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A due giorni dalle politiche in Italia, il 23 settembre i giovani di Fridays for Future manifestano in 70 piazze del nostro Paese e 540 città in tutto il mondo, per chiedere alla politica azioni concrete per fermare il riscaldamento globale, tema ignorato in campagna elettorale

Fridays for Future, manifestazioni in oltre 180 città italiane - la  Repubblica

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Scendono di nuovo in piazza oggi, venerdì 23 settembre, con cortei in oltre 70 città italiane e in 540 centri in tutto il mondo, i giovani di Fridays For Future per lo sciopero globale per il clima, che chiede alla politica azioni concrete per fermare il riscaldamento del Pianeta. E lo fanno proponendo un’agenda ricca di idee, cose da fare nell’immediato che avrebbero un impatto positivo nell’affrontare la crisi climatica e sociale.

Da noi la manifestazione, che ha al centro lo slogan People not Profit nella convinzione che è necessario dare priorità alle persone e non ai profitti, ha un significato in più: si tiene a due giorni dalle elezioni e vuole riportare l’attenzione su un tema fondamentale per la sopravvivenza della vita sulla Terra, la cui rilevanza è marginale nell’agenda politica nazionale e internazionale.

La Cgil aderisce e sostiene la mobilitazione a livello nazionale e territoriale, per la giustizia climatica e sociale, la pace, la piena e buona occupazione, la Fiom partecipa alle iniziative in diverse città, la Flccategoria dell’istruzione, dell’università, della ricerca, ha indetto una giornata di sciopero:

insegnanti, educatori, docenti, ricercatori, lavoratori della conoscenza vanno in corteo al fianco degli studenti per le strade di tutto il Paese per chiedere un nuovo modello di sviluppo, tenendo insieme le ragioni della pace, delle politiche ambientali, dell’intervento su diritti e salari.

“Mentre c’è sempre meno tempo, nella campagna elettorale non abbiamo assistito a una vera discussione pubblica su queste tematiche - spiega l’attivista di Roma Emanuele Genovese, 25 anni, studente di statistica -. Noi crediamo invece nell’importanza della partecipazione generale e attiva nel processo verso la transizione ecologica. Senza consultazione e adesione delle comunità sui territori questa non potrà essere realizzata”.

L’agenda climatica di Fridays for Future contiene proposte su cinque temi specifici: trasporti e mobilità, energia, lavoro, edilizia e povertà energetica, acqua. “Non sono esaustive – avvertono -. Esistono molti altri ambiti, interconnessi tra loro, che si dovrebbero affrontare: dal settore agroalimentare ai Mapa, Most Affected People and Areas del mondo e del nostro Paese, dall’economia circolare alla gestione dei rifiuti, solo per citarne alcuni. La crisi climatica è estremamente complessa e tocca ogni ambito economico e sociale”.

Per contenere l'aumento della temperatura sotto 1.5 gradi, oltre a convertire il settore energetico alle rinnovabili con un tasso di riduzione delle emissioni superiore al 10 per cento all’anno e a vietare i nuovi progetti legati alle fossili, gli studenti del movimento globale fondato da Greta Thunberg chiedono la pianificazione di 8mila comunità energetiche per arrivare all’auto-produzione locale del 50 per cento dell’energia. Inoltre, tassare al 100 per cento gli extra-profitti delle aziende e un tetto ai prezzi dell’energia non domestica. Sul fronte lavoro, la riduzione dell’orario a parità di salario, da 40 ore settimanali a 32, e la Job Guarantee, per la creazione di posti non strettamente produttivi, ma che realizzano progetti a beneficio della collettività, da abbinare al salario minimo legale.

Per ridurre l’impatto del settore dei trasporti, che in Italia è responsabile del 25 per cento delle emissioni di gas serra, con circa 40 milioni di auto circolanti, per i Fridays bisognerebbe rendere gratuiti autobus e treni locali e andrebbero previsti investimenti per creare una rete capillare, affidabile, efficiente e sicura.

E ancora: interventi di efficientamento energetico nelle case popolari e negli edifici scolastici. Il miglioramento del 2 per cento del patrimonio residenziale porterebbe a un potenziale risparmio annuo di 5,5 TWh, nelle scuole sarebbe di 13,5 TWh. Infine, la crisi idrica: i cambiamenti climatici renderanno l’acqua una materia prima sempre più preziosa, per cui è prioritario ridurre i consumi e gli sprechi. Quindi, ripubblicizzazione della gestione e riduzione delle perdite che in alcune province raggiungono l’80 per cento, accelerando il rinnovo della rete con l’utilizzo dei dividenti.

“Durante la campagna elettorale abbiamo incontrato diverse forze politiche – racconta Sara Sessa, 24 anni, studentessa di ingegneria clinica -, e molte si sono dette d’accordo con noi nell’attuare alcune proposte. Si è parlato di salario minino, noi le abbiamo incalzate anche sulla questione della riduzione dell’orario di lavoro. Ad alcune proposte non avevano proprio pensato, su altre si sono dette d’accordo. Naturalmente in campagna elettorale è facile fare promesse, vedremo se poi saranno mantenute”.