Il discorso. Il Recovery Plan secondo il presidente del Consiglio incaricato deve completare il lavoro precedente di Conte mantenendo però nelle sue mani la governance
" il Manifesto" del 18.02.2021
I new entry nella maggioranza, la qualità e il modo della scelta delle ministre (poche) e dei ministri, quindi la composizione del nuovo esecutivo e il come ci si è arrivati, faceva capire che eravamo di fronte ad una sterzata a destra. Era giusto tuttavia attendere il discorso programmatico per un giudizio più ponderato.
Quanto ha detto Draghi al Senato non ha certo attutito questa analisi. Il suo è stato un discorso privo persino di quel pathos che la drammaticità della situazione avrebbe sollecitato. Basta vedere l’aumentata pericolosità delle varianti del virus. Draghi si è richiamato allo spirito repubblicano. Ma ben altra forza morale, politica e programmatica avrebbe dovuto mettere in campo. Non basta dire che si è uniti da “l’amore per l’Italia”. Nessuno da quello scranno avrebbe potuto dire il contrario. Draghi ha sentito il bisogno di motivare la ragione per cui un così ampio arco di forze tra loro ben diverse lo sorreggono.
Lo ha fatto con affermazioni palesemente contradditorie, segno di un certo imbarazzo. Prima ha lodato il senso di responsabilità delle forze politiche “alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”, immediatamente dopo, per negare il fallimento della politica, ha sostenuto che “nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità”.
Il confine invalicabile resta l’irreversibilità dell’euro e la prospettiva di una Ue capace di sostenere i paesi in recessione. Ma questo era già stato metabolizzato dalla Lega che ha preferito spostare la sua conflittualità sull’apertura delle piste da sci.
Per il resto Draghi ha non solo riservato un omaggio formale a Conte, ma ha sussunto il lavoro del precedente governo sul Recovery Plan, che si tratterebbe solo di approfondire e completare. Del resto non molte ore prima dagli uffici del commissario Ue all’Economia, era giunta
Leggi tutto: Draghi, l’opera economica dell’ingegnere costruttore - di Alfonso Gianni
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