A Firenze non basta Santa Croce per il corteo contro il pestaggio fascista, a Milano non basta piazza Oberdan per quello contro il naufragio di Cutro, dove Meloni ora dice di voler fare un consiglio dei ministri. Conte e Schlein insieme «sui temi concreti». Per loro è una scossa. Basterà?
La testa del corteo della manifestazione di Firenze - Aleandro Biagianti
Molte cose distinguono i progressisti dai conservatori, dai reazionari. Democrazia, giustizia, libertà, solidarietà, umanità, antifascismo. E proprio negli ultimi giorni, con la tragedia di Crotone, con l’assalto squadristico a giovani democratici fiorentini, abbiamo avuto la conferma di quanto sia profondo il divario tra il fronte che in un modo nell’altro sta all’opposizione e quello che ha dato vita al governo Meloni.
E ieri la piazza ha iniziato a fare scuola. Promossa da Cgil, Cisl e Uil, la manifestazione contro lo squadrismo che prova a rialzare la testa, ha riempito le assolate strade di Firenze con decine di migliaia di persone, e, aspetto non secondario, ha riunito sotto la bandiera antifascista quasi tutte le forze progressiste e di sinistra. Una risposta forte, popolare, costituzionale all’aria pesante che tira nel Paese.
Sicuramente è stato sonoro lo schiaffone ricevuto dall’improbabile ministro della pubblica istruzione Valditara, un campione di ipocrisia nel dare il benvenuto ai manifestanti. Proprio lui che, all’indomani del pestaggio davanti al liceo Michelangelo, e di fronte alla lettera della preside Savino, in difesa dei principi antifascisti, aveva minacciato provvedimenti disciplinari,
Leggi tutto: Primi passi di una lunga marcia - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)Oggi Firenze va in piazza per il pestaggio fascista al liceo Michelangiolo, e Milano per l’atroce naufragio di Cutro. Ci saranno quasi tutti, persino Conte e Schlein insieme. I ministri Valditara e Piantedosi nel mirino ma le proteste si saldano contro l’essenza reazionaria del governo. e anche a Faenza dalle 17 in piazza
Rossano Rossi, si picchiano gli studenti davanti alle scuole e si assaltano le sedi sindacali, come accaduto alla Cgil di cui lei è il segretario generale toscano. Insomma si respira un’aria sempre più pesante.
“E’ per questo che scendiamo in piazza, la scorsa settimana con Europe for Peace per chiedere la pace, e ora per manifestare contro un’aggressione squadrista, Sono rigurgiti da contrastare con forza, anche perché le risposte del governo o non sono arrivate, o sono state ampiamente insufficienti. Non guardo solo alle reazioni del ministro Valditara dopo il pestaggio degli studenti e la lettera della professoressa Savino del liceo da Vinci, che la Cgil condivide al 100%. Penso anche alle dichiarazioni del ministro Piantedosi di fronte a a un naufragio che ha provocato più di 100 morti fra uomini, donne e bambini migranti. A un ministro che, per fuggire dalla sue responsabilità, incolpa le vittime di essere partite. Sono parole che segnano davvero un punto di non ritorno”.
Al di là della sacrosanta difesa della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza al nazifascismo, che messaggio si attende dalla piazza fiorentina?
“Quello di combattere l’indifferenza e l’ipocrisia che da anni pervade la nostra società, come ricordato dalla lettera della preside Savino. Di fronte al pestaggio degli studenti la gente si girava da un’altra parte, solo un’altra professoressa, del Michelangelo, si è sentita in dovere di intervenire. E’ la stessa indifferenza che porta a fare le classifiche dei profughi, con quelli
Leggi tutto: Rossi, Cgil Toscana: “In piazza contro l’indifferenza e l’ipocrisia”
Non basta il documento-bocciatura dei Comuni e il no dei quattro governatori di sinistra: le Regioni di destra spingono in blocco l’autonomia differenziata, Calderoli annuncia un testo «definitivo» già nel prossimo consiglio dei ministri. La Cgil: non servono piccole patrie
Conferenza delle Regioni - Ansa
Le regioni accelerano, i comuni frenano: il braccio di ferro sull’autonomia differenziata va avanti. Ieri ad aprire i lavori è stata la Conferenza delle regioni: tra i mugugni del Sud, i presidenti di centrodestra hanno dato il via libera al ddl Calderoli. Solo 4 No dalle regioni di centrosinistra: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana. Il presidente di turno della Conferenza, Massimiliano Fedriga, ha provato a usare un tono conciliante: «Mi auguro che con il prosieguo del processo si possa trovare una ricomposizione con chi ha espresso parere contrario».
DA LOMBARDIA E VENETO toni di trionfo: «Finalmente il percorso per l’autonomia è partito, confidiamo che si possa arrivare presto a una risposta positiva» il commento del lombardo Fontana. E il veneto Zaia: «Parere favorevole a larghissima maggioranza, non è la secessione dei ricchi ma la volontà di dare modernità, efficienza e responsabilità al Paese». Cauto invece il forzista calabrese Occhiuto: «È l’avvio di un percorso non una cambiale in bianco, l’autonomia va bene a condizione che si superi la spesa storica e che si garantiscano i diritti sociali e civili, a prescindere dalla regione nella quale si vive».
A METTERSI DI TRAVERSO sono stati i comuni, in Conferenza unificata si sono presentati con una posizione comune affidata al presidente
Leggi tutto: Sfracelli d’Italia, la destra delle Regioni spinge l’autonomia - di Adriana Pollice
Commenta (0 Commenti)RELITTO DI STATO. La manifestazione per le dimissioni di Piantedosi lancia un ponte alle mobilitazioni di studenti, Friday for Future e all'8 marzo di Non una di Meno
La manifestazione a piazzale dell'Esquilino - Faralla
La manifestazione che chiede le dimissioni di Matteo Piantedosi si ritrova a Roma, a piazzale Esquilino. Cioè esattamente a metà strada tra il Viminale, la sede del ministero dell’interno, e la stazione Termini, dove da poche ore sono stati sgomberati senza tanti complimenti diversi profughi accampati. La legge del decoro urbano e quella del sovranismo si sposano, e le centinaia di persone che si ritrovano in piazza, convocate appena il giorno prima, sono il segnale che per molti e molte la misura è davvero colma. «Siamo qui contro Piantedosi e contro il governo Meloni – spiegano – Siamo contro l’Europa che paga Erdogan per chiudere le frontiere invece di organizzare flussi regolari e dare protezione a chi scappa da guerre. Se non la fate voi l’Europa, la facciamo noi: in questo momento l’Unione europea è vittima di Visegrad, garantisce i sovranismi invece di garantire il diritto alla fuga dei migranti».
E ancora: «Quella calabrese era una strage prevedibile ed evitabile. Sono morti i nostri fratelli che scappavano dall’Afghanistan dei Talebani, dall’Iran del regime, dalla Siria di Assad che bombarda anche dopo il terremoto. Le destre si fanno forti dell’indifferenza per questo bisogna unire le lotte e parlare con le persone».
Ci sono anche il presidente dell’ottavo municipio Amedeo Ciaccheri, la consigliera regionale civica (appena rieletta) Marta Bonafoni, l’ex segretario del Pd romano e oggi sostenitore di
Commenta (0 Commenti)MEDITERRANEO. Da decenni scriviamo contro ogni guerra e, di conseguenza, a favore di ogni salvezza e accoglimento per chi dalla guerra fugge in cerca di una nuova possibilità di vita. Così, […]
I soccorsi al lavoro sul luogo della tragedia - Lapressse
Da decenni scriviamo contro ogni guerra e, di conseguenza, a favore di ogni salvezza e accoglimento per chi dalla guerra fugge in cerca di una nuova possibilità di vita. Così, di fronte all’«ultima» strage a mare di migranti viviamo uno sconforto di rabbia e impotenza che ci fa dire che, ormai, scrivere è solo epigrafe. Di fronte all’evidenza delle responsabilità, sarebbe bastato un silenzio pietoso per gridare l’umanità sepolta nei cimiteri marini del Mediterraneo.
Invece no. Stavolta c’è un governo che straparla, giustifica e colpevolizza senza vergogna le vittime, e così facendo è come se rivendicasse, come un monito necessario, la strage di Cutro di persone annegate a cento metri dalla riva, dove il numero dei morti senza nome cresce di ora in ora.
«Non strumentalizzate questi morti» ha gridato nervosa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: possibile che non comprenda che con queste parole tradisce un malcelato senso di colpa? E poi c’è il barbaro in giacca e cravatta Piantedosi, che ripete convinto la sua litania funebre anche sul luogo del relitto: «L’unica cosa che va affermata è che non devono partire». Ma da dove partono e perché gli uomini, le donne e i bambini naufragati a Cutro? Sono partiti da Smirne, da quella Turchia riempita di miliardi di euro proprio perché bloccasse gli arrivi in Europa di centinaia di migliaia di esseri umani.
Spesso intrappolati senza scampo nell’inferno della rotta balcanica; dalla Turchia dell’ atlantico Erdogan ora alle prese con il disastro del terremoto e della marea
Leggi tutto: Il governo sul luogo del relitto - di Tommaso Di Francesco
Commenta (0 Commenti)MEDITERRANEO. Ancora da chiarire la catena dei soccorsi. Il Viminale minaccia il medico Amodeo che ribadisce: «Strage evitabile»
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - Ansa
È polemica sulle parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, volato domenica a Crotone per una riunione in prefettura dopo la strage di Steccato di Curto costata la vita ad almeno 63 persone (ma si temono 100 morti). Il titolare del Viminale da un lato ha dato tutta la colpa agli scafisti e agli stessi migranti, dall’altro ha respinto le domande che chiedevano maggiori dettagli sulla catena dei soccorsi. «L’unica cosa che va affermata è che non devono partire. Quando ci sono queste condizioni non devono partire», ha detto secco il ministro. Lui, ha dichiarato provando a mettersi nei panni di un migrante, non prenderebbe il mare neanche se disperato perché «educato alla responsabilità verso quello che si può dare al proprio paese». Pazienza che la situazione italiana non sia comparabile a quelle di Siria, Afghanistan o Iran, alcuni dei paesi di provenienza di morti e superstiti. Il victim blaming, cioè la colpevolizzazione delle vittime, in campo migratorio non è una prerogativa di Piantedosi: in Grecia ci sono rifugiati imputati per la morte dei figli che viaggiavano con loro. In alcuni casi sono stati condannati a decine di anni di carcere.
«PAROLE INACCETTABILI, Piantedosi si vergogni», attacca la deputata Pd Rachele Scarpa. «Le dichiarazioni del ministro sono scandalose: un misto di cinismo e assenza di rispetto»,
Leggi tutto: Piantedosi dà la colpa ai migranti. È bufera - di Giansandro Merli
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