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COMUNICATO STAMPA                                                                       Bologna, 25 luglio 2018

Legambiente: davvero tutti le 50 organizzazioni aderenti al “Patto per il lavoro” ritengono necessarie nuove autostrade? Tra queste università, associazioni agricole, terzo settore e l'ufficio Scolastico Regionale

Nel dibattito delle ultime settimane, tutte le richieste sono per infrastrutture stradali. 
Eppure il comune più cementificato d'Italia nel 2017 è in Emilia Romagna, e l'inquinamento estivo da ozono è già alle stelle

Dal dibattito politico delle ultime settimane sembra che la principale divergenza tra governo della Regione e governo nazionale riguardi le autostrade.

Il Presidente Bonaccini ha puntato molto sul mettere al sicuro i suoi progetti di nastri d'asfalto, previsti da un Piano trasporti scaduto da quasi un decennio e mai più ridiscusso.

“Una visione anacronistica della mobilità  - sottolinea Legambiente - per nulla coerente con le emergenze ambientali e di salute dei cittadini, che evidentemente la maggioranza in Consiglio Regionale vuole portare in campagna elettorale”.

Se la scelta “culturale” della maggioranza non stupisce, sembra invece quantomeno strana la posizione attribuita ai soggetti aderenti al Patto per il lavoro.  Secondo quanto evidenziata in home page sul sito della Regione l' "organismo" Patto per il lavoro, che raggruppa  50 soggetti aderenti (tra cui mondo del terzo settore, associazioni agricole, università), avrebbe deliberato di  chiedere al Governo di non bloccare la Bretella Campogalliano-Sassuolo, la Cispadana ed il Passante di Mezzo. 

“Una simile posizione attribuita a soggetti tanto diversi ed eterogenei - continua Legambiente - desta quantomeno qualche perplessità. Appare curioso ad esempio che l'Ufficio Scolastico Regionale, per citare una delle tante organizzazioni aderenti al Patto, ritenga un'esigenza impellente ed imprescindibile la costruzione di nuove strade ed autostrade.

Se davvero tanta parte della società regionale è così legata al bisogno di autostrade, il luogo giusto per discuterne sarebbe il futuro Piano dei Trasporti che deve essere rinnovato dal 2010, e non certo tavoli di confronto con regole e modalità decisionali alternative agli strumenti di vera partecipazione.

“Nel dibattito sulla mobilità  - conclude Legambiente - le infrastrutture sono necessarie. Ma nella scelta di quale modello metter in campo, non può essere taciuto come il Comune italiano con il maggior aumento della percentuale di cemento nel 2017 è Sissa Trecasali, dove è in corso il cantiere dell'autostrada TI-BRE (Dati Dossier ISPRA); che al 25 luglio sono già 6 le provincie che hanno superato i limiti normativi dell’Ozono, inquinante fortemente influenzato dai trasporti; che la direttrice alpina delle merci verso il centro Europa, l'Austria, ha posto il contingentamento al numero di Tir in transito e la Svizzera ha investito in modo fortissimo sul ferro con la recente inaugurazione del tunnel del Gottardo”.

Per quanto l'obiettivo della crescita dell'occupazione sia fondamentale, non può essere slegato da scelte di pianificazione territoriali che guardino alla modernità ed al benessere delle future generazioni.

Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna 
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna 
Tel: 051-241324 
Fax: 051-0390796 

E-mail: ufficiostampa@ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Web: www.legambiente.emiliaromagna.it

 

COMITATO  PROVINCIALE  ANPI - RAVENNA      ordine del giorno

 

Il comitato provinciale assume l’o.d.g. del Comitato Nazionale Anpi del 12 aprile 2018 sulla grave situazione internazionale e ne condivide la profonda preoccupazione per una situazione che diviene sempre più complessa e pericolosa e sembra allontanare, giorno di più, quello che è il nostro obiettivo primario: LA PACE.

L’immane carneficina in corso da anni in Siria, in Palestina, nello Yemen, in Libia, rischia un’escalation con il coinvolgimento delle superpotenze mondiali dall’esito imprevedibile, che potrebbe condurre ad un conflitto globale di guerra nucleare.

La Siria è diventato campo di battaglia di uno scontro geostrategico per il controllo del Medio-Oriente e delle risorse energetiche.  Non sono bastati 400 mila morti, la totale distruzione del Paese, milioni di profughi, perché vi fosse un’iniziativa internazionale di Pace per difendere l’unità del Paese come realtà multietnica e democratica.

I martoriati popoli del Medio-Oriente hanno già versato troppo sangue per diventare pretesto per altri lutti e per bibliche migrazioni allo scopo di fuggire dalla morte per fame, dalla guerra, dalla distruzione ambientale.  L’Onu assiste, più o meno impassibile, e dimostra una preoccupante impotenza.

Il Comitato provinciale fa proprio l’appello del Comitato nazionale che impegna tutte le strutture periferiche dell’associazione alla mobilitazione contro la guerra e chiede alla Presidenza provinciale di sviluppare un programma di lavoro in difesa della Pace.

Il Comitato provinciale è consapevole che l’opinione pubblica e un movimento internazionale non possono arginare da soli la tendenza alla guerra, ma possono  vincere l’indifferenza e rompere il silenzio assordante sulla guerra.

La Resistenza partigiana è stata fatta contro la guerra nazifascista e da quella lotta è scaturita la nostra Costituzione che impegna il nostro paese ad una politica di Pace.

L’Anpi è sempre stata in prima fila nella lotta per la Pace e il disarmo e anche oggi deve testimoniare in modo attivo tale volontà, riprendendo la nostra Carta Costituzionale che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, chiedendo al governo italiano di dissociarsi dalle politiche di guerra e faccia svolgere all’Italia un ruolo di Pace nelle sedi internazionali.

Il Comitato provinciale chiede che il governo non conceda alcun uso delle basi militari sul nostro territorio, nemmeno per scopi logistici che comunque sarebbero direttamente funzionali alle azioni belliche.

Il Comitato provinciale approva il rilancio di una campagna di massa per la cultura della Pace e della convivenza per uscire da questo sistema di guerra, e che in nome dell’art. 11 della Costituzione, abbia come concreto e tangibile impegno la riduzione delle spese militari, affinché l’Italia possa ridiventare un paese sovrano e neutrale.

Il Comitato provinciale si impegna a contribuire all’organizzazione della partecipazione della nostra provincia alla marcia della Pace Perugia-Assisi per il prossimo 7 ottobre.

o.d.g. votato all’unanimità.

Ravenna 23 giugno 2018                                                                                             il proponente:  Giancarlo Lugli

 

Cari amici,
trovate in allegato il testo di una lettera che manderemo al Governo Conte-Salvini-Di Maio e che ci piacerebbe venisse firmata da molti faentini. 
Se vorrete farlo anche voi venite in Piazza, di fronte allo scalone del Comune, venerdì 20 luglio dalle 18 alle 20. 
Saremo più visibili se indosseremo qualcosa di rosso.
Arrivederci!
 
Anna Colombini - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marcella Morelli 0546/660492

AL GOVERNO CONTE-SALVINI-DIMAIO
E p.c. Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
OGGETTO: Dissenso dalle politiche antimigranti del Governo


Egregi Signori,
condividiamo le ragioni che hanno portato un gruppo di esponenti del mondo cattolico e
della cultura a intraprendere un digiuno a staffetta per perorare la causa degli ultimi della
terra e contestare la politica antimigranti del vostro governo e dell’Europa.
Facciamo nostre le parole di alcuni di loro intervistati da “Il manifesto” (11 luglio 2018).
Padre Alex Zanotelli: “Non possiamo accettare in silenzio queste politiche contro i migranti
che sono un insulto alla civiltà e all’umanità. Contestiamo gli slogan “America first! E
“prima gli italiani”, c’è spazio per tutti”.
Vauro: “Nel Mediterraneo e nel Sahara si sta consumando un olocausto fra l’indifferenza,
la complicità e a volte anche il consenso di molti”.
Don Alessandro Santoro: “Sono oltre 34mila le vittime accertate perite nel Mediterraneo
per le politiche restrittive della fortezza Europa. E’ il naufragio dell’Europa e dell’Italia che
decide di chiudere i porti e di non accogliere”.
Monsignor Nogaro: “abbandonare i migranti in mare è un abuso di umanità che questo
governo sta compiendo, bisogna organizzare una disobbedienza civile, non si può più
tacere”.
Onorevoli Conte, Salvini e Di Maio, noi firmatari di questa lettera dichiariamo che non
vogliamo essere complici delle vostre politiche disumane e miopi e che faremo di tutto per
contrastarle.
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Tra le proteste e le obiezioni sollevate da più parti per l’abbattimento (in parte necessario) di centinaia di alberi in diverse zone della città, ci pare che le più pertinenti siano quelle riguardanti la carenza di informazione puntuale e preventiva ai residenti e la scelta del pieno periodo estivo, quando il verde può portare qualche sollievo contro il gran caldo.

Si sta aspettando una risposta dall'Amministrazione, che dovrà fornirne anche a interpellanze nella prossima seduta del Consiglio comunale.

Nell'attesa, ci siamo chiesti il perché di queste scelte e abbiamo trovato alcuni indizi, forse non estranei a quanto sta avvenendo.

Nell'allegato “D”  della “Convenzione urbanistica permesso di costruire convenzionato” relativa al nuovo supermercato Aldi, si legge all'art.5 che il Gruppo si impegna ad assumere integralmente a proprio carico gli oneri relativi alla realizzazione delle opere di potenziamento del patrimonio arboreo in aree descritte al precedente punto 7) lettera e) [contiene la lista degli interventi da realizzare] ... L'esecuzione dei lavori di cui al presente articolo costituisce condizione per la presentazione della Segnalazione certificata di conformità edilizia e agibilità dell'edificio commerciale in progetto.

Ciò, a nostro avviso, ha un preciso significato: fino a quando non verranno eseguiti questi interventi il supermercato non avrà le necessarie autorizzazioni. Ecco dunque spiegata la ragione di tanta fretta nel tagliare gli alberi in questo periodo.

Qualcuno potrebbe obiettare che, di fronte ad un impegno così generoso di Aldi, non è il caso di sottilizzare. Ma siamo proprio sicuri che si tratti di generosità?

Per nulla. Si tratta di artifici per poter accedere ad incentivi volumetrici inseriti nelle norme urbanistiche, artifici grazie ai quali l’Aldi potrà costruire una superficie commerciale superiore a quanto sarebbe stato possibile, impermeabilizzando nel contempo l’area oltre a quanto normalmente consentito. Infatti tra le “compensazioni” non ci sono solo gli interventi sugli alberi, ma addirittura il coinvolgimento e l’utilizzo di un terreno privato di 372 mq. situato a notevole distanza (in via Bracchina) “necessario per assolvere la quota di permeabilità a distanza”, si legge nella convenzione. In sostanza, dato che nel lotto si copre di cemento un’area maggiore rispetto a quanto previsto dalle normative per qualsiasi costruzione, è stata trovata un’area da trasformare a verde a Borgo Tuliero!

Forse, l'Amministrazione Comunale spiegherà che in questo modo riuscirà a realizzare gli interventi di piantumazione degli alberi a costo zero. Non è vero: il risultato di queste operazioni ha un costo ambientale, di consumo di suolo, di ridisegno della città non nel segno della qualità sociale e urbana, ma a misura degli interessi economici.

Faenza, 13 luglio 2018

 

L’Altra Faenza