Greenwashing europeo. Silenzio del Pd, che sta zitto da mesi, come del resto D’Alema che adesso torna a casa perché quel partito che aveva abbandonato con clamore è tornato ad essere bravo
Protesta ambientalista © Hendrik Schmidt/Ap
Se si voleva dare un altro schiaffo alla politica, e dunque alla democrazia, non si sarebbe potuto fare di meglio: dopo aver lanciato allarmi (sacrosanti), raccolto pareri scientifici (accurati e maggioritari), dichiarato che era necessaria una drastica svolta nel nostro modo di produrre e consumare per far fronte alla minaccia incombente della distruzione della Terra e dell’umanità che vi abita (in prima fila negli appelli Von der Leyen), la Commissione europea rende pubblica, e dunque ufficiale, una proposta di definizione della tassonomia – che indica quali siano le fonti energetiche da considerare rinnovabili – in cui vengono incluse sia l’energia nucleare che il gas!
Guardiamo la Tv per cercare una reazione: burocratica informazione del corrispondente da Bruxelles per avvertire che la decisione dovrà comunque passare per l’approvazione del Parlamento e naturalmente dei governi europei.
Aspettiamo con ansia un parere, almeno un primo giudizio del nostro, almeno dei partiti che lo compongono: niente, tutti troppo occupati a trattare l’elezione del presidente della Repubblica.
Silenzio assordante anche del Pd, che su questi temi sta zitto ormai da mesi, come del resto D’Alema che adesso scopre che torna a casa perché
Commenta (0 Commenti)Offrendosi , lui, guida del governo in carica, come Capo dello Stato, Draghi contribuisce allo svilimento della corsa al quirinale condizionando le scelte dei partiti. Salutiamo il 2021 senza che nulla sembri indicare migliori prospettive. Né sul piano dei diritti sociali né su quello dei diritti civili. Solo le lotte operaie tengono aperto il conflitto.
Quirinale © Riccardo Antimiani /Ansa
In questi giorni, un anno fa, in piena pandemia, eravamo sull’orlo di una drammatica crisi di governo. Tra qualche settimana, sempre con il virus padrone delle nostre vite, l’occasione dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica potrebbe essere la miccia per innescarne un’altra, altrettanto irresponsabile. Proprio mentre il Paese vive una condizione di estrema difficoltà e quel che scombussola il Palazzo appare assai lontano dalle priorità degli italiani.
L’affanno della società si è aggravato: la smisurata, accresciuta dimensione del lavoro precario, l’abbandono dei giovani e delle donne alla disoccupazione (privati dunque dello stesso diritto di cittadinanza), l’esponenziale crescita della povertà. E nessuna inversione di tendenza come dimostra la Legge di Bilancio (segnata dalla scandalosa riforma
Leggi tutto: L’anno nuovo che vogliamo - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)I dati ufficiali del ministero dello Sviluppo economico parlano di 69 aziende per le quali si cerca una soluzione. Da Whirlpool alla ex Ilva, da Carrefour a Gkn, da Saga Coffee a Prysmian. Decine di migliaia le lavoratrici e i lavoratori che avranno poco da festeggiare e molto da perdere.
Natale 2021: un anno di pandemia e vertenze arriva alla fine, lasciando sui tavoli del Mise decine e decine di situazioni complesse e lungi dall’essere risolte. I dati ufficiali del ministero, secondo le ultime dichiarazioni del ministro Giorgetti, parlano di 69 aziende per le quali si cerca una soluzione. Si contano a migliaia i lavoratori e le lavoratrici che, anche quest’anno, avranno poco da festeggiare e molto da perdere. "Un quadro impressionante", lo definisce la Cgil.
Ce lo racconta la mobilitazione della Cgil e delle sue categorie, ce lo raccontano i presìdi nella neve delle operaie di Saga Coffee a Gaggio Montano, ultima tappa di una storia di grandi, medie e piccole imprese che chiudono o delocalizzano inseguendo il profitto.
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Leggi tutto: Altro che feste - Vertenze sotto l'albero: i pacchi di Natale
La conferenza stampa di fine anno. Se ancora c’era qualche dubbio sulle intenzioni di Draghi di trasferirsi sul Colle più alto, dopo le sue parole di ieri, quel dubbio è stato definitivamente fugato
Il primo ministro Mario Draghi arriva alla tradizionale conferenza stampa di fine anno © Ap
Rubando il mestiere (e probabilmente la poltrona) al più rinomato illusionista della politica nazionale, e senza neppure bisogno della barba bianca e della slitta, per il santo natale il nonno d’Italia ci ha portato in dono se stesso nelle attuali vesti di salvatore della patria e, soprattutto, in quelle future di prossimo Presidente della Repubblica.
Se ancora c’era qualche dubbio sulle intenzioni di Draghi di trasferirsi sul Colle più alto, dopo le sue parole di ieri, quel dubbio è stato definitivamente fugato.
La mossa del cavallo è stata del resto spiegata ai giornalisti molto accuratamente. Il pilota automatico ha lavorato bene, l’economia vola e la pandemia è sotto controllo, chiunque sarà il prossimo presidente del consiglio dovrà solo preoccuparsi di seguire il mio manuale delle istruzioni fino alla fine della legislatura. Il governo ha svolto tutti i compiti per cui era stato chiamato da Mattarella e di conseguenza ha poca importanza chi verrà dopo di me. Mario Draghi dixit, chiaro e tondo.
Dunque probabilmente assisteremo, per la prima volta dalla
Leggi tutto: Babbo Natale al Quirinale - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)Boric e non solo. Il Cile insegna come sia possibile costruire un progetto vincente proprio perché radicale, nella strategia politica prima che nella piattaforma programmatica
Il festeggiamento di Gabriel Boric dopo la vittoria alle presidenziali cilene © Matias Delacroix /Ap
Da vent’anni, l’America Latina è il laboratorio politico della sinistra mondiale.
Hugo Chavez ha inventato un modello di ‘populismo di sinistra’ che ha ispirato prima altre nazioni del continente (Bolivia, Ecuador) poi alcune tra le esperienze più innovative ed efficaci della sinistra europea (Podemos, Tsipras, Melenchon).
La prima ‘ondata’ dei governi di sinistra in America Latina ha avuto, con l‘eccezione del Brasile, questa forte impronta populista, che ha mostrato di avere basi sociali solide anche quando alcune di queste esperienze sono state sconfitte (elettoralmente, come in Argentina, o con la forza, come in Bolivia e Brasile) ma sono successivamente tornate al governo.
La vittoria di Gabriel Boric in Cile consolida la possibilità di una ‘seconda ondata’ delle sinistre latinoamericane, e
Leggi tutto: La seconda, eterogenea, ondata delle sinistre latinoamericane
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Gabriel Boric RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/EPA
Con una vittoria che equivale ad un ko pugilistico, il leader della sinistra cilena Gabrile Boric si è aggiudicato con un amplissimo margine il ballottaggio presidenziale che lo ha opposto in Cile all'ultraconservatore José Antonio Kast.
Quando lo scrutinio aveva raggiunto il 92,12%, Boric aveva ottenuto oltre il 55% contro il 44% di Kast, con un vantaggio schiacciante di oltre undici punti che nessun sondaggio o analista aveva potuto prevedere.
Secondo i dati ufficiali, l'affluenza è stata record per il Cile, superiore al 50%, equivalente ad oltre otto milioni di voti. E' stata quindi grazie alla maggiore affluenza alle urne che si è imposto il progetto di cambiamento proposto dal giovane leader della coalizione Apruebo Dignidad, che a 36 anni sarà il prossimo 11 marzo 2022 il più giovane presidente della storia del Cile. Il sindaco comunista del distretto di Recoleta a Santiago del Cile, e rivale di Boric nelle primarie vinte da quest'ultimo, ha dichiarato che con "questa vittoria consideriamo chiuso il capitolo della dittatura" di Augusto Pinochet.
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