Distruzione e distrazione di massa. L’investimento militare trascina con sé la lotta per il controllo dei giacimenti energetici. Non quelli derivanti dal sole, dall’acqua del vento, ma quelli delle fonti fossili
Sassonia-Anhalt, Leuna, la nuova centrale a gas, è il più grande sito del settore in Germania, collegato tramite gasdotto ai fornitori dalla Russia © Ap
La guerra produce e mette in pratica armi di distruzione di massa. Contemporaneamente si rivela come una potente arma di “distrazione di massa”. Nei giornali, nelle tv, sui social è sparita bruscamente la pandemia, e gli effetti del riscaldamento climatico. Con una qualche soddisfazione delle élites del Novecento – al comando ci sono sempre loro – molto più attrezzati a parlare di guerra che di una pandemia che continua a durare, e che durerà a lungo in questa o altre forme, fin che il genere umano non ridefinirà i suoi rapporti con la natura e con le altre specie animali e vegetali. O del fatto che per il riscaldamento climatico, la siccità che fa morire di fame e di sete migliaia di bambini nel mondo, si presenta anche da noi con i nostri fiumi che cominciano ad asciugarsi molto prima dell’estate.
I generali e gli esperti di geopolitica hanno preso nei talk show televisivi il posto riservato fino a ieri ai virologi e agli epidemiologi. Ma nella distrazione diffusa si impone, tramite la guerra, una vecchia idea di sviluppo, che accomuna Putin e l’Occidente. La priorità dell’investimento in armi e nel rafforzamento degli eserciti.
Per Putin anche a costo
Leggi tutto: La guerra oscura la pandemia e la battaglia ecologista - di Andrea Ranieri
Commenta (0 Commenti)Sinistra. Al congresso dell'Anpi, il presidente Pagliarulo difende la linea del no alle armi in Ucraina e contro l'aumento delle spese militari. Anche l'ex premier 5 Stelle contro il 2% di guerra, interviene con veemenza da remoto. Il segretario Pd invece sceglie la presenza per ricucire con l'associazione: staremo sempre dalla stessa parte. Ma non affronta i temi che dividono: sottoscrivo Mattarella e la richiesta di una solidarietà attiva
Enrico Letta interviene ieri al congresso dell'Anpi di Riccione
Avrebbe potuto essere l’intervento più applaudito. Quando il primo piano di Giuseppe Conte appare enorme in videoconferenza al 17 congresso dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, i capelli sono come sempre in ordine ma è chiaro che entro gli rugge uno spirito guerriero. Anzi, pacifista. Se ha combattuto deve averlo fatto fino a un attimo prima con le correnti del Movimento e con gli alleati, irritati, soprattutto il Pd, per la decisione di rimangiarsi in senato il voto favorevole all’aumento delle spese militari dato alla camera otto giorni fa. Ha tante telefonate importanti da fare, l’avvocato, e rimanda più volte il collegamento. Poi appare. E parte subito, una furia, battendo il pugno sul tavolo, ma troppo vicino a microfono e videocamera. «Se invece che intervenire con investimenti ingenti per aiutare le famiglie e le imprese in difficoltà – alza la voce – noi scegliessimo la strada di investimenti massicci sulle spese militari – sta quasi gridando – questa sarebbe per noi, e lo dico forte». Beng. Cosa? Che ha detto?
Non si è capito perché Conte ha colpito il tavolo troppo forte, la videocamera si è mossa, l’audio è saltato. Qualcuno però è riuscito a cogliere qualcosa. Ha detto che sarebbe «una scelta ignobile» aumentare al 2% del Pil le spese militari. Come da ordine del giorno già votato e come
Leggi tutto: Guerra, pace e partigiani. Letta glissa, Conte carica - di Andrea Fabozzi
Commenta (0 Commenti)"È una guerra criminale", dice, ma è del tutto contraria all'invio di armi, che alimenta l'escalation del conflitto. A colloquio con Luciana Castellina, giornalista, scrittrice, più volte deputata, presidente onoraria dell'Arci
Militante politica, giornalista, scrittrice, più volte parlamentare, eurodeputata, presidente onoraria dell’Arci. Forse ad alcuni il nome di Luciana Castellina non dice niente ma per altri è tutto questo e molto altro: compagna, pacifista, pasionaria della sinistra, comunista. Ma soprattutto persona coerente, dotata di onestà intellettuale, una che argomenta e poi agisce di conseguenza e che per questo finisce spesso nel mirino, lei, le sue idee, le sue prese di posizione. Come quelle sulla guerra in Ucraina, che ci illustra dopo
Leggi tutto: La pace, la Nato e l'Occidente - un video di Luciana Castellina
Commenta (0 Commenti)Come armare la pace. Il salto è grande perché richiede la costruzione di una diversa concezione e assetto dei rapporti internazionali. Quanto ciò sia difficile è dimostrato anche dai tentativi di mediazione in atto.
Manifestazione pacifista a Milano © LaPresse
Cosa si può fare per fermare la guerra? Come si può armare la pace? Il terrore di precipitare in un conflitto totale appartiene a tanta gente, agita le menti di innumerevoli persone, senza confini, cittadinanze, appartenenze di sorta. Altri subiscono passivamente la massiccia campagna bellicista che, in realtà, è parte del conflitto. Troppi restano chiusi in una sorta di fatalismo impotente.
Così la storia continua a passare sulle teste di tutti. Deliri di potenza, rivendicazioni di supposti primati, contrapposizioni di pretesi valori (da sempre meri vessilli per mandare a combattere), trame di “grandi tessitori”. Sono questi i comportamenti delle cosiddette super-potenze che pretendono di disegnare la geografia economica e politica di macro regioni del mondo.
Come fermarli? Come spiegare che l’età degli imperi è tramontata per sempre?
Essa è finita proprio perché le insaziabili brame dei gruppi di potere dominanti, economici, finanziari, politici, tecno-militari hanno provocato squilibri che
Leggi tutto: Un paradigma storico-politico vecchio e pericoloso - di Ignazio Masulli
Commenta (0 Commenti)Milano, manifestazione contro la guerra 19/03/2022 © LaPresse
Oltre a devastare l’Ucraina, l’invasione decisa da Valdimir Putin ha ribaltato gli orizzonti di molte scelte politiche internazionali, soprattutto in Europa. È successo per le esportazioni di armi, con i Paesi dell’Unione europea che hanno deciso di ignorare norme condivise vincolanti, ma soprattutto lo si rileva sul tema delle spese militari. Un clima politico totalmente cambiato dal recente passato, in cui comunque il rialzo negli investimenti armati era in qualche modo limitato da una contrarietà nell’opinione pubblica evidenziata da diversi sondaggi. Oggi invece si cerca il consenso politico in direzione militarista.
Un consenso politico in direzione militarista che fa dichiarare con allegria al Sottosegretario alla Difesa Mulé che “non ci diciamo più che con un F-35 si costruiscono cento asili, ma che con l’F-35 ne proteggiamo migliaia”. Sempre che in futuro ci sia qualche soldo per costruirli e gestirli…
Nelle ultime settimane la Germania ha deciso di portare a 100 miliardi (praticamente raddoppiandolo) il proprio livello di spesa militare, la Francia si adeguerà e anche l’usualmente “neutrale” Svezia intende raggiungere i livelli suggeriti dalla Nato. Lo stesso è avvenuto in Italia con l’ordine del giorno votato a larga maggioranza alla Camera dei Deputati e spiegato
Leggi tutto: La strada sbagliata dell’aumento delle spese militari - di Francesco Vignarca *
Commenta (0 Commenti)Guerra in Ucraina. Dissensi nel M5S, da Conte sì «sofferto». Il dem Majorino: errore aumentare le spese militari
Manifestazione pacifista © LaPresse
Via libera della Camera al decreto Ucraina, compreso il contestato capitolo dell’invio di armi italiane, che vede contrario tutto l’arcipelago di sinistra, i verdi e gli ex grillini di Alternativa e crea più di un problema dentro il M5S e il Pd. Il decreto passa con 367 favorevoli, 25 contrari e 5 astenuti (a favore anche Fdi).
A colpire sono i 231 assenti, di cui solo 78 giustificati in quanto in missione. Tra questi ingiustificati 22 sono di Forza Italia, 37 della Lega, 28 di M5S, 21 del Pd, 23 del Misto. I dem con 69 presenti su 97 deputati totali, registra la più alta percentuale di presenza con il 71%.
I NO SONO PIÙ O MENO gli stessi che mercoledì si erano opposti all’odg della Lega (collegato al decreto e firmato da tutti i partiti di maggioranza) che impegna il governo a portare dall’1,5 al 2% del pil le spese militari entro il 2024: un aumento da 25 a 38 miliardi chiesto
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