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La fase di incontri per il “Patto di governance collaborativa, per uno sviluppo partecipato dell’Unione Romagna Faentina” del progetto “Fermenti” si è conclusa il 16 maggio scorso producendo un documento nel quale vengono richiamati obiettivi, metodi, azioni svolte e proposte che dovrebbero portare all’adozione del “Regolamento della partecipazione”. E’ doveroso dare atto a giovani che se ne sono occupati di aver svolto il compito con diligenza e con ammirevole impegno.

Va detto però che non può essere questo lo strumento che rimedia al grave deficit di coinvolgimento e di partecipazione che ha contrassegnato per cinque anni la “costruzione” dell’Unione dei Comuni. Il lavoro fin qui svolto è stato ambito pressoché esclusivo di un ristretto numero di amministratori di maggioranza e di funzionari. Forse è anche questa la ragione dello scarso coinvolgimento di alcune realtà associative nei vari incontri promosso da “Fermenti”.

Pur essendo rappresentata nel Consiglio comunale di Faenza e pur essendo il suo consigliere Edward J. Necki vicepresidente dell’Assemblea dell’URF, L’Altra Faenza non è mai stata messa in condizione di conoscere e tanto meno di discutere i corposi documenti scritti e riscritti dal 2012 in poi. Lo stesso è avvenuto per gli altri gruppi di minoranza, per le organizzazioni sociali e professionali, per le associazioni di volontariato.

Su queste problematiche di grande significato L’Altra Faenza ha promosso un convegno pubblico a più voci fin dall’aprile dello scorso anno. Un dibattito di merito, ricco di approfondimenti sia per gli aspetti giuridici e costituzionali che di funzionalità amministrativa, si è aperto grazie al lavoro di un gruppo numeroso di amministratori pubblici, di esperti e di cittadini.

Chi ha gestito tutta la partita dell’URF ha forse iniziato a rendersi conto delle incongruenze e delle criticità, dei pericoli insiti in un assetto delle istituzioni locali che svuota di ogni prerogativa e funzione gli organi dei Comuni espressione della volontà popolare.

E’ dunque necessario colmare il ritardo e aprire una fase nuova di confronto vero e costruttivo per mettere sui giusti binari l’Unione della Romagna Faentina. L’Altra Faenza auspica che ciò sia possibile nell’interesse delle nostre comunità, del diritto dei cittadini di sapere, di partecipare e di giudicare, in altre parole della vita democratica.

In un dibattito ampio e partecipato l’esito del lavoro svolto da “Fermenti” può costituire un utile contributo da recepire e utilizzare, non solo per dare valore alla cittadinanza attiva, alla cura dei beni comuni, alla trasparenza, ma anche per dar vita a veri istituti di partecipazione e di democrazia diretta, a partire dal “Regolamento della partecipazione”.

Nessuno pensi però che esso da solo possa rimediare a ritardi, a carenza di coinvolgimento e di partecipazione: la foglia di fico sarebbe davvero troppo piccola.

Faenza, 19 maggio 2018

L’Altra Faenza