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L'imminente scadenza elettorale in Grecia ha provocato la reazione scomposta di tutto l'establishment economico finanziario e politico europeo. Come un sol uomo tutti gridano al lupo, ma non perché credono davvero ad una vittoria della formazione di sinistra. Syriza è data come vincente ma molto difficilmente potrà anche solo sfiorare la maggioranza assoluta ed avrà quindi bisogno di molti alleati per poter governare; lo scopo è quello di creare un fuoco di sbarramento che ricatti gli elettori greci in una riedizione deformata del '48 italiano. Allora in Italia si trattava di dire si al piano Marshall, pane e lavoro; oggi in Grecia si agita lo spauracchio di un destino di povertà fuori dall'Unione dopo tutti i sacrifici fatti dalla gente per salvare le banche ed il sistema economico dentro l'euro.
Al diavolo gli stessi valori fondanti dell'Unione europea; della sovranità del popolo greco non gliene frega niente a nessuno! Come già in occasione del mancato referendum proposto da Papandreu, l'Europa dei finanzieri vuole imporre la sua volontà: le elezioni sono solo un fastidio.
Lo stesso capo del governo italiano ci tiene a distinguere le sorti dell'Italia da quelle della Grecia. Infatti sono passati i mesi del semestre italiano e se ne sono accorti tutti che le rivendicazioni renziane verso l'Europa erano soltanto chiacchiere e tweet. Forse Tsipras è più sincero ed ha qualche idea e un po' di determinazione in più.
In un articolo pubblicato sul Corriere della sera del 7 gennaio bene fa dunque Alexis Tsipras, leader di Syriza, a mettere in chiaro che in queste elezioni la sinistra greca incarna l’aspettativa di un mutamento di rotta per l’intera Europa, che non uscirà dalla crisi senza una profonda revisione delle sue scelte politiche. La vittoria di Syriza darà slancio alle forze che spingono per il cambiamento. Perché se la Grecia è finita in una strada senza uscita, l’Europa di oggi è destinata a fare la stessa fine. ...
... È impossibile salvare l’euro quando il debito pubblico è fuori controllo. Ma il debito è un problema europeo, non solo greco: e l’Europa deve accollarsi il compito di cercare una soluzione sostenibile.
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