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Manifestazione in Piazza Kennedy a Ravenna contro il progetto Ccs (Carbon Capture and Storage) dell'Eni il 12 maggio 2021

Passa in Commissione Bilancio di Palazzo Madama un emendamento De Petris-Girotto (Leu e 5S) che boccia il progetto Ccs (Carbon capture and storage) a Ravenna. Perseguito dal gruppo dirigente dell’Eni e infilato nel Fondo per la transizione industriale, è osteggiato dal fronte ampio degli ambientalisti che lo ritengono un inganno dell’Eni per continuare l’estrazione e l’uso delle energie fossili. Per di più con i soldi dei contribuenti. Sarà sottoposto all’esame finale dell’Aula da qui a qualche giorno

Roma, 22 dicembre 2021 (Red) — Possono essere utilizzati per l’efficientamento energetico, per il riutilizzo in impieghi produttivi di materie prime e di materie riciclate i 150 milioni di euro destinati inizialmente, dalla legge di Bilancio in discussione in Parlamento, alla cattura della Co2 a Ravenna. Un emendamento presentato dalla senatrice di Leu Loredana De Petris e dal presidente della Commissione industria del Senato, il 5S Gianni Girotto, ha mandato in frantumi, al momento, il progetto dell’Eni di succhiare soldi pubblici per nascondere sottoterra l’anidride carbonica, come “Italia Libera” denuncia da mesi. 

Auspice il buon ufficio del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, il gruppo dirigente del Cane a Sei Zampe sta facendo di tutto per allungare almeno di un decennio il proprio business nell’estrazione e nella lavorazione degli idrocarburi. Una direzione di marcia in netta controtendenza con tutti gli impegni internazionali per contrastare la crisi climatica sottoscritti anche dal nostro Paese. In ultimo anche a Glasgow ai primi di novembre.

Il progetto Ccs dell’Eni a Ravenna è stato bocciato più volte dall’Unione Europea, riproposto nella Legge di bilancio in discussione in questi giorni in Parlamento e bocciato anche in Senato

Il progetto Ccs (Carbon capture and storage) è stato proposto e riproposto più volte al vaglio dell’Unione Europea per accedere ai fondi della Next generation Eu. Ed è sempre stato bocciato; qualche settimana fa, ancora una volta, dal Fondo europeo per l’Innovazione. Da qui il tentativo del governo Draghi di ripescarlo e farlo pagare dal bilancio dello Stato italiano inserendolo in un Fondo per la transizione industriale, su impulso del ministero dello Sviluppo economico, guidato da Giancarlo Giorgetti, e del ministero della Transizione ecologica per mano diretta della Sottosegretaria di Cingolani, Vannia Gava, leghista anche lei. Stesse braccia politiche anche per la riapertura della fallimentare stagione del nucleare italiano, come dai desiderata dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi.

«Finora — ha detto la senatrice De Petris — non è stata dimostrata la bontà di queste tecnologie, e non è nemmeno chiaro se siano sicure, ma di certo avvantaggiano le fonti fossili». «I progetti dello stoccaggio sotterraneo della Co2 — ha sottolineato il presidente Girotto — sono stati finora un buco nell’acqua. La tassonomia europea delle fonti climaticamente sostenibili si esprimerà su tutte le tecnologie, ma noi continuiamo a dire niente gas, niente nucleare e niente stoccaggio della Co2», prendendo così una netta distanza dalle posizioni espresse dal ministro Cingolani, attribuito ai 5 Stelle all’atto della costituzione del governo Draghi. 

L’emendamento vincente De Petris-Girotto approvato in Commissione Bilancio al Senato ha ricevuto il voto contrario, oltre che della Lega, del deputato del Pd Stefano Collina eletto nel ravennate. La partita finale si giocherà nell’aula di Palazzo Madama da qui a qualche giorno. © RIPRODUZIONE RISERVATA