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Dopo l'acquisto dell'Arena Borghesi da parte di Conad, sono trapelate alcune indiscrezioni che fanno presagire significative novità nella vita dell'Amministrazione cittadina.
Era già noto il passaggio di competenze a Conad sulle politiche sanitarie, in particolare sulle “Case della salute”, ma oggi siamo di fronte ad un vero e proprio salto di qualità.
Si sussurra che non solo la programmazione cinematografica estiva, ma tutte quante le politiche culturali passeranno interamente a Conad, che si configura come un nuovo vero e proprio super assessore.
Questa novità, purtroppo, comporterà l'esubero dell'Assessore alla cultura Isola, al quale non resterà, provvisoriamente, che la cassa integrazione. Si vocifera ch’egli avrebbe dichiarato: il mio posto di Assessore, come “i luoghi della storia continuano ad essere vivi se sapranno affrontare le trasformazioni che nel tempo si rendono necessarie”.
Questa dichiarazione di disponibilità lascia intendere che potrebbero trovare conferma le voci di una ricollocazione di Isola all'interno del supermercato allargato (non è ancora chiaro in quale settore).
Ci rendiamo conto che tutto questo è quanto richiedono la modernità e il mercato, e che, come dice opportunamente Conad: interesse privato e quello pubblico possano e debbono procedere insieme. Per farlo occorrono fiducia e trasparenza, la stessa che le persone ci danno ogni giorno facendo la spesa nei nostri negozi.
Questi concetti moderni devono essere fatti comprendere a tutti, in particolare agli ambientalisti, che continuano a rompere tanto le scatole, sostenendo che di luoghi come l'Arena Borghesi ce n'è uno solo a Faenza e che andrebbe difeso integralmente.

Siamo invece convinti che la città non debba fare a meno dell’apporto dell’assessore Isola e che per lui ci sia ancora un ruolo nell’amministrazione faentina. Vorremmo dargli una mano e così gli suggeriamo sommessamente una proposta di film per il ciclo inaugurale della Nuova Aren(ina):
"Il maestro e [la] Margherita" di A. Petrovic;
"Cona[*] il barbaro" di J. Milius;
(o in caso di indisponibilità della pellicola(!?) "Cona[*] il distruttore" di R. Fleisher;
"Con[**]flitto di interessi" di R. Altman;
"Calda emozione" di L. Mandocki;
 
"Margherita nella notte" di C. Autant-Lara;
"Un[a] Borghesi piccola piccola" di M. Monicelli
e in conclusione piuttosto che il retorico e non più reperibile "Sangue e Arena" di R. Mamoulian; preferiremmo la sua parodia:
"Fifa e Arena" di M. Mattoli, (per la prima volta in lingua originale con sottotitoli in romagnolo).
Tanto pe' canta`
perche` me sento un friccico ner core
tanto pe' sogna`
perche` ner petto me ce naschi 'n fiore.

Rick Blaine

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Premetto di non avere alcuna simpatia per i populisti; anzi li considero l'anticamera dell'autoritarismo. Ma ora sono un po' in imbarazzo. Sembra che io sia diventato un populista "a mia insaputa". Leggo sul Venerdì di Repubblica del 7 aprile che "le nove principali potenze militari del mondo (Usa, Cina, India, Russia, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Germania e Brasile) passeranno da 1.400 miliardi all’anno di spesa per la difesa (dato 2012) a oltre 4.000 nel 2045." Lo dice Curzio Maltese citando una ricerca del governo britannico, ripresa nel libro bianco della commissione Juncker. E conclude domandandosi "perché è un’utopia pensare d’investire decine di miliardi nel reddito di cittadinanza e nella creazione di posti di lavoro, in un’Europa con 120 milioni di cittadini a rischio indigenza, e invece sarebbe buon senso spenderne centinaia per riarmare arsenali già sufficienti a distruggere più volte il pianeta?" Segnalo l'articolo ad un signore, che lo legge frettosolosamente e mi dice: Curzio Maltese è un populista!
Però ho capito la lezione. Quando qualcuno dice qualcosa che non ti piace, qualcosa che mette in discussione i tuoi schemi mentali, gli dai del "populista" così lo neutralizzi! Una volta si sarebbe detto: fascista! oppure comunista! Siamo sempre lì.
Come si può pensare seriamente di ridurre gli armamenti? Il disarmo? I trattati per la non proliferazione nucleare? Roba da libri di storia! Tutte balle, roba da populisti!

A. M.

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Pur limitando le correzioni al minimo indispensabile, la Corte costituzionale ha di fatto smontato l’Italicum, la legge elettorale imposta al Parlamento da Renzi e soci. Doveva far prevalere la governabilità sulla rappresentanza (ricordate? “La sera stessa del voto si saprà chi ha vinto”), si torna invece al proporzionale e ai prevedibili accordi di coalizione.

Eppure i renziani dicono che l’Italicum non è stato bocciato e che si deve andare subito al voto. Facendo compagnia con Salvini, Grillo e la Meloni.

Fateci capire: il governo Gentiloni è in carica perché si regge su una maggioranza parlamentare, ad assicurare questa maggioranza è il Pd, volere le elezioni subito significa dunque staccare la spina a Gentiloni per farlo cadere. Siamo al “Paolo stai sereno”. Mo alora l’è un vèzi!

 

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Siete sicuri che Renzi si dimette?

Intanto il Presidente della repubblica gli ha già detto che deve restare almeno fino all'approvazione della legge di bilancio,
e quando un governo è insediato è sempre un'incognita sapere quando finisce.
Inoltre Renzi non si dimette da segretario del partito e faccio fatica a pensare , visto il personaggio con un ego stratosferico, che farà un bagno di umiltà ascoltando anche i consigli altrui e dando una nuova impostazione alle politiche economiche e sociali del Paese.
Nonostante la valanga di NO che gli si sono abbattuti in testa i suoi portavoce già hanno cominciato ad impossessarsi del 40% di si e da quelli dicono che ripartiranno.
State tranquilli che il tipo ce lo troveremo davanti ancora per molto.
Del resto che altro potrebbe fare?
Però oggi è il momento di festeggiare, l'abbiamo scampata bella,evviva il popolo italiano e grazie a tutti coloro che hanno lavorato molto per questo risultato.
Vi abbraccio tutti, sono molto felice
Rita
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Difficile sottrarsi alla tentazione di un confronto fra coloro che la Costituzione la emanarono e coloro che oggi la stanno manomettendo.

Fra i padri costituenti c’erano Giuseppe Dossetti, Piero Calamandrei, Benedetto Croce, Palmiro Togliatti, Alcide De Gasperi, Nilde Jotti, Pietro Nenni. Uomini e donne di grande statura politica, culturale e morale, politici che seppero anteporre l’interesse del Paese alle ragioni di parte.

Parole alte e nobili accompagnarono il voto a larghissima maggioranza che segnò l’atto di nascita della Costituzione. Il presidente dell’Assemblea Umberto Terracini la definì “un solenne patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano”.

Di ben altra pasta appaiono i fautori della “riforma”. Ben altri i propositi e il linguaggio, infarcito di slogan propagandistici, falsità, insolenze.

Altri tempi, si dirà, ma soprattutto altre teste e un abisso fra il senso dello Stato di allora e l’avventurismo dei nostri giorni.

 

 

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Dall'inizio dell'anno, in Italia sono state uccise 123 donne dagli uomini che dicevano di amarle.
La violenza fisica e verbale annienta il fisico e la psiche, ognuno che non lo ha provato forse non immagina nemmeno come si debba sentire una donna in queste situazioni.
Le donne vengono isolate, allontanate dai parenti e dagli amici, ogni piccola cosa diventa una scusa per offendere , denigrare e anche picchiare.Nonostante in questi anni si siano fatti passi avanti, è ancora molto difficile denunciare e chiedere aiuto specialmente se ci sono figli minorenni e se la donna non ha un lavoro.
Questi tipi di uomini molto spesso vietano alla compagna di lavorare per avere il completo controllo della situazione economica e familiare.
La società tutta ha la responsabilità di questi femminicidi, ed oltre ad un massiccio lavoro culturale occorre che gli uomini, quelli che si possono chiamare ancora così ,siano a fianco delle donne e non le lascino sole in questa durissima battaglia di civiltà.
Lo dobbiamo a tutte le vittime e ai loro figli.
 
Rita
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