STATO DELL’UNIONE. Sovranità e solidarietà, sicurezza e umanità, gli accordi con Turchia e Tunisia: l’Europa giocoliera scalcia via gli articoli 18 e 19 della sua Carta. Von der Leyen è persino riuscita a ringraziare la Bulgaria per le sue «buone pratiche»
Ursula von der Leyen in visita a Lampedusa - LaPresse
Vale la pena riprendere il discorso sullo stato dell’Unione letto qualche giorno fa da Ursula von der Leyen, la signora degli equilibri. Ricordando che ci fu una stagione straordinaria, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in cui le persone parvero improvvisamente risvegliarsi alla coscienza della fragilità dell’umano e le potenze vincitrici riuscirono nel miracolo di realizzare una parziale incarnazione normativa della ragione pratica. Nacque allora il costituzionalismo globale, la cui più limpida espressione è l’articolo 1 della Carta dell’Onu (1945), che istituisce il primato del diritto internazionale sulle sovranità nazionali relativamente almeno a due obblighi: l’obbligo di rispettare e implementare i diritti umani, e quello di ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali.
La preoccupazione per un’umanità al bivio reggeva le fila anche dell’annuale discorso all’Assemblea generale dell’Onu che il segretario generale Guterres ha tenuto il 20 settembre scorso. O si riforma, l’Onu, per poter conferire efficacia normativa a quei due obblighi più forti di ogni sovranità, che visti nella loro idealità rivelano il profilo personalistico (diritti umani) e quello cosmopolitico (ripudio della guerra) del costituzionalismo globale, oppure va in pezzi, e quello che ne seguirà per l’umanità sarebbe meglio non doverlo soffrire.
Così dunque fa una strana impressione, sullo sfondo di queste considerazioni, riprendere lo stato dell’Unione della presidente della Commissione europea von der Leyen. Con il suo
Leggi tutto: L’ipocrita equilibrismo europeo - di Roberta De Monticelli
Commenta (0 Commenti)Cinquemila euro per evitare di finire dentro. Il governo inventa un pizzo di stato per i migranti destinati al rimpatrio. Per loro una trappola crudele, impossibile da evitare e contraria alle leggi europee. Palazzo Chigi è già sul piede di guerra con la Germania: aiuta le ong
ILLEGITTIMA DIFESA. Il decreto attuativo firmato da Piantedosi, Nordio e Giorgetti crea un cortocircuito senza soluzioni. Ma la partita vera è il trattenimento dei richiedenti asilo, introdotto dal dl Cutro. Il governo punta a detenere chi viene da uno degli 11 paesi considerati sicuri
Il Cpr di Ponte Galeria - Ansa
La libertà ha un prezzo? Secondo il governo italiano se sei un richiedente asilo appena sbarcato vale 4.938 euro. Soldi con cui è possibile evitare il trattenimento, che altrimenti diventa la condizione in cui svolgere la «procedura accelerata in frontiera». Cioè un iter per la richiesta di protezione internazionale particolarmente rapido che in seguito al dl Cutro, poi convertito in legge, può essere realizzato in condizione di privazione della libertà personale.
ANDIAMO CON ORDINE, perché l’architettura giuridica è estrosa e va spiegata. Ieri è stato pubblicato uno dei decreti attuativi della norma varata dopo il naufragio del 26 febbraio scorso davanti alle coste calabresi. Lo firmano i ministri Matteo Piantedosi (Interno), Carlo Nordio (Giustizia) e Giancarlo Giorgetti (Economia). Prevede che chi sbarca in Italia senza passaporto può evitare il trattenimento attraverso la «garanzia finanziaria» indicata sopra. Ma attenzione: «La garanzia finanziaria è prestata in una unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi». In pratica può farla solo la persona appena arrivata. Mettiamo per assurdo che abbia 5mila euro in tasca, come fa a versarli in banca per ottenere la fideiussione non avendo i documenti? Se avesse un passaporto, del resto, non rientrerebbe nella casistica. E allo stesso modo: facciamo finta che abbia un conto-deposito valido nel circuito internazionale con tale somma depositata, come può concludere la procedura senza un documento che
Leggi tutto: 5mila euro per restare liberi. Lo Stato ricatta chi sbarca - di Giansandro Merli
Commenta (0 Commenti)ASSEMBLEA GENERALE ONU. Un discorso, quello di Giorgia Meloni all’Assemblea dell’Onu, tra retorica e propaganda, sprovveduto quanto a storia del ruolo occidentale attuale nel dominio del Continente africano e a storia delle guerre […]
Giorgia Meloni all'assemblea generale dell'Onu - Ap
Un discorso, quello di Giorgia Meloni all’Assemblea dell’Onu, tra retorica e propaganda, sprovveduto quanto a storia del ruolo occidentale attuale nel dominio del Continente africano e a storia delle guerre imperialiste, e in paradossale, incerto e ipocrita equilibrio, su un filo spinato, tra ideologia sovranista e richiesta di multipolarismo.
Il tutto suffragato dallo schierarsi incondizionatamemte a fianco dell’Ucraina aggredita – proprio mentre stava per arrivare la rottura polacca che ha deciso di non inviare più armi a Kiev -; e dalla riproposizione rassicurante del fantasmagorico “Piano Mattei”, l’Araba fenice che non esiste ma tutti ne parlano.
Al centro, naturalmente, la questione delle migrazioni per le quali l’Italia si fa portavoce, dopo avere inventato su questo una emergenza nazionale. Eppure il nodo tragico è da almeno due decenni già multipolare e internazionale e vede, in Africa e in Asia ma non solo, la vita dei migranti relegata da tempo in strutture concentrazionarie che potremmo definire città fantasma di milioni di persone. Come in Kenya, Ruanda, Somalia, Nigeria, Sudafrica, Medio Oriente, Bangladesh…L’Onu che non basta più, che «o cambia o muore», di queste realtà con l’Unhcr si prende cura per quel che può, dopo che i potenti della terra hanno deciso che
Leggi tutto: Giorgia Meloni, l’equilibrio incerto sul filo spinato - di Tommaso Di Francesco
Commenta (0 Commenti)I centri per il rimpatrio, gli hotspot e persino quelli per l’accoglienza diventano opere di «difesa e sicurezza nazionale». Nel decreto «Sud» c’è la svolta militare nella gestione dei migranti. Il governo vara la guerra ibrida ai profughi, mentre in Europa si chiudono le frontiere
Migranti al porto di Lampedusa - Ansa
La presidente del consiglio Giorgia Meloni ripete che l’Italia non sarà il campo profughi d’Europa, ma fa di tutto per trasformarla in una grande prigione a cielo aperto. Intanto per chi sbarca. La svolta militare contro il fenomeno migratorio arriva con un decreto legge intitolato al Sud e pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale.
I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) ma anche gli hotspot e i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) diventano «opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale». Equiparati, cioè, a caserme, arsenali, basi navali e missilistiche. Per farlo il governo modifica il codice dell’ordinamento militare.
Nello stesso provvedimento viene innalzato a 18 mesi il periodo massimo di detenzione amministrativa dei migranti irregolari e sono destinati 45 milioni a Lampedusa per compensare l’aumento degli sbarchi.
UNA SETTIMANA FA il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (Lega) aveva definito «atto di guerra» l’arrivo via mare delle persone in fuga da Tunisia e Libia. Ieri l’esecutivo ha confermato tale interpretazione: la costruzione dei nuovi centri, di accoglienza e detenzione, passa alla Difesa che li realizzerà attraverso il Genio militare. In cambio di 20 milioni iniziali e poi uno ogni anno.
«Il piano straordinario per l’individuazione delle aree interessate» sarà contenuto in un decreto di Palazzo Chigi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto (FdI) ha chiarito che il controllo all’interno dei centri spetterà alle forze dell’ordine, rimanendo in capo al Viminale. Che non esclude ne nascano anche su isole desrte.
LA LORO GESTIONE sarà affidata ai privati, attraverso procedure ordinarie. Straordinarie saranno quelle
Leggi tutto: Centri per migranti come basi militari. Strappo del governo - di Giansandro Merli
Commenta (0 Commenti)MIGRANTI. Per i Centri di rimpatrio nell’ultima manovra sono stati stanziati 42,5 milioni in tre anni. Il ministro dell'Interno difende le nuove misure del governo. Solo Fedriga è entusiasta, Zaia: «Nessuno ci ha contattati». E Giani: «Mai in Toscana». Il presidente emerito Mirabelli: «Diritti costituzionali a rischio se la custodia avrà un carattere detentivo»
La nuova parola magica del governo Meloni è Cpr, la sigla per Centri di permanenza per i rimpatri. Nel Cdm di lunedì (la misura è stata inserita nel decreto Sud alla Camera) il via libera alla nuova strategia (che assomiglia alla vecchia, basata sui Centri di identificazione ed espulsione): nel giro di due mesi, assicurano fonti dell’esecutivo, ci sarà il via libera al piano con l’elenco delle strutture scelte. I Cpr saranno almeno uno per regione (12 quelle sprovviste) e saranno considerati di interesse nazionale per la sicurezza, selezionati tra le caserme dismesse in località scarsamente popolate, facilmente recintabili e sorvegliabili. L’allestimento sarà affidato al Genio militare, il presidio alla polizia. I servizi saranno dati tramite bando ai privati, responsabili del rapporto con i migranti trattenuti e del funzionamento del centro. Nell’ultima manovra stanziati 42,5 milioni in tre anni. Tirando le somme, si tratta di una sorta di detenzione che può durare 18 mesi. Con la promessa, tutta da verificare, che sarà poi possibile effettuare tutti i rimpatri.
IL PRESIDENTE EMERITO della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, solleva dei dubbi: la modifica del termine di trattenimento nei Cpr potrebbe violare i diritti della
Leggi tutto: Piantedosi: «I Cpr ce li chiede l’Europa» - di Adriana Pollice
Commenta (0 Commenti)Un anno e mezzo dietro le sbarre. Il governo non può fermare gli sbarchi quindi decide di prolungare, moltiplicandolo per tre, il tempo massimo di detenzione per chi approda in Italia. Ai militari il compito di trasformare il paese in un carcere diffuso. Crudele e inutile
PORTO SICURO. Il Consiglio dei ministri cambia il decreto Sud prima di pubblicarlo. E cerca nuove strutture per trattenere anche chi fa richiesta asilo. Meloni: «Nei centri di permanenza deve andarci chiunque sbarchi illegalmente in Italia, richiedenti asilo compresi»
Nuovi sbarchi a Lampedusa - LaPresse
Di fronte a domande diverse il governo tende a dare sempre la stessa risposta: sbarre, prigioni, detenzione. Così dopo gli sbarchi degli ultimi giorni, ieri il consiglio dei ministri ha deciso di prolungare il trattenimento massimo nei centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). Si passa da tre mesi, a cui in casi particolari potevano essere aggiunti 45 giorni, a diciotto.
Con la moltiplicazione per sei inizia la «messa a terra» del videomessaggio con cui venerdì sera la premier Giorgia Meloni aveva annunciato la svolta militare della gestione dell’accoglienza. Militare in senso stretto: proprio il ministero della Difesa ha ricevuto il mandato di «realizzare nel più breve tempo possibile le strutture per trattenere gli immigrati illegali». Queste due misure saranno inserite nel dl Sud, che Palazzo Chigi conta di pubblicare a stretto giro.
Intanto l’esecutivo è già a lavoro su un nuovo decreto a tema immigrazione e sicurezza, che approderà in Cdm la prossima settimana. È qui che finiranno le norme per limitare il riconoscimento della minore età: cancellando il trattamento più favorevole in caso di dubbio e modificando le procedure di accertamento. Meloni ha poi annunciato
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