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Andare oltre l’esperienza preziosa di Unidas Podemos, lievito del governo di coalizione e delle conquiste sociali, ma senza la spinta e la forza per espandere i consensi

La lezione di Sumar per battere la destra spagnola

“Voglio essere la prima donna presidente del consiglio in Spagna”, “Le donne non hanno più bisogno di tutele” sono le due frasi che meglio sintetizzano la bella, partecipata ed appassionata assemblea tenutasi a Madrid domenica scorsa, quando Yolanda Diaz ha annunciato la sua sfida per le prossime elezioni politiche: una femminista alla guida del governo.

Ha chiamato “Sumar” il progetto con cui intende realizzare questo ambizioso obiettivo. Sommare, cioè unire la sinistra che si organizza fuori dal Psoe ma soprattutto attrarre nuove forze, nuovi movimenti ed esperienze sociali, restituendo loro la convinzione che cambiare si può. Un progetto che vuole andare oltre l’esperienza preziosa di Unidas Podemos senza della quale non sarebbe nato il governo di coalizione fra le due sinistre e le tante conquiste sociali realizzate, ma che ora ha esaurito la sua capacità di espandere i consensi

LA REDAZIONE CONSIGLIA:

Sumar, il lancio di Yolanda Díaz
Gli obiettivi che la Diaz si pone con Sumar sono due: sconfiggere le destre confermando il governo progressista; riequilibrare il rapporto di forza fra le due sinistre, quella vecchia rappresentata dal Psoe di Pietro Sanchez e quella nuova, scaturita dal moto di indignazione che percorse la Spagna nel 2011, rapporto oggi troppo sbilanciato a favore del Psoe. In altre parole continuare a governare spostando a sinistra l’asse programmatico della futura coalizione, se il voto del dicembre prossimo la confermerà.

L’assenza di Podemos all’assemblea di domenica è grave, ma non per questo tale da ridurre le ambizioni e le potenzialità del progetto, ma solo le possibilità di poterle realizzare. Il confronto è aperto, ma se verrà compreso da entrambe le forze che procedere separati comporta un prezzo salatissimo, cioè consegnare la Spagna alle peggiori destre la frattura si potrà ricomporre.

La conferma del governo di coalizione deve cioè essere la priorità, non solo perché le destre riporterebbero la Spagna in un passato buio e terribile, ma soprattutto perché in questi anni il governo di coalizione ha prodotto ottimi risultati: sul piano sociale, estendendo tutele e diritti per tutte/i, in particolare durante il Covid; sul lavoro realizzando la miglior legge sul lavoro europea con cui ha drasticamente ridotto il precariato e creato lavoro stabile e a tempo indeterminato; sulla transizione ecologica dando il giusto indirizzo alla trasformazione del modello energetico per cui la Spagna è oggi il principale punto di riferimento per le fonti rinnovabili già installate di tutta l’Europa.

Nonostante l’assenza di Podemos dunque il progetto di Sumar mantiene la sua forza e capacità di seduzione. Penso per tre ragioni collegate fra loro: la prima riguarda l’entusiasmo che ha saputo suscitare in tutta la Spagna e soprattutto in pezzi di società che non si sentivano più rappresentate e quindi propense ad astenersi. La scelta di metodo che La Diaz ha compiuto è alla base di tanta partecipazione. Infatti l’evento di domenica è solo l’atto conclusivo di oltre sei mesi di ascolto della società spagnola, centinaia di iniziative a cui la Diaz ha partecipato, un ascolto che ha prodotto idee, proposte, con cui ora è possibile definire le principali priorità programmatiche di Sumar.

Uno dei punti di discussione su cui Podemos è chiamato a riflettere è proprio su questo dato e cioè se l’esperienza di Unidas Podemos ha davvero questo potenziale espansivo e quindi se la sua evoluzione in Sumar è da favorire e non ostacolare come il poco impegno fin qui praticato da Podemos farebbe intendere.

La seconda ragione è che l’obiettivo di modificare i rapporti di forza fra le due sinistre è credibile, perché la popolazione ha capito che senza la pressione continua di Unidas Podemos e delle sue ministre le tante conquiste realizzate non sarebbero state possibili. Non è irrealistica nemmeno la candidatura della Diaz a sostituire Sanchez alla guida del governo. visto che in tutti i sondaggi è la politica più valorizzata.

La terza e più importante ragione è che un successo elettorale di Sumar rende più e non meno forte la possibilità di conferma del governo di coalizione. La sua crescita non è necessariamente a scapito dei socialisti, ma in larga parte legata alla capacità di attrarre e conquistare aree di astensionismo di sinistra, che anche in Spagna hanno una loro consistenza.

Un’ultima considerazione suggerita dalla scarsa attenzione che l’evento di domenica ha suscitato nella sinistra italiana. Si stenta a comprendere che riuscire a sconfiggere le destre in Spagna, così come piegare Macron sulle pensioni in Francia sono obiettivi per l’intera sinistra europea e quindi è necessario alzare lo sguardo oltre i confini. Servono segnali che un’inversione di tendenza è possibile per rendere credibile la possibilità di mettere in crisi l’egemonia delle destre sull’Europa.