La devastazione della “Capitol Hill italiana” è impressionante. I Forzanuovisti di Roberto Fiore hanno devastato buona parte del piano terra della sede dalla Cgil, distruggendo computer e uffici, rovinando quadri sotto le foto di Di Vittorio.
“Un atto fascista e squadrista: deve essere chiaro: se qualcuno ha pensato di intimidirci, di metterci paura, di farci stare zitti, deve sapere che la Cgil e il movimento dei lavoratori hanno già sconfitto il fascismo in questo Paese e riconquistato la democrazia. Non ci intimidiscono, non ci fanno paura”, esordisce il segretario generale della Cgil.
Leggi tutto: Landini: risponderemo con la partecipazione all’assalto squadrista
Commenta (0 Commenti)CGIL Nazionale (@cgilnazionale) Tweeted:
Noi ai fascisti rispondiamo così: domani tutte le nostre sedi saranno aperte e davanti alla #Cgil nazionale si terrà un presidio democratico.
Appuntamento a partire dalle 10 e in diretta su
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Diritto d'asilo. Un’identità europea costruita sulla figura dello straniero come nemico va combattuta senza se e senza ma. I muri e il filo spinato, così come la criminalizzazione dei migranti, possono rappresentare la tomba dell’idea stessa di Europa unita
Polizia slovena ferma migranti al confine con l'Austria nel 2015 © Darko Bandic /Ap - LaPresse
C’era una volta il muro di Berlino. Tra i 12 governi dell’Ue che hanno chiesto alla Commissione Europea di tornare a erigere muri intorno ai nostri confini, molti sono i nostalgici del nazismo. «La scimmia del quarto Reich ballava la polca sopra il muro», scriveva Faber. L’ideologia dei muri e delle divisioni, che pensavamo di aver scacciato dalla nostra comune storia europea quel 9 novembre del 1989, torna prepotentemente a minare la pace e la convivenza tra i popoli del vecchio continente.
Siamo di fronte a un pesante rafforzamento del campo sovranista e razzista, soprattutto in assenza di un soggetto altrettanto forte e determinato che promuova i diritti e la democrazia. L’attacco delle destre, sempre più determinate e organizzate, ai principi dell’Ue e del diritto internazionale potrebbe far capitolare le forze democratiche, in assenza di un orizzonte comune e di una classe dirigente all’altezza della sfida che abbiamo davanti.
Questa vergognosa richiesta di finanziare la costruzione di muri e recinzioni a difesa dell’ideologia sovranista non è purtroppo una novità nelle politiche dei governi europei ed è la naturale evoluzione di quanto la Commissione propone con il «Patto Europeo su Immigrazione e Asilo».
Da anni intorno ai confini dell’Ue in Grecia, in Bulgaria, in Slovenia come nell’enclave africana della Spagna, a Ceuta e Melilla, i governi hanno eretto mura e realizzato sofisticati sistemi di controllo, simili a quelli tra Messico e Usa che tanto piacevano a Trump, per impedire che le persone possano entrare nell’Ue.
Muri e sistemi di controllo finanziati dall’Europa sono stati implementati
Leggi tutto: Contro il futuro nero dell’Europa - Filippo Miraglia
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