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Da Faenzanotizie.it

Nasce il comitato per la bonifica della Cava Zannona, formato da cittadini che, dopo l'incendio di agosto, vorrebbero il ritorno all'uso agricolo di quel suolo, sospendendo le concessioni per scopi estrattivi e/o di stoccaggio e lavorazione del legname.

"Un Comitato - si legge nella nota dei primi firmatari - le cui attività riguarderanno principalmente l’attivazione di tutte quelle iniziative necessarie per prendere visione di tutte le autorizzazioni in essere legate alla “Cava Zannona”, sia per attività estrattive che di stoccaggio e lavorazione del legname, la ricerca della presenza effettiva o meno di tutte le norme di sicurezza che dovevano o meno essere presenti al momento dell’accaduto e che devono essere rispettate nella quotidianità della lavorazione e raggiungere, se ve ne sono gli estremi, alla cessazione di ogni attività estrattiva e lavorativa con la conseguente bonifica del terreno e il suo ripristino ad attività agricola”.

Primo obiettivo sostenuto dal comitato è quello di “instaurare un costruttivo e duraturo rapporto tra i cittadini residenti e l’amministrazione Comunale, per questo a breve richiederemo un incontro”.

Entra poi nel merito la nota stampa del comitato: “Riteniamo che la presenza della Cava Zannona posta in essere vicino a delle abitazioni e in una zona che è classificata come zona di interesse paesaggistico, possa determinare un disagio per noi cittadini in ordine di rumorosità, polveri e non ultimo il rischio a cui siamo stati sottoposti con l’incendio del 3 agosto 2018 e successivi disagi tra fumo e aria maleodorante che viene a sprigionarsi a tutt’oggi dai depositi del materiale bruciato ancora in deposito all’interno della Cava Zannona”.

"Per noi cittadini l’emergenza più immediata - continua la nota - è infatti la sicurezza ambientale e igienico-sanitaria, l’incendio della Cava Zannona infatti ha comportato paura, disagi, difficoltà di vita quotidiana legate al fumo e all’aria maleodorante irritativa per le vie respiratorie. Non dimentichiamo inoltre tutto ciò che comunque prima dell’incendio la presenza della Cava ha comportato: pericolosità legata alla circolazione continua dei mezzi pesanti, rumorosità continua, aria sempre satura di polveri che con il vento si depositavano ovunque e aria maleodorante che si sprigionava dalle cataste di legname presenti".


“Non abbiamo sicurezza per il futuro - 
aggiunge il comunicato -, non sappiamo cosa accadrà da qui in avanti perché dalla zona in cui ci sono i depositi di materiale, si sprigiona ancora aria maleodorante e fastidiosa in diverse ore della giornata e a seconda del vento, quindi ci chiediamo cosa succederà quando queste cataste verranno rimosse o spostate. Inoltre anche le attività lavorative continuano e quindi anche la rumorosità e la presenza di polveri nell’aria.

Conclude il Comitato: “Per tutte queste motivazioni vogliamo sapere cosa l’Amministrazione Comunale e le Ditte deputate alla lavorazione all’interno della Cava abbiamo deciso di fare con il materiale bruciato e conoscere se verranno concesse ulteriori autorizzazioni per le lavorazioni future in quell’area".