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È un momento difficile. Per questo, secondo il segretario generale della Cgil intervistato dal Corriere della sera, “bisogna tutelare chi sta peggio"

 Foto: Marco Merlini 

Nella prima intervista dopo l’incontro con Giorgia Meloni dei giorni scorsi – rilasciata al Corriere della sera – il leader della Cgil Maurizio Landini ribadisce un tema che sta a cuore al sindacato di corso d’Italia: vista la difficoltà oggettiva del momento, “bisogna tutelare chi sta peggio”. Da questo punto di vista, ha spiegato, “il perimetro tracciato dalla Nadef per la manovra è insufficiente”. 

Le proposte del sindacato

Le proposte dei sindacati al governo sono note: “riforma di fisco e pensioni; tassa sugli extraprofitti; contributo di solidarietà, lotta alla precarietà; assunzioni nella Pa per supportare il Pnrr; aumento strutturale dei salari, attraverso la decontribuzione e il ripristino del fiscal drag, indicizzando in sostanza le detrazioni all'inflazione; aumento dell'Isee per il bonus sociale sulle bollette da 12 a 20 mila euro, investimenti su politiche industriali e rinnovabili”. 

Anche i provvedimenti presi finora per il segretario generale della Cgil non sono adeguati. Il decreto Aiuti quater certamente conferma alcuni sostegni ma “introduce misure non condivisibili, come l'aumento a 5 mila euro del tetto al contante, che va nella direzione opposta alla lotta all'evasione. Inoltre, non si capisce perché la rateizzazione delle bollette ci sia solo per le imprese e non anche per le famiglie”. “Per chi lavora – poi – c'è solo l'aumento a 3 mila euro dei fringe benefit, che però è nella discrezionalità dell'impresa: inviteremo categorie e Rsu ad avanzare richieste nei luoghi di lavoro perché questa somma vada a tutti i lavoratori”.

Serve un contributo di solidarietà

Come trovare le risorse in un momento di crisi? Per Landini non ci sono dubbi: l’ottica dovrebbe essere redistributiva: “Pensiamo si debba partire dalla parte più ricca. Non solo ampliando la platea di imprese soggetta alla tassa sugli extraprofitti e aumentando l'aliquota ora al 25%, ma anche con a un contributo di solidarietà, per creare nuova occupazione, da chiedere a chi ha ricchezze superiori a un milione di euro e redditi oltre i 100 mila”. 

Su questi capitoli il sindacato chiede di essere ascoltato e di avere delle risposte adeguate. “L'esito dei rapporti col governo dipenderà dalle risposte che avremo. Nell'incontro a Palazzo Chigi, ci hanno detto di essere disponibili a proseguire il confronto. Mi auguro che si vada avanti e si arrivi alle giuste mediazioni. Le nostre posizioni sono chiare. Sul fisco, per esempio, siamo contrari a flat tax, condoni e aumento del contante”.

Governo male sui migranti

Giudizio negativo, poi, su alcuni dei provvedimenti presi dal governo nelle sue prime settimane di vita, da quelle sui rave party alle scelte sui migranti “pericolose e sbagliate”. Il tema per il sindacalista, “riguarda tutta Europa, ma penso che siamo più forti nel sostenerlo se le persone le salviamo. È un errore strategico aprire un conflitto con la Francia, sia perché nei mesi scorsi è stato firmato al Quirinale un accordo bilaterale sia perché gli investimenti francesi in Italia sono molto aumentati, da Stellantis a Stm, da Tim alle imprese del lusso a Fincantieri”. 

In ogni caso, la Cgil fa il sindacato, non è disposta a politiche di supplenza: “Il nostro ruolo non è di essere un sindacato di opposizione o di governo, ma un sindacato autonomo che difende gli interessi dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, delle donne. Vogliamo che il governo ci ascolti, altrimenti faremo il nostro mestiere, utilizzando tutti gli strumenti della mobilitazione”.