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Sicurezza Adesioni larghe dalle opposizioni ai movimenti. «Non ci facciamo intimidire dalla destra»

«Diritti in piazza a Roma». Oggi il grande corteo No Dl La manifestazione contro il dl sicurezza dello scorso 14 dicembre – LaPresse

«Non è il momento di stare a casa, saremo tantissimi»: è il giorno della grande manifestazione nazionale contro il decreto sicurezza. A quarantott’ore dall’ennesima forzatura istituazionale, e dall’approvazione del testo a colpi di fiducia alla camera (entro il 12 giugno si passa al senato), movimenti, associazioni, organizzazioni sociali, sindacati e partiti di opposizione si ritrovano a Roma.

SI PARTE ALLE 14 da piazza Vittorio per dirigersi alla volta di piazzale Ostiense. Ad aprire il corteo sarà il grande striscione della rete A Pieno Regime, che in questi mesi ha incrementato i suoi nodi e rafforzato relazioni per protestare contro quello che definisce «decreto Ungheria». A chiuderlo, la moltitudine antiproibizionista della Million Marijuana March. In mezzo le tante facce dei protagonisti di questa battaglia a più voci, che da tempo hanno deciso di convergere e darsi reciproco appoggio per reagire all’attacco delle destre. Con mille forme diverse. Quelli di Rifondazione, ad esempio, porteranno un bandierone palestinesi. Gli esponenti del Partito democratico ieri hanno polemizzato con Fratelli d’Italia, che ha diffuso sui social dei meme in cui si sostiene che Schlein, Fratoianni, Bonelli, Magi e Conte difendono chi occupa le case (sic).

TRA I TANTI PUNTI di riferimento da cercare nel serpentone colorato: lo striscione Insorgiamo degli operai Gkn, quello del vasto cartello Stop Rearm Europe che chiama al corteo del prossimo 21 giugno (l’appuntamento è davanti all’Hotel Napoleon, a piazza Vittorio). Poi le anime dei movimenti di lotta per la casa. E il Forum disuguaglianze e diversità, che ribadisce: «Nonostante la propaganda, questo decreto non aumenterà la sicurezza di cittadini e cittadine, perché non affronta l’insicurezza delle persone ma la strumentalizza e non dà risposte a tante altre insicurezze che in molti e molte vivono quotidianamente, come il lavoro, la sanità, la crisi climatica, la casa».

ANCHE NELLE ULTIME ore si sono moltiplicate adesioni e prese di posizione. L’altro giorno le forze di sinistra del parlamento catalano hanno depositato una risoluzione di condanna all’attacco del governo Meloni al diritto al dissenso. Quasi cento organizzazioni della società civile radunate nell’European civic forum hanno sottoscritto una lettera invitata a Michael McGrath, commissario Ue per lo stato di diritto, la giustizia, la democrazia e la tutela dei consumatori, per denunciare il grave processo in atto in Italia. Ancora, il portavoce della Conferenza dei garanti territoriali delle persone private della libertà e garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello definisce il decreto sicurezza «confuso, irrazionale e con sproporzioni». Ciambriello parla di «un provvedimento illogico» e di «misure repressive e incostituzionali». Un gruppo di detenuti interviene in prima persona: sono i redattori della redazione di Rebibbia Radio/Jailhouse Rock.

«Diventerà impossibile manifestare dissenso ovunque in questo paese – affermano – Qui in carcere, significherà dover accettare tutto. Sempre. E a quei benpensanti pronti a sostenere che chi è recluso deve solo obbedire, ricordiamo che se alcuni di noi, alcuni detenuti oggi sono ancora qui, vivi, è solo perché, pochi anni fa, quando esplose il Covid, tanti carcerati scelsero di alzare la voce. Scelsero di protestare, e di protestare fino a che le autorità non si occuparono del virus nelle carceri. A volte, insomma, il dissenso salva le vite».

I DETENUTI di Rebibbia ovviamente non potranno essere alla manifestazione ma invitano tutti ad andarci, anche per portare in piazza la loro voce. Agli oltre cento pullman e ai tre treni si uniscono tantissime automobili. Sulle pagine social della rete A Pieno Regime ci sono le indicazioni per unirsi al gruppo Telegram che serve ad aiutare chi cerca un passaggio alla volta di Roma. Nel corso della giornata di oggi, peraltro, gli ecoattivisti di Ultima generazione metteranno in scena una serie di proteste a Roma e in altre città d’Italia. L’idea è quella di dare spazio alla creatività e alla provocazione, dando vita ad azioni che sfideranno le nuove norma esprimendo dissenso in forme inedite. Anche il tema punta a sfidare il governo: Ug chiede di abbassare l’Iva sui generi alimentari per sostenere i settori sociali colpiti dalla crisi. La proposta, sottolineano, era stata avanzata anche dalla destra quando era all’opposizione.