Rivolta in Comune. Il sindaco di Palermo: «È un provvedimento incostituzionale e criminogeno. Il leghista mi denuncia? Farò ricorso alla Consulta»
Il ministro Salvini l’ha bollato come «un atto di disobbedienza sugli immigrati», per Leoluca Orlando invece «è un provvedimento di civiltà e rispetto della Costituzione». Certo è che la decisione del sindaco di Palermo di «sospendere» l’applicazione del decreto-sicurezza nella parte che vieta il rilascio della residenza ai migranti in scadenza di permesso di soggiorno, ha innescato reazioni inaspettate per il capo del Viminale, che si ritrova a dovere gestire una fronda di amministratori pronti a dare battaglia, a cominciare da quelli di Napoli, Firenze e Milano, con l’Anci che sollecita un tavolo di confronto immediato per evitare il caso nelle città.
La firma sul documento che ha rovinato le vacanze a Salvini, il sindaco l’ha messa il 21 dicembre, dieci giorni prima del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel suo messaggio di fine anno ha toccato proprio il tema della sicurezza e lanciato un monito al governo Salvini-Di Maio. Con la nota amministrativa il sindaco dà ‘copertura’ agli uffici comunali che stavano andando in tilt di fronte alle richieste di chi ha un regolare permesso di soggiorno. Orlando di fatto invita il dirigente dell’anagrafe ad approfondire gli aspetti del decreto sicurezza e nella more di continuare a iscrivere nel registro dei residenti i migranti.
Una mossa che riapre di colpo il dibattito sulla legge con la quale il governo giallo-verde ha riscritto le regole sui migranti, creando tante difficoltà proprio agli amministratori locali, che sono in prima fila nella gestione soprattutto dei minori non accompagnati.
Sindaco, sta disobbedendo alla legge come sostiene il ministro Salvini?
No, difendo la Costituzione. In un’altra vita sono stato titolare di una cattedra di diritto costituzionale, mi porto dietro questo bagaglio.
Quindi non intende applicare il decreto-sicurezza perché lo ritiene anti-costituzionale?
E’ disumano e criminogeno; è disumano perché eliminando la protezione umanitaria trasforma il legale in illegale, ed è criminogeno perché siamo in presenza di una violazione dei diritti umani e mi riferisco soprattutto ai minori che al compimento del diciottesimo anno non potranno stare più sul territorio nazionale. Per queste ragioni ho disposto formalmente agli uffici di sospendere la sua applicazione, perché non posso essere complice di una violazione palese dei diritti umani, previsti dalla Costituzione, nei confronti di persone che sono legalmente presenti sul territorio nazionale.
Dunque l’ufficio anagrafe di Palermo sta accettando le richieste?
Il dipendente comunale se ritiene illegittimo un provvedimento non lo adotta, ma in questo caso ha l’ordine per iscritto e la responsabilità è mia
Cosa comporta il rifiuto della residenza?
Significa impedire l’assistenza sanitaria, significa non permettere a un ragazzo di frequentare la scuola, significa non dare servizi a chi vive legalmente nel nostro Paese
Il ministro Salvini sostiene che non farà azioni di forza, ma che i sindaci «ne risponderanno personalmente, legalmente, civilmente«, perché il decreto è ormai una legge dello Stato «che mette ordine e mette regole».
Se dovessi essere incriminato solleverò la questione di fronte alla Corte costituzionale
E’ questo il suo vero obiettivo?
Il mio obiettivo è difendere i diritti umani e la Costituzionale
E vuol raggiungerlo con un atto rivoluzionario?
La mia è la rivoluzione della normalità. Ho già informato i vertici dell’Unione europea e altri sindaci. Siamo in presenza di una violazione continua del quadro dei diritti umani, mi riferisco anche ai migranti sulle navi. Questo governo compie atti oltraggiosi prima nei confronti degli italiani e poi dei migranti.
Cosa si aspetta?
Per me viene prima l’Italia, non gli italiani. E l’Italia è fatta di persone che hanno dei diritti sanciti dalla Costituzione. La mia è una posizione europeista, non è certo quella dell’Europa delle banche
Qualcuno già parla di «modello Orlando»
Non aspiro a fare da modello. Ognuno deve fare la propria parte, gli altri sindaci facciano quello che ritengono giusto si debba fare. Perché ormai il re è nudo
Vale a dire?
Questo governo ha gettato la sua maschera post-fascista. A livello internazionale si ha la piena consapevolezza che in questo momento storico c’è una anomalia nel governo del Paese
LETTERA APERTA
Alla Sindaca, ai Sindaci e ai Consigli Comunali di Bagnacavallo, Faenza e Ravenna
Il decreto Immigrazione/Sicurezza è diventato Legge. Per quale Natale? Umano o disumano?
Prima che il Decreto Immigrazione /Sicurezza diventasse legge, i Consigli comunali di Torino e di Bologna hanno approvato, con buona maggioranza, ordini del giorno che chiedevano la sospensione della applicazione del decreto, per rivalutarne l'impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori. A Torino i 5 Stelle hanno votato a favore, a Bologna si sono astenuti.
Ora il decreto è diventato legge, ma gli argomenti dell’ordine del giorno di Bologna, che qui alleghiamo, ci hanno profondamente convinto. Il tema immigrazione è affrontato nella legge in termini “securitari”, di ordine pubblico, abrogando, di fatto, l’articolo 10 della costituzione, che impone l’obbligo dell’asilo per chi fugge la paesi dove i diritti umani sono negati o gravemente pregiudicati. I CAS diventano grandi Centri accentrati di Accoglienza Straordinaria che, di fatto, rendono impossibili percorsi di integrazione, con lo smantellamento del sistema SPRAR, Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati.
Un significativo numero di persone prive di assistenza, di dimora, di percorsi di inserimento lavorativo e di apprendimento della lingua italiana, si ritroverebbero per strada, con, al massimo, l’accesso ai servizi di bassa soglia, quando disponibili. A chi giova avere per strada persone in grande disagio e disperate? Senza cibo, tetto, accoglienza? Non è la prima volta che in Italia compaiono leggi criminogene. Questa ci sembra particolarmente pericolosa, nell’immediato e nel futuro, quando minori accolti diventeranno maggiorenni e si troveranno per strada.
Chiediamo a chi stiamo rivolgendo questa Lettera aperta di informare la cittadinanza sulla situazione che si sta creando nei propri territori e quali strade le Amministrazioni intendano seguire per mantenere percorsi di integrazione per i migranti in possesso di permesso di soggiorno per motivi umanitari e per supplire a ciò che lo Stato si rifiuta di fare. E di chiedere in ogni caso allo Stato sostegno economico per farlo in modo adeguato. Vi proponiamo di assumere, aggiornandolo, l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Bologna.
Crediamo necessario assumere come prioritario il dovere di “restare umani”. Il Natale si avvicina. Se non ora, quando?
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ARCI provinciale Ravenna
Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna
Comitato in Difesa della Costituzione di Bagnacavallo
Comitato per la Difesa e la Valorizzazione della Costituzione di Faenza
Libertà e Giustizia, Circolo di Ravenna
Rete Civile contro il razzismo e la xenofobia
Ravenna, 19 dicembre 2018
dal blog del Circolo de "il Manifesto" di Bologna. Articolo dell'avv. Sergio Palombarini
Il decreto legge 113 del 4 ottobre 2018, detto anche decreto Salvini, convertito nella legge n. 132 del 1 dicembre scorso, tra le tante misure che ha introdotto in materia di sicurezza ed immigrazione, ha modificato anche il decreto legislativo n. 142 del 2015. All’art. 13 “Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica” si prevede che:
Dunque la riforma interviene anche sul decreto legislativo che regola l’accoglienza e la vita dei richiedenti asilo in Italia, tra le altre cose sul piano della iscrizione anagrafica. Da una parte si introduce una norma che nega la possibilità di ottenere la residenza sul territorio italiano, dall’altra si abroga quella che fino ad oggi aveva invece regolamentato questo diritto.
Il motivo di tali modifiche appare subito chiaro: la volontà di impedire un radicamento regolare e naturale a chi chiede protezione in Italia. Anche se forse si potrebbe dire di più, ossia che la riforma su questo punto più che in altri sembra un vero e proprio dispetto, una autentica cattiveria. Si consente di permanere ma si preclude l’accesso agli strumenti che rendono più agevole e sicuro il vivere quotidiano, complicando o impedendo l’accesso ai servizi pubblici.
Dopo aver ipocritamente urlato che non si vuol più vedere ragazzi stranieri “che ciondolano per la strada facendo l’elemosina”. Ma a veder bene vi è ancora di più. L’anagrafe è il registro (anche etimologicamente) degli abitanti di un determinato territorio. Serve a tener conto di chi abita e di chi non abita più in una città. E questo prima di tutto per fondamentali esigenze della stessa Pubblica Amministrazione, che per il buon governo del territorio deve sapere chi abita dove, chi si sposta, come sono composte le famiglie, ecc.
Ciò come detto per motivi amministrativi e di governo della cosa pubblica, e quindi anche, ed è molto importante, per motivi di sicurezza. Sicurezza che evidentemente in realtà non interessa poi più di tanto: la cosa più importante anche in questo caso è far vedere che si è fermi ed impietosi, ma con i più deboli.
Commenta (0 Commenti)Per limitare il consumo di suolo, come chiede la nuova Legge Regionale sull’Urbanistica, Il Consiglio Comunale chiede all’unanimità di verificare il perimetro del territorio costruito e del patrimonio non utilizzato; prima che la verifica si sia conclusa, l’Assessore vuole dare via libera a nuove urbanizzazioni.
Avevamo salutato positivamente l’ordine del giorno del Consiglio Comunale che chiedeva “l’individuazione della superficie del territorio urbanizzato esistente nel Comune alla data del 1 gennaio 2018 e i dati sul patrimonio costruito inutilizzato”; e poi “di aprire un confronto, non solo istituzionale, ma partecipato con tutta la comunità, sulle linee della pianificazione futura della città e del territorio (qualità, rigenerazione urbana, beni comuni di interesse pubblico) che parta dalla verifica dei reali fabbisogni”. In effetti questi dati sono stati forniti: il territorio urbanizzato è di 16,57 Km quadrati, (secondo la Legge Regionale da oggi al 2050 non bisognerebbe utilizzarne più del 3%,- circa mezzo Km quadrato), ma il terreno potenzialmente edificabile, secondo gli attuali strumenti urbanistici, sarebbe di 24,88 Km quadrati; mentre gli appartamenti che teoricamente si potrebbero costruire sarebbero quasi 8.000; Le Unità immobiliari residenziali non utilizzate sono circa 3.800 e circa 1.000 sono gli immobili destinati ad attività economiche, non utilizzati; i fabbisogni abitativi si riducono, la popolazione diminuisce (– 72 dal 2013 al 2017), anche se aumentano le famiglie (+ 237) composte da meno persone, quindi con una modifica nelle tipologie abitative; La prestazione energetica degli edifici è mediamente bassa, così come è alta la vulnerabilità sismica.
Questi dati dimostrano chiaramente come a Faenza non ci sia necessità di nuove urbanizzazioni, né a fini residenziali né produttivi. Tutto questo dovrebbe invece portare l’Amministrazione ad indicare le linee strategiche per una diversa progettazione della città pubblica futura, orientate innanzitutto a riqualificare e rigenerare il patrimonio esistente, dal punto di vista funzionale, ambientale, energetico, ecc. In questi ambiti vi sarebbero ampi spazi per progetti, investimenti, lavoro qualificato per tutti i settori collegati all'edilizia. Nulla va in questa direzione, per fare un solo esempio, il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) varato prima della elezione di questa Giunta non ha fatto passi avanti.
Invece, nel mentre è aperta la discussione in Commissione sui dati urbanistici (il 27 novembre si è tenuta la prima presentazione dei dati, il 18 prossimo dovrebbe proseguire la "DISCUSSIONE DEGLI APPROFONDIMENTI SULL'ORDINE DEL GIORNO “URBANISTICA” APPROVATO IN CONSIGLIO COMUNALE”) apprendiamo che il 12 è convocata la stessa commissione per discutere: INVITO ALLA PRESENTAZIONE DI PROPOSTE COSTITUENTI MANIFESTAZIONI DI INTERESSE AI SENSI DELL'ART. 4 DELLA LR N.24 DEL 21.12.2017. Traducendo dal linguaggio burocratico: è vero che la Legge Regionale prevedeva la possibilità di selezionare una parte delle previsioni di costruzione previste dal PSC (Piano Strategico Comunale), attraverso un avviso pubblico di manifestazione di interesse da parte di privati, naturalmente ponendo delle indicazioni e dei vincoli, che invece non risultano. Peraltro i termini sono scaduti, doveva essere attivato entro il termine di 6 mesi dall’entrata in vigore della legge. E’ quindi doppiamente grave questa forzatura: l’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale si concludeva, affermando: “ritiene che questo percorso di approfondimento debba essere preliminare a qualsiasi altro atto urbanistico che possa comportare ulteriore consumo di suolo”. Dobbiamo concludere che la “partecipazione” che spesso questa Amministrazione sbandiera e solo una bufala? L’Assessore all’Urbanistica scriveva, tra l’altro (in una nota del 13 marzo scorso, intitolata Documento per la qualità urbana del Comune di Faenza: la “Mappa delle Opportunità”. MATERIALI DI LAVORO): “Questo innovativo documento, rinnovato nei contenuti con l’approvazione della nuova Legge Urbanistica Regionale (LR 24 del 21.12.2017), costituirà la base per coordinare e diffondere le strategie in tema di qualità del Comune di Faenza nei diversi strumenti urbanistici e potrà/dovrà fungere da atto prodromico per la redazione dei documenti e nuovi piani richiesti dalla normativa urbanistica vigente”.
Ci pare invece che, per questa Amministrazione, sia prodromico l'apertura alle proposte di interessi privati, piuttosto che agli obiettivi di qualità abitativa e ambientale stabiliti dalle norme urbanistiche, da quelle regionali a quelle locali. Faenza, 11 dicembre 2018
Circolo Legambiente Lamone Faenza
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.legambientefaenza.it Tel – 333 6218832 (c/c presso BCC Faenza - Cod. IBAN: IT39 A085 4223 7000 0000 0055 612) Onlus di diritto (Art 10, e 8, D Lgs 460/97) Registro Comunale delle Libere Forme Associative n° 56 - Registro Regionale Associazioni Volontariato, Sez. Prov RA N° 466 del 24/08/1999.
Il 10 dicembre di settant’anni fa veniva approvata la Dichiarazione universale dei diritti umani, che indica nel rispetto degli uguali diritti di ogni essere umano il fondamento di un mondo libero, giusto e in pace.
La Dichiarazione stabilisce eguaglianza e dignità di ogni essere umano e pone in capo a ogni stato il dovere centrale di garantire a tutti di godere dei propri inalienabili diritti e libertà. A oggi, non uno degli stati firmatari ha riconosciuto ai cittadini i diritti che si era impegnato a promuovere.
Nel nostro paese, la negazione nella pratica di questi diritti sta facilitando la diffusione di nuove forme di razzismo, la solidarietà è considerata reato, l’odio per il diverso prevale sullo spirito di fratellanza, l’aiuto viene tacciato di buonismo.
Oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione e che la retorica della paura sta cercando di smantellare.
Per questa occasione a Faenza si terranno vari incontri e momenti di sensibilizzazione:
- Martedì 4 12 2018 alle ore 20,30 - Incontro Pubblico Circolo Arci Prometeo Via Pasolini 6 Faenza. Accoglienza ai migranti e lavoro sociale ,l’esperienza a Gioiosa Ionica : SPRAR- Corridoi umanitari . Cooperazione sociale. Interviene Maurizio Zavaglia, Presidente Cooperativa Nelson Mandela e consigliere comunale di Gioiosa Jonica, da anni impegnato in percorsi di economia sociale e per la difesa dei diritti Sono invitati a partecipare: Cittadini, Consulta delle Cittadine e dei Cittadini stranieri comune di Faenza, Amministratori e Consiglieri comune di Faenza ,Operatori sociali impegnati nell’accoglienza e per creazione di opportunità lavorative solidali.
- Lunedì 10 12 2018 ore 12 ,00 minuto di silenzio , in ogni luogo.
- Lunedì 10 12 2018 ore 18,00 gazebo in Piazza del Popolo (di fronte alla scalinata del comune) a Faenza.
per leggere i 30 punti fondanti della dichiarazione ,svolgere brevi interventi e testimonianze.
- Lunedì 10 12 2018 ore 19,30 AZIONE SINTETICA PER I DIRITTI UNIVERSALI SENZA CONFINI, laboratorio partecipato del Teatro Due Mondi.
- Lunedì 10 12 2018 ore 20,45 incontro pubblico organizzato da Diocesi “ Siamo Sicuri “ Aula 4 complesso Salesiani.
- Martedì 01 01 2019 ore 15,30 alle 18,00 . La buona politica è al servizio della pace , MARCIA DELLA PACE con partenza da via Zaccagnini. A conclusione Messa in Duomo.
A Faenza le associazioni locali aderiscono alla campagna "Diritti a testa alta” promossa a livello nazionale da :
ActionAid, Amnesty International Italia, Caritas, EMERGENCY, Oxfam, Tavola della Pace .
Imma D’Amico dello sprar di Caserta. «Aumenterà la sfruttamento lavorativo, tempo un paio di mesi e avremo una bomba sociale da gestire. Chi aveva il permesso umanitario aveva il tempo per cercare di regolarizzare la propria posizione, passare da un lavoro in nero al contratto. Adesso ricadrà quasi certamente in circuiti illegali», spiegano dall’Ex Canapificio
«Che ci siano dei quattrini pubblici gestiti da chi occupò dei locali è una cosa bizzarra»: si tratta di uno dei tanti attacchi che il ministro Matteo Salvini ha rivolto ai ragazzi dell’Ex Canapificio di Caserta. Il titolare del Viminale non si è preso la briga di verificare che l’associazione ha un regolare contratto di comodato d’uso stipulato con la regione Campania. «I quattrini» derivano dall’aver vinto un bando pubblico per la gestione dello Sprar da 200 persone che è un modello in Italia. L’Ex Canapificio realizza «percorsi di inclusione sociale bilaterale»: i ragazzi prendono la licenza media e chi vuole prosegue gli studi, fanno tirocini formativi (il 20% ottiene un contratto a tempo indeterminato, la media italiana è del 6), gestiscono il Pedibus cioè accompagnano a piedi i bambini a scuola facendo lezioni di educazione civica. Il pomeriggio tengono corsi di inglese e francese gratuiti per le famiglie che non possono pagare il doposcuola, si occupano degli spazi pubblici abbandonati. Mimma D’Amico, a nome dell’Ex Canapificio, aveva chiesto a Salvini di non cancellare il permesso di soggiorno per motivi umanitari: «Sarà il caos in molte città».
D’Amico, come giudicate il dl Sicurezza?
Siamo abituati all’equazione immigrazione uguale problema di pubblica sicurezza, un’impostazione che il decreto voluto da Salvini cristallizza nella legge più razzista degli ultimi quindici anni. Ad esempio, prevedere l’espulsione per chi non ha il permesso di soggiorno come un automatismo, è un principio che c’era già nella Bossi-Fini che prevedeva l’espulsione con la cessazione del contratto di lavoro. Abbiamo già visto i centri di detenzione, a cui di volta in volta viene cambiato solo il nome, il trattenimento per l’identificazione fino a 180 giorni. Insomma nel dl Sicurezza ci sono principi vecchi, ma peggiorati. L’esperienza ci ha insegnato che questi strumenti creano solo disagio e paura tra i migranti accanto a un crescente senso di insicurezza nella popolazione.
Quali sono gli elementi che vi preoccupano di più?
Fino a oggi prefetture, comuni, Asl operavano sulla parte straordinaria dell’accoglienza avendo come orizzonte di riferimento gli Sprar. Adesso il sistema si scinde in due, quello che era straordinario, il Cas, prende il sopravvento offrendo per altro un’accoglienza ridotta al minimo. Così persino chi è vulnerabile finirà negli hotspot per mesi e poi nei Cas. L’Anci ha stimato che sui comuni ricadranno più di 200milioni di costi: i migranti, infatti, non spariscono ma verranno catapultati sui servizi sociali, senza alcun rimborso da parte dello stato per le amministrazioni locali.
Leggi tutto: Decreto Salvini, «è la legge più razzista degli ultimi quindici anni»
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