ESCALATION. L’Italia invece ora invia anche armi pesanti, ma l’intenzione è cambiata radicalmente: da azione di sostegno alla difesa ucraìna all’offensiva contro Mosca e in terra russa
Ieri il capo del Pentagono Austin ha chiamato il suo corrispettivo russo Shojgu chiedendo un cessate il fuoco e la preservazione comunque dei canali di comunicazione Usa-Russia. Una novità rilevante, anche se sono ancora parole, è un gesto che rischia di spiazzare perfino gli alleati. Perché continuando ad inviare armi in Ucraina, ora anche quelle pesanti, offensive, ormai anche l’Italia e l’Europa sono in guerra.
Così nel giro di alcune settimane lo scenario generale è radicalmente cambiato: da un’azione di contenimento e di sostegno alla difesa ucraìna ad una prospettiva di un’offensiva contro la Russia e in terra russa. Con l’invio di armi pesanti, con il vertice di Ramstein, con il premier inglese che avvalora l’ipotesi di attacchi sul suolo russo e con la Svezia e la Finlandia che si apprestano ad accelerare l’entrata nella Nato (che con il suo stolido segretario zittisce Zelensky sulla Crimea) è cambiato tutto.
Lo scenario – nonostante le interpretazioni ottimistiche del discorso di
Leggi tutto: Guerra ucraìna, perché deve vincere la pace di Giulio Marcon
Commenta (0 Commenti)IL CASO. Il rapporto Oxfam «DisuguItalia» svela la realtà della crisi e denuncia la nuova questione sociale tra pandemia e guerra. Gli annunci dei politici, le nuove emergenze, un sistema bloccato
Flessibilità nello sfruttamento; salari bloccati dagli anni Novanta e bassa produttività; esternalizzazioni, precarietà selvaggia e garanzie sociali intermittenti o inesistenti; nessuna politica industriale che non sia quella del basso valore aggiunto; aumento dell’inflazione esogena per la rottura delle catene di approvvigionamento che sarà usata per contenere ancora di più i salari. Questa è l’emergenza per una politica prigioniera di una formula: la maxi-maggioranza draghiana, che non permette di trovare soluzioni significative. Né oggi, né domani. La crisi è di sistema.
IL RAPPORTO di Oxfam Italia «DisuguItalia: ridare valore, potere e dignità al lavoro», presentato ieri a Firenze nell’ambito dell’Oxfam Festival, ha confermato questa analisi strutturale del caso-Italia e permette, di
TEATRO DI GUERRA. Il premier italiano - che riferirà in Parlamento il 19 maggio per un question time (senza repliche) - vuole figurare come il miglior alleato possibile di Biden e allo stesso tempo tenere a bada una maggioranza di governo dove in molti sono contrari all’invio di altre armi
Il premier Draghi e il presidente Usa Biden - Ap
Con un totale di 40 miliardi di dollari di aiuti militari varati dal Congresso americano con l’Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act (una sorta di prestito) Kiev dovrà difendersi da Mosca e contrattaccare, diventando una sorta di Sparta d’Europa. Questa è la sostanza dei piani americani. Se poi vogliamo credere alle parole di Draghi nell’incontro con Biden a Washington e di Macron rimane anche lo spazio per tentare un negoziato ma sono, appunto, parole quelle pronunciate dal presidente del Consiglio italiano e dal leader francese. Macron ancora più di Draghi si è spinto avanti: «Non bisogna umiliare la Russia», ha detto.
Cosa significa? Che la guerra, dopo la svolta di Ramstein, ha preso una china pericolosa per Putin ma anche per la pace in Europa. E il capo
Leggi tutto: Draghi al bivio e l’escalation di guerra - di Alberto Negri
Commenta (0 Commenti)A CARISSIMO AMICO. Il premier dal presidente Usa come alleato più affidabile, ma chiede di cercare ogni strada per il negoziato
Il presidente Biden «non vedeva l’ora» di incontrare Draghi e alle 20 in punto se lo è trovato di fronte nella sala ovale della Casa Bianca, scortato dall’ambasciatrice Zappia e dai consiglieri Mattiolo, il diplomatico, De Leverano, il militare, Giavazzi, l’economico. Ad accoglierli, con Biden, un team tutto femminile: la segretaria al Tesoro Yellen, la vicesegretaria di Stato Sherman, la consigliera per l’Europa Sloat. L’incontro durerà un’ora e mezzo precisa.
CI SONO «MOLTE COSE di cui parlare», esordisce il presidente e l’italiano va subito al punto: «In Italia e in Europa le persone vogliono la fine di questa macelleria, ci chiedono come arrivare alla pace». Dunque, «dobbiamo utilizzare ogni canale per un cessate il fuoco e per avviare negoziati credibili». Mario Draghi non permette equivoci:
Leggi tutto: Draghi a Biden: tentiamo la pace - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)OPINIONI. Stoltenberg zittisce la proposta di Zelenski: «I membri della Nato non accetteranno l’illegale annessione della Crimea. L’Ucraina deve vincere questa guerra...»
Jen Stoltenberg e Antony Blinken al summit Nato - Ap
Quelli che abbiamo passato sono stati tre giorni nei quali si è impennata la curva dell’escalation bellica, che comincia tuttavia a produrre qualche crepa nel fronte guerriero. Succede perché le parole del segretario generale della Nato che ha annunciato l’entrata in guerra contro la Russia hanno cominciato a suscitare un po’ di paura e anche qualche irritazione nei confronti del grande alleato americano che comanda l’Alleanza atlantica: la guerra, infatti, si farà in Europa, non dall’altra parte dell’oceano, dove si continua a pensare che siccome la fanno gli altri per procura o da remoto, può essere invoca ta a cuor leggero.
E tuttavia, nonostante qualche inizio di riflessione autocritica, i governi europei, e chi gli Stati uniti li sostiene con fervore, marciano ancora verso la catastrofe agli ordini di Biden. Sebbene Stoltenberg non potesse esser stato più chiaro, come riporta con esattezza il quotidiano tedesco Die Welt, fra i pochi che hanno riferito senza tentare di sminuirne il significato, nel suo discorso ha detto: «I membri della Nato non accetteranno l’illegale annessione della Crimea.
L’Ucraina deve vincere questa guerra perché difende il suo paese». E questo immediatamente dopo che Zelenski, per la prima volta, aveva accennato ad un possibile negoziato, accettando che
Leggi tutto: Lo annuncia la Nato: «Siamo in guerra», e nessuno in Italia ce lo ha detto
Commenta (0 Commenti)RUSSIA - 9 MAGGIO 1945. Con queste parole, il 21 febbraio scorso, Vladimir Putin ha, di fatto, annunciato alla nazione l’inizio della guerra in Ucraìna: «L’Ucraìna contemporanea è stata completamente e interamente creata dalla Russia».
Con queste parole, il 21 febbraio scorso, Vladimir Putin ha, di fatto, annunciato alla nazione l’inizio della guerra in Ucraìna: «L’Ucraìna contemporanea è stata completamente e interamente creata dalla Russia». «Per la precisione – ha continuato – dalla Russia comunista e bolscevica. Dopo la rivoluzione del 1917 Lenin e i suoi compagni hanno agito in modo scorretto sottraendo alla Russia una parte dei suoi territori storici».
Per il tramite del più classico «uso pubblico della storia» il presidente russo ha sostenuto, in questo modo, la legittimità della sua scelta politica che ha riportato la guerra in Europa ventitré anni dopo quella scatenata dalla Nato nella ex-Jugoslavia nel 1999.
Dal primo discorso di Putin ad oggi la strumentalizzazione del
Leggi tutto: La storia usata sul campo di battaglia - di Davide Conti
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