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Vietato manifestare solidarietà nei confronti dei migranti, chi lo fa sappia che rischia di incorrere negli strali della Lega di Salvini. Cos’altro si deve dedurre dalle parole e dagli atti che si stanno abbattendo sugli studenti del Liceo “Torricelli-Ballardini”? La loro colpa è, appunto, quella di aver fatto appello a quanto afferma l’art. 2 della Costituzione – “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…” – riferendosi alla quotidiana tragedia dei migranti in Mediterraneo.

Prima un esposto alla Procura della Repubblica di Ravenna, poi un’interrogazione in Consiglio comunale e la minaccia di ricorrere al Provveditorato agli Studi. Quei ragazzi sono stati indottrinati da un’insegnante! tuonano i leghisti. Vedremo – aggiungono – se nel valutare le prove d’esame verranno premiati per questa loro strumentalizzazione.

Forse a questi signori sfugge che giovani giunti all’esame di maturità a conclusione di un intenso ciclo di studi possono avere loro idee, il diritto di giudicare e di esprimersi. Forse non sanno che la Costituzione (art. 33) sancisce la libertà di insegnamento quale prerogativa individuale dei docenti. Che riferirsi alla Costituzione e pretenderne il rispetto non è un atto politico di parte ma il dovere di ogni cittadino della Repubblica, ministri compresi. L’aver messo le mani sul governo sta dando loro un senso di onnipotenza: si ritengono in potere di bacchettare chi la pensa in altro modo.

A Faenza, come in tutta Italia, ci sono tante persone che provano compassione per l’umanità sofferente che bussa alle nostre porte fuggendo da guerre, fame e malattie. Tante che, in silenzio, spendono tempo ed energie in azioni di solidarietà verso gli ultimi. Tante che avvertono il rischio di precipitare in un mondo in cui l’egoismo e l’odio prevalgono sui valori di civiltà e di uguaglianza.

Noi stiamo dalla parte dei ragazzi del “Torricelli-Ballardini” e dei loro insegnanti. Li ringraziamo. Finché ci saranno giovani come loro, finché ci sarà una scuola che educa liberamente ai sentimenti positivi e alla cultura del rispetto e del diritto, la speranza di un Paese migliore continuerà a vivere, forte e insopprimibile.

Noi ci riconosciamo in quanto disse il Presidente Sandro Pertini rivolgendosi agli italiani nel messaggio di fine anno 1978: “Io sono orgoglioso di essere cittadino italiano, ma mi sento anche cittadino del mondo, sicché quando un uomo in un angolo della terra lotta per la sua libertà ed è perseguitato perché vuole restare un uomo libero, io sono al suo fianco con tutta la mia solidarietà di cittadino del mondo”.

Faenza, 26 giugno 2018

L’Altra Faenza