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In memoria dei Caduti faentini nella prima guerra mondiale.   100 anni fa.

Questa teca, di pregevole fattura, è appesa in una sala di Palazzo Laderchi, in corso Garibaldi a Faenza.
Sono esposte foto e generalità di 334 faentini caduti nel primo grande conflitto mondiale.
Scrutando i volti di questi nostri progenitori, cosa possibile solo dal vero per ovvie ragioni di scala, sorgono contrastanti emozioni: dalla indignazione, al rispetto, alla tenerezza. 
Certo è che per loro e i loro cari la vittoria non fu.

 

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Perchè una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perchè prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere.

Giovanni Falcone

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Padoan, il ministro, vuole che la Corte costituzionale tenga conto della compatibilità fra la Costituzione e le esigenze che il pensiero neoliberista vuole imporre all’Europa e all’Italia. Insomma il patto di stabilità vale più dei diritti costituzionali (gli art. 36 e 38 richiamati dalla Corte cost.)! E adesso pretende anche un coordinamento fra organi costituzionali: insomma che la Corte chieda al governo se è d’accordo nel dichiarare incostituzionali i decreti legge del governo stesso.
…. “Che la Corte Costituzionale sostiene di non dover fare valutazioni economiche sulle conseguenze dei suoi provvedimenti e che non c’era una stima dell’impatto, che non era chiaro il costo. Ora, non so chi avrebbe dovuto quantificarlo, ma rilevo che in un dialogo di cooperazione tra organi dello stato indipendenti, come governo, Corte, ministri e Avvocatura sarebbe stata opportuna la massima condivisione dell’informazione.”….
In realtà ognuno deve fare il suo mestiere: la Corte, che già in passato con due sentenze aveva richiamato Governo e Parlamento al rispetto del principio della perequazione delle pensioni, abroga (non “interpreta” e non può modificare) leggi e decreti.
Il governo (come ha fatto), e poi il Parlamento entro 60 giorni legifera con norma retroattiva come modificare il meccanismo di rivalutazione delle pensioni in modo da renderlo conforme ai criteri stabiliti dalla sentenza. In tale occasione deve tener conto delle compatibilità di bilancio e può, come sarebbe stato giusto, redistribuire anche su altri tipi di reddito gli oneri della restituzione del mal tolto, o, come ha fatto, continuare a rimescolare all’interno della categoria dei pensionati, limitando il rimborso ad un’elemosina.
Ma che formazione giuridica e politica ha il suddetto osannato Padoan: J.P.Morgan o Licio Gelli?
Perfino il capo, ipocritamente, lo corregge.

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Dice l'Istat che il tasso di disoccupazione a marzo è in aumento: è di nuovo al 13%. Sale anche quella giovanile: ora al 43,1%. Tutti i grandi giornali si affrettano a dire che è presto per vedere gli effetti del Jobs act (che tuttavia è entrato in vigore dal primo marzo). Sarà anche vero, però non l'avevano detto quando 15 giorni fa l'ineffabile ministro Poletti sbandierava numeri positivi (inesistenti secondo Istat)!
La Corte costituzionale decide che il blocco delle pensioni superiori a 1.406 euro lordi (1.201,7 netti) 2012 e 2013, operato dal governo Monti nel 2011, fatto in quel modo, è incostituzionale. Non motivato e non equamente distribuito. I grandi giornali (Repubblica in testa) sproloquiano per pagine e pagine per spaventare gli italiani sul buco che si è aperto nel bilancio; nessuno a chiedere che paghi chi ha offeso la Costituzione e messo così nei guai, per arroganza, incompetenza e iniquità tutto il Paese. E pensare che qualcuno lo aveva detto che ci voleva una vera e giusta patrimoniale per rendere equa una manovra di emergenza!

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C'è chi è convinto che a sinistra il tratto distintivo sia l'antiberlusconismo, inteso come avversione ad un virus o ad una malattia genetica. Vi ricordate quelli che raccoglievano le firme contro l'Aids?
Così se uno da giovane ha creduto a Berlusconi, poi matura e si schiera dalla parte dei lavoratori e della giustizia sociale è visto come un infetto che certamente finge una guarigione impossibile; mentre se si cerca di catturare gli elettori di Berlusconi sposandone parte delle proposte, "questa è politica, bellezza!"
Ma se a far vento è chi rivendica coerenza col ventennio, tutto torna: la classe non è acqua!

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“L’Italia riparte. Dati sorprendenti: 79 mila contratti a tempo indeterminato in più, il lavoro stabile cresce a doppia cifra. E’ un bollino sul Jobs Act”. È di pochi giorni fa l’annuncio trionfale di Renzi e Poletti.
Poi arrivano i dati dell’Istat: nell’ultimo mese la disoccupazione giovanile ha toccato il livello più alto mai raggiunto, il 42,6% (era al 41,3 nel dicembre scorso) e il dato generale è ora a quota 12,7%, proprio mentre sta scendendo in tutta l’Eurozona. La stessa Confindustria è alquanto più cauta: “Ci risultano essere 45 mila, non 79 mila”. E sono in gran parte l’effetto della trasformazione di posti di lavoro già esistenti per cogliere i vantaggi della decontribuzione - pagata coi soldi di tutti - non di nuovo lavoro.
Non c’è niente da fare: quando le chiacchiere si scontrano coi dati reali, ad averla vinta sono sempre i numeri.

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