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Ciò che temevano si è avverato. Sono passati più di 7 mesi dall’alluvione di maggio e i Comitati Riuniti Frane e Alluvioni Emilia Romagna dichiarano di vivere una “tragicommedia italiana: denaro promesso, ma bloccato dal dedalo burocratico”.

alluvione lugo

 “In una nazione dove le tragedie si susseguono come le stagioni, gli alluvionati attendono ancora. Attendono la fine di un incubo burocratico che, più che aiutare, sembra schernire la loro disperazione – dichiarano  –. In primo piano c’è la famigerata piattaforma Sfinge, un labirinto di problemi che, anziché semplificare, sembra essere stata progettata da un qualche moderno Minosse per tenere gli aiuti lontani da chi ne ha bisogno”.
 

“Parliamo poi delle normative tra inquilini e proprietari – un gioco di serie A e serie B – dove, per ragioni oscure, solo uno può avanzare la richiesta di risarcimento. Un enigma degno di un rompicapo di Agatha Christie. E i 48 milioni già fruibili dal 6 luglio scorso per le auto danneggiate frutto delle donazioni fatte col cuore dai cittadini per aiutare gli alluvionati? Ah, sì, il decreto “machiavellico”, promesse di liquidità trasformate in un miraggio. I cittadini, anziché ricevere l’aiuto promesso oltre un mese fa, si trovano a vagare in un deserto di confusione e ritardi – continuano dai Comitati -. Finora, gli unici fondi erogati sono stati i 5000 euro per il soccorso immediato, una goccia in un oceano di bisogni. Ma non finisce qui. In questa commedia dell’assurdo, l’unico aspetto che sembra funzionare con precisione svizzera sono i controlli, quasi ossessivi, per recuperare quei pochi aiuti erogati”.

“I censimenti sembrano più un gioco della tombola che un serio tentativo di mappare i bisogni reali, con controlli a macchia di leopardo e distribuzione di briciole affidata alle sempre presenti associazioni come la Croce Rossa” proseguono gli alluvionati.

“La messa in sicurezza del territorio, argomento tanto caro ai discorsi istituzionali, rimane un miraggio, con l’incuranza nel non accettare le voci di spesa per paratie e valvole di non ritorno. Si prospetta un ripristino del territorio ‘come prima’ entro maggio, ma in questa promessa c’è una sottile ironia: ‘come prima’ non è sufficiente e non rassicura” sottolineano dai Comitati Riuniti Frane e Alluvioni Emilia Romagna.

“In conclusione, ciò che emerge da questa situazione è un ritratto amaro e sarcastico di un’Italia alle prese con l’emergenza, dove l’inefficienza e la burocrazia creano un circolo vizioso di speranze deluse e attese interminabili. Un paese dove, a quanto pare, navigare nell’alluvione della burocrazia è più difficile che nell’alluvione stessa” terminano dai Comitati Riuniti.