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L’Altra Emilia-Romagna “ringrazia” il sindaco manfredo Malpezzi per l’intervento a tutela di un prodotto tipico della destra leghista: la cosiddetta famiglia tradizionale.
Si tratta, per chi non lo sapesse, di un piatto preparato partendo dal “matrimonio tra un uomo e una donna che rappresenta l'istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita e l'unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, anche attraverso, in casi estremi, gli istituti dell'affidamento e dell'adozione”.
Insomma, un nuovo prodotto dop, quasi un presidio slow food, degno di protezione al pari della mora e del raviggiolo. Purtroppo il sindaco Malpezzi che non ha gran dimestichezza di biodiversità e confonde le eccellenze con il Tavernello del suo ex e prossimo futuro datore di lavoro, si è scordato di quelle altre unioni affettive, prive del requisito del matrimonio ed eventualmente pure della differenze di genere, che invece costituiscono le forme di convivenza normali in tutta l’Europa esclusa l’Italia.
Anzi, soprattutto esclusa Faenza, dove invece lo stesso sindaco si propone di abbinare al Santo Natale la Festa della Famiglia Naturale. Sembrerebbe la trama di un cinepanettone se non fosse tutto vero, una vergogna nazionale, in quanto culminata con l’esortazione a Renzi a disconoscere il documento standard per l’educazione sessuale nella UE (per una volta, evidentemente, se ce lo chiede l’Europa possiamo fregarcene).
L’Altra Emilia-Romagna non si accontenta della tardiva mezza marcia indietro del PD: siamo per la laicità dello Stato, per i diritti civili, per l’accoglienza delle diversità, il contrasto alle omofobie, il riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni omosessuali. Senza se, senza ma. Perché per noi vengono prima le persone. E la famiglia non è una piadina: né dop né igp.

L’Altra Emilia-Romagna