Più di 70 morti in un naufragio al largo della Libia. Altri 70 sulla rotta spagnola. È sempre più un viaggio senza speranza quello dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa. Intanto in Italia il primo sì della Camera al decreto che ostacola i salvataggi delle Ong
IL TESTO ATTESO AL SENATO PER L'APPROVAZIONE DEFINITIVA. 187 voti a favore, 139 contrari e 3 astenuti. Le opposizioni: «Decreto naufragi»
Tutto come previsto. Il decreto Piantedosi, che renderà più difficile il lavoro delle ong impegnate a salvare i migranti nel Mediterraneo, ha fatto il primo passo verso la sua trasformazione in legge. Con 187 voti a favore, 139 contrari e 3 astenuti la Camera ha licenziato ieri il testo che passa adesso al Senato per il via libera definitivo, che dovrà avvenire entro il 3 marzo prossimo. Inutili gli appelli a un ripensamento rivolti al parlamento dalle organizzazioni umanitarie, che anche ieri hanno denunciato come le nuove norme rischiano di avere «effetti mortali» sulle persone in fuga lungo quella che è considerata una delle rotte più pericolose al mondo. Inutile anche il richiamo del Consiglio d’Europa che per gli stessi motivi nelle scorse settimane all’esecutivo aveva chiesto di ritirare o almeno modificare il testo. Niente da fare.
Inascoltato di fatto in Europa per quanto riguarda l’immigrazione, il governo ha fatto del decreto ong una bandiera alla quale a tutti i costi non intende rinunciare, un risultato
Leggi tutto: Via libera della Camera alle norme anti ong
Commenta (0 Commenti)Il centrodestra di governo vittorioso in 5 mesi ha smarrito 1,4 milioni di voti. Ma il grande partito dell’astensione ha colpito un centrosinistra diviso e in cerca di futuro. Il Pd aspetta le primarie, i 5S smarriti nei territori, il Terzo polo con Calenda incolpa gli elettori
Non è uno scherzo. Per l’astensione ha smarrito 1,4 milioni di voti in cinque mesi. Ma gli altri (poco) di più. In Lombardia hanno votato due milioni di elettori in meno rispetto alle politiche. Nel Lazio un milione. Non sono turni omogenei, ma insieme hanno scritto il racconto di un’avanzata. Che i numeri smentiscono
Elezioni in Lombardia - LaPresse
Ma quanto ha vinto la destra nelle regionali di domenica e lunedì scorso? I dati assoluti, i voti veri, offrono la risposta che le percentuali nascondono. Perché quando la gara si fa su una base così ridotta dalle astensioni è una gara falsata. Valida, naturalmente, per assegnare vittorie e incarichi. Perché chi non partecipa e, nel caso delle liste, chi non riesce a motivare alla partecipazione, perde sempre. Molto meno valida però per valutare il peso reale delle forze in campo. Nei numeri assoluti il dominio della destra di cui parlano le percentuali dei candidati presidenti e dei partiti non si vede. Anche se questa non può essere una consolazione per l’opposizione che ha abbandonato il campo.
Prendiamo come riferimento i voti degli elettori residenti in Lombardia e nel Lazio alle elezioni politiche del 25 settembre scorso. Con l’avvertenza che naturalmente non si tratta di elezioni omogenee, le regionali hanno tradizioni e motivazioni diverse dal voto per il parlamento. Ma sono elezioni troppo vicine nel tempo per non essere considerate un punto di riferimento. Fanno parte della stessa narrazione, quella del risveglio della destra. La narrazione che i numeri veri mettono in
Leggi tutto: Quanto ha perso la destra - di Andrea Fabozzi
Commenta (0 Commenti)La destra vince le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia con Rocca e Fontana nel vuoto della partecipazione. Record di astensione, va a votare poco più di un elettore su tre con punte di uno su quattro nelle periferie. Fratelli d’Italia padrone della coalizione. Centrosinistra sparito e abbandonato ma subito litigioso. Debacle per Calenda e Conte
REGIONALI. Record negativo per tutte le votazioni nel Lazio: astensione al 62,8%. Poco sopra la Lombardia. A Roma nei seggi di periferia punte di un solo votante su quattro ai seggi. E' il punto di non ritorno di una crisi di sistema
È finita molto peggio della già molto cupe previsioni. A votare è andata una piccola minoranza di chi avrebbe dovuto scegliere presidenti e consiglieri regionali. Nel Lazio il 37,2% degli aventi diritto, meno di 1,8 milioni su 4,8 milioni di elettori. È un record negativo non solo per il Lazio e per le regionali, ma per la storia elettorale di tutto il paese e di tutte le elezioni. A Roma l’affluenza è stata la più bassa: 33,1% e il tracollo c’è stato nei municipi di periferia, est e ovest (Torre Angela e Ostia) dove ha votato poco più di un elettore su quattro.
Appena un po’ più contenuto il disastro della Lombardia, dove l’affluenza regionale si è fermata al 41,67%, vale a dire che su 8 milioni di elettori potenziali alle urne sono andati in 3,3 milioni. A Milano l’affluenza è stata di pochissimo superiore a quella della regione ma in città, al contrario che nella Capitale, la partecipazione è crollata più nei quartieri centrali che in quelli periferici.
Non era un piccolo test per via delle dimensioni dei territori coinvolti: alle urne avrebbe dovuto recarsi circa un quarto di tutto l’elettorato nazionale. Ed è la prima volta che ovunque si sia votato, senza eccezioni – due regioni, diciassette provincie (dodici in Lombardia e cinque nel Lazio) – l’ampia maggioranza delle elettrici e degli elettori abbia deciso di non partecipare. È dunque un punto di non ritorno. Il fatto che a scegliere presidenti e consiglieri siano stati in cos
Leggi tutto: Mai così pochi elettori. Destra prima nel vuoto - di Andrea Fabozzi
Commenta (0 Commenti)Un paese due scuole. Al Sud Italia mancano tempo pieno, mense, palestre. Svimez quantifica la differenza con il Nord in un anno rubato per i bambini del Mezzogiorno, su cui lo Stato investe 300 euro in meno a testa: «L’autonomia costituzionalizza i divari»
DIRITTI DI CITTADINANZA NEGATI. I dati Svimez: senza mensa, tempo pieno o palestra, rubato un anno ai bambini del Mezzogiorno. Giannola: «Con l’autonomia differenziata le disparità educative rischiano di costituzionalizzarsi cioè di diventare costituzionalmente garantite, una garanzia in peggio»
Napoli, elementare De Amicis - Ansa
Un bambino di 10 anni del Centro Nord ha assicurato, in media, 1.226 ore di formazione dal sistema scolastico pubblico; un suo coetaneo del Sud dovrà invece arrangiarsi con 200 ore in meno, niente mensa e quindi niente dieta bilanciata e pure niente palestra. Su questo mattoncino si sviluppa il sistema di diseguaglianze che frena l’Italia nel complesso e nega diritti di cittadinanza almeno a un terzo degli abitanti. La fotografia di come funziona, male, il Paese l’ha fornita la Svimez con l’Altra Napoli onlus nell’incontro «Un paese due scuole».
Scuola, la legge di bilancio taglia posti di lavoro al Sud
NEL SUD circa 650mila alunni delle primarie statali (79%) non beneficiano della mensa. In Campania se ne contano 200mila (87%), in Sicilia 184mila (88%), in Puglia 100mila (65%), in Calabria 60mila (80%). Nel Centro Nord gli studenti senza mensa sono 700mila, il 46% del totale. Di più: solo il
Leggi tutto: Scuola di serie A e di serie B, divario enorme tra Nord e Sud - di Adriana Pollice
Commenta (0 Commenti)A un anno dall’invasione, senza spiragli di pace, Volodymyr Zelensky interviene al Parlamento e al Consiglio europei. È giornata nera, invece, per Meloni: esclusa dal vertice Macron-Sholz, niente bilaterale con il presidente ucraino, e a mani vuote anche sui migranti
BILATERALE A BRUXELLES. La premier all’attacco per il mancato invito all’Eliseo con Scholz. Il presidente francese la gela
Giorgia Meloni a Bruxelles in attesa dell’inizio del Consiglio europeo - Ap
Doppio sgarbo, umiliazione su umiliazione. Prima l’estromissione dalla cena dei grandi, quella di mercoledì sera all’Eliseo. Poi il bilaterale a Bruxelles saltato all’ultimo momento, sostituito da un incontro di gruppo di Zelensky con altri sei capi di governo, al termine del quale il presidente ucraino e la premier italiana si sono solo intrattenuti faccia a faccia per alcuni minuti. Per Meloni una giornata nerissima.
Non è stato aggiunto alcun posto a tavola per la cena a tre dell’Eliseo di mercoledì sera, ospite Macron, illustri invitati Scholz e Zelenszy, Cenerentola di turno Giorgia l’Underdog: un’improvvisata che ha colto l’Italia di sorpresa e mandato fuori dai gangheri la premier. Tanto da farla contravvenire a un dogma della
Leggi tutto: Meloni resta nell’angolo. Scontro con Macron - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)Ormai 12mila le vittime del sisma in Anatolia, Erdogan si presenta sulle macerie, chiede unità ma blocca i social. Ha resistito a crisi, inflazione e corruzione, ma le case che crollano in un istante lo mettono davvero in difficoltà, cresce la rabbia dei turchi (e dei siriani)
Un appello di aiuto del Congresso Nazionale del Kurdistan
SIRIA/TERREMOTO. Intervista a padre Haroutioun. «Facciamo la nostra parte per aiutare chi ha perduto tutto ma non basta. Senza la fine delle sanzioni non sarà possibile fare di più per la popolazione»
La torre del castello di Aleppo - Haroutioun
Aleppo città martire, colpita da bombardamenti durante la guerra in Siria e ora devastata delle tre scosse di terremoto che hanno ucciso migliaia di persone e distrutto decine di migliaia di edifici nella Turchia meridionale e nel nord-ovest della Siria. La popolazione della seconda città siriana per importanza, nota per la sua bellezza e una lunga storia, lotta per sopravvivere e superare questa nuova dura prova. Accanto alle Ong e alle autorità locali, anche le Chiese cristiane partecipano all’assistenza degli abitanti gettati dal sisma nella disperazione. Ad Aleppo è presente anche il nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari. Ieri abbiamo raggiunto al telefono ad Aleppo padre Haroutioun, un francescano impegnato negli aiuti ai terremotati, per avere un quadro della situazione
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