Apriamo il dibattito. Vogliamo leggere e raccogliere la vostra voce sul manifesto, l’unico giornale in grado di esprimere la varietà e molteplicità di pensieri che oggi percorrono il mondo della sinistra
È un brutto governo. E vale la pena ripeterlo proprio alla vigilia del voto che dovrebbe assicurare una maggioranza ampia, in grado di tenere saldo il timone della “nave di salvataggio” fino al termine della legislatura.
È un governo brutto al punto da aver provocato divisioni laceranti (come nel Movimento 5 Stelle), spaccature profonde (tra Articolo 1 e Sinistra italiana, e anche dentro la stessa Sinistra italiana), e discussioni forti sulle modalità della partecipazione perfino tra i più convinti sostenitori del ministero Draghi, il Pd, la Lega, Forza Italia.
In tempi di lunga Pandemia, la nuova maggioranza parlamentare, che domani dovrebbe assicurare la fiducia al governissimo, nasce affetta da più virus, che renderanno il cammino amministrativo della cosa pubblica difficile, tortuoso, pieno di ostacoli per i partiti che ne fanno parte. Ma soprattutto il viaggio delle forze democratiche (dentro e fuori il governo) sarà davvero complicato.
Perché più di altre si pongono la domanda “dove stiamo andando?” – che non è conio di Corrado Guzzanti ma di Paul Gauguin – senza però trovare facilmente una risposta immediata, chiara, convincente. Non a caso nel popolo della sinistra (c’è ancora, nonostante gli sfottò dei commentatori da salotto tv e giornalistico), si stanno manifestando le più varie reazioni politiche, culturali, sociali, umorali, sentimentali.
Leggendo tra le migliaia e migliaia di reazioni che dilagano sui social, sembrano prevalere di gran lunga più le emozioni che i dissensi (e i consensi), politici tout-court. Vuol dire che a sinistra batte un cuore. E che adesso, dopo il ritmo sì faticoso ma tuttavia normale e persino rassicurante registrato durante il Conte 2 (con un inaspettato protagonismo delle organizzazioni democratiche approdate a palazzo Chigi dopo la caduta del Conte 1), perde colpi, ha continue extrasistoli e rischia di fibrillare di brutto.
Tuttavia curare una patologia cardiaca non è semplice, perché a volte i farmaci non bastano. Ma può essere di grande aiuto la parola. Da ascoltare, per cercare di capire le ragioni altrui (cosa che, purtroppo, avviene poco dalle nostre parti), e per dire la propria opinione. Per raccontare la rabbia, lo sconcerto. Per esprimere un sentimento o un dissenso. E può essere anche una parola liberatoria, sincera, trasparente, per spiegare perché è meglio baciare il rospo (in questo caso il drago) invece di restare alla finestra piangendo sul recente passato.
È insomma la vostra voce che vogliamo leggere e raccogliere sul manifesto, l’unico giornale in grado di esprimere la varietà e molteplicità di pensieri che oggi percorrono il mondo della sinistra, segnata da troppi e continui naufragi.
“Dove stiamo andando?” è d’altronde una domanda che riguarda tutti, perché l’emergenza che stiamo vivendo coinvolge l’intero popolo italiano, costretto ogni giorno a confrontarsi con un cambiamento radicale della propria esistenza, afflitto dalla perdita di tante, troppe vittime della malattia, piegato dall’incertezza, dalla paura. E anche noi, qui, su queste pagine, abbiamo l’obbligo di rispondere.
Forse il neonato governo – un passaggio inedito per tutte le forze politiche e per la storia del nostro paese in questo tragico contesto – determinerà un altro naufragio a sinistra. Oppure no, aiuterà a trovare una terapia in grado di consentire a un cuore malato di tornare a battere regolarmente. Ma il risultato, vogliamo crederlo con una buona dose di ottimismo della volontà, dipenderà soprattutto da noi.
Commenta (0 Commenti)Quando alle otto della sera Mario Draghi, dopo nove giorni di consultazioni con suspense, legge la lista dei ministri dentro i telegiornali, le indiscrezioni del pomeriggio vengono in larga parte confermate. E la faticosa composizione della lista dei ministri partorisce un super manuale Cencelli.
Per l’improbo compito di infilare nel governo tutti i partiti che gli voteranno la fiducia, per il dosaggio spinto fin dentro le correnti di partito. Un super Cencelli anche per la divisione tra Mattarella e Draghi nella ripartizione tra ministri tecnici e ministri politici.
Con un elemento evidente di continuità con la compagine del disarcionato governo Conte, rintracciabile nei ministeri di peso (Difesa, Interni, Esteri, Salute).
E un altrettanto evidente elemento di discontinuità con l’ingresso dei ministri tecnici nei ruoli chiave dei due pilastri del Recovery (conversione green e digitale), oltre naturalmente alla poltrona-chiave di via Venti Settembre con Daniele Franco all’Economia. La combinazione della cassaforte ce l’ha Draghi.
E pensare che Mattarella, preso atto delle difficoltà del Conte2, diceva che si era resa impossibile la nascita di un nuovo governo politico, per cui faceva capire che si doveva fare spazio ai tecnici.
In realtà adesso misuriamo quanto fosse una pia illusione o uno specchietto per le allodole.
I tecnici, pur se di alto profilo, come nel caso di Marta Cartabia alla giustizia, numericamente sono la metà degli esponenti politici. Draghi ha dovuto e voluto acconciarsi alle pressioni, e ogni partito ha rivendicato un certo numero di posti.
Se vogliamo trovare un aspetto positivo, oltre la qualità dei tecnici prescelti, questo riguarda la conferma di un sostanzioso numero di rappresentanti del Conte2, un motivo di soddisfazione per l’ex premier di aver lasciato una discreta eredità. Ma è un Conte2 spostato a destra.
Al contrario è fortemente negativa, rispetto a quello che si pensava e si scriveva, la presenza delle donne, che sono la metà degli uomini. Oltretutto le forze di sinistra non sono state in grado, pur avendo ministeri di peso, di esprimere neppure una donna. Vecchia storia, purtroppo.
Ovviamente la destra non può che essere soddisfatta, così come il Pd e Italia viva che esprimono giudizi molto positivi, e anche i 5Stelle portano a casa un discreto bottino pagato con le lacerazioni interne.
La Lega è sicuramente ben rappresentata dal numero due dei neonati europeisti, mentre Berlusconi starà brindando per aver occupato tre caselle pur senza portafoglio.
Nell’interesse del paese naturalmente speriamo che Draghi e la sua squadra facciano un buon lavoro per superare la pandemia, rilanciare l’occupazione e l’economia, per usare al meglio i fondi del Recovery plan. E quindi un giudizio globale e a tutto campo, si potrà dare solo quando li vedremo all’opera, prima di tutto sulla drammatica, esplosiva questione sociale.
Ma al momento la nascita di un governo politico in salsa tecnica, cucito sulle solite pratiche spartitorie, delude, anche se nessuno lo ammetterà, le aspettative dei tanti fan del drago.
Commenta (0 Commenti)Il martedì nero in cui cade Conte e arriva l’uomo forte
Crisi di sistema. In questo stato d’eccezione in cui pandemia sanitaria e follia politica ci hanno gettato, sovrana si rivela, la potenza del Denaro, nella forma dei suoi sacerdoti e gestori. Nel 2012 salva l’Euro (whatever it takes) e tiene a battesimo il compact fiscal. Nel luglio 2015 non si farà scrupolo di spingere sott’acqua la Grecia di Alexis Tsipras.
Marco Revelli su “il Manifesto” del 05.02.2021
Una data da segnare nigro lapillo per almeno due buone ragioni. In primo luogo perché in quelle poche ore che passano tra il prolungamento ormai stucchevole del tavolo e la resa di Fico, è stato inferto un colpo mortale alla politica. Non a un governo, o a una coalizione già di per se stessa boccheggiante, ma alla politica tout court. È stato certificato il dissolvimento di tutti i suoi linguaggi, divenuti via via privi di senso di fronte ai capovolgimenti e alle triple verità, e insieme il fallimento di tutti i suoi protagonisti, di maggioranza e di opposizione, incapaci di uscire dal labirinto nel quale un pirata politico senza scrupoli come Matteo Renzi li aveva cacciati, annunciandone il commissariamento da parte di un “uomo di Banca” quale Mario Draghi nella sua sostanza è. Se è vero l’assunto che nello “stato d’eccezione” si rivela il vero Sovrano, ebbene in questo drammatico stato d’eccezione in cui pandemia sanitaria e follia politica ci hanno gettato, Sovrana si rivela, infine, la potenza del Denaro, nella forma antropizzata dei suoi sacerdoti e gestori.
Ma c’è una seconda ragione per considerare foriera di sciagure la giornata del 2 di febbraio: ed è che quella sera si è aperto un vaso di Pandora. Si è messa in moto una reazione a catena che forse già nell’immediato ma sicuramente nel tempo medio è destinata a colpire al cuore (quasi) tutte le forze politiche che compongono il già ampiamente lesionato sistema politico italiano. Tutte fragili, attraversate da un reticolo di fratture, di contrasti personali, di conflitti di piccoli gruppi e comitati d’affari, nessuna saldata da una qualche cultura politica forte capace di prevalere sui personalismi, a cui il gioco al massacro inaugurato dal demolitore di Rignano ha impresso un’accelerazione folle, senza freno né direzione, innescando una potenziale esplosione centrifuga di ognuna.
Dei 5Stelle di certo, a cui l’onda di piena crescente aveva portato un patrimonio elettorale enorme e un personale politico raccogliticcio, destinato oggi a disperdersi con la fase calante. Ma anche il Pd, il cui arcipelago di frazioni teneva insieme con lo sputo, pieno com’era delle mine vaganti disseminate da Renzi al suo interno, ma in cui l’ultimo azzardo del suo ex segretario non potrà che rinfocolare ripicche e rancori vecchi e nuovi. E la Lega stessa non potrà reggere l’urto del cambio di paradigma politico senza vedere le proprie linee di faglia allargarsi, nell’impossibilità di tenere insieme un eventuale sostegno (diretto o indiretto) all’uomo-simbolo dell’ “Europa della Finanza” con la militanza sul fronte del sovranismo etnocentrico. Forse solo Fratelli d’Italia si potrà salvare dal maelstrom restandone ai bordi.
Può darsi che nell’immediato si trovi una qualche formula capace di salvare la faccia ai principali players (una riedizione della maggioranza giallo-rosa a guida Draghi anziché Conte, una “maggioranza Ursula” con dentro anche il caimano)… Ma la tendenza è al generale dissolvimento di ogni possibile quadro politico il che equivale, tecnicamente, a una “crisi di sistema” che potrebbe rivelarsi una voragine nelle urne del 2023.
Così “in alto”. Ma poi c’è “il basso”, quello che si chiama “il Paese”, che è allo stremo: in questi giorni, dum Romae consulitur, ogni ora che passa si perdono 50 posti di lavoro. Per ogni giorno di stallo sono 1200 disoccupati in più. Dalla famosa conferenza stampa di Matteo Renzi in cui annunciava il ritiro delle sue due ministre e apriva in modo corsaro una crisi incomprensibile al giorno della resa di Fico sono trascorsi esattamente 20 giorni (compreso quello in cui il principale responsabile di quello stallo se ne è andato a guadagnare i suoi 80.000 dollari con un atto di asservimento a uno dei peggiori despoti del mondo), nel corso dei quali se ne sono andati 24.000 redditi da lavoro. Milioni di lavoratori, dipendenti e autonomi, sono naufragati: 393.000 contratti a termine non sono stati rinnovati, 440.000 in prevalenza giovani hanno perso il posto, altre centinaia di migliaia lo perderanno se il blocco dei licenziamenti non verrà prolungato. Tutti aspettano una boccata d’ossigeno, i benedetti “ristori”, per poter continuare a respirare. E tuttavia, bene che
Commenta (0 Commenti)Missione fallita, missione compiuta.
Matteo Renzi ha ottenuto l’obiettivo che si era prefisso: distruggere la maggioranza di governo, annientare il centrosinistra e tirare la volata a un governo di unità nazionale, consegnando il paese nelle mani di un salvatore della patria che ha un nome e cognome: Mario Draghi, incaricato, ieri sera, dal presidente Mattarella, di formare un ministero di salute pubblica.
Sono ore drammatiche, sottolineate dal tono e dalle parole del Capo dello Stato che, parlando in diretta televisiva, ha informato il paese delle sue determinazioni.
Mattarella ha spiegato perché le elezioni anticipate non sono ritenute un’alternativa possibile in questo momento e perché è invece necessario avere subito un governo capace di affrontare la situazione sanitaria e dunque di centrare l’obiettivo del Recovery fund.
Siamo di fronte se non a un azzeramento certamente a una micidiale riduzione degli spazi democratici, a un vero e proprio commissariamento del paese, come capitò con Monti e come non capita in nessun paese europeo, e segnatamente in una congiuntura storica come quella che stiamo vivendo.
Si annullano le differenze politiche e si affidano le sorti del nostro paese a un illustre economista. Che solo il paravento di una falsa coscienza può definire un tecnico.
E quando la politica fa un passo indietro per lasciare il campo a uomini della finanza, vuol dire che la democrazia gode di una cattiva, pessima salute.
Un motivo in più per tenere alta la guardia.
Commenta (0 Commenti)Adji Mbengue, Imola
Affaticati Carla, Montechiarugolo (PR)
Africano Marinella, Bologna
Agazio Domenico, Bologna
Agnusdei Francesca, Senigallia (AN)
Agresta Andrea, Rimini
Al Halabi Fady, Bologna
Albarani Claudia, Rimini
Alduini Silvia
Almansi Annalisa, Bologna
Ambrosino Daniella, Roma
Anelli Rosolino, Piacenza
Angius S. Paolo, Bologna
Antetomaso Cesare,ROMA
Antonozzi Juri, Roma
Arcangeli Angela, Rimini
Archetti Giorgio, Bologna
Argelli Rosanna, Faenza
Arianii Luciano, Firenze
Arrighi Anna
Aulizio Luigi, Rimini
Aulizio Rita, Cesena
Baccarini Antonella, Faenza
Bacchiocchi Aldo, Bologna
Baicchi Francesco, Pistoia
Baldisserri Marina, Imola
Baldocchi Umberto, Lucca
Balestri Floriano, Casalecchio di Reno (BO)
Barbieri Moreno
Bardi Vittorio
Bassi Roberto, Piacenza
Bazzi Ernestina, Reggio Emilia
Begliomini Barbara
Begliomini Ombretta
Begliomini Roberto
Bellei Patrizia, Bologna
Belliti Daniela, Pistoia
Bennici Laura, Firenze
Bergonzi Angela, Parma
Bergonzini Mauria, Bologna
Bernardini Monica, Bologna
Bertani Angela
Bertini Andrea, Imola
Bettini Jadranka, Bologna
Biagini Margherita, Firenze
Biondi Monica
Boilini Tania, Maranello (MO)
Bonacchi Rosalba, Pistoia
Bonardi Martino, Parma
Bonfatti Ivano
Borghesi Lucio
Borgioli Claudia, Limite sull'Arno
Bortolone Maria Rosaria, Firenze
Bresci Alberta, Pistoia
Brintazzoli Lya, Bologna
Brogi Giuseppe
Bruni Bianca
Bruni Gianni
Bruno Maura, Piacenza
Bursi Anna Rita
Burzacchini Anna
Busolini Gianni,Treviso
Caggioli Cristina, Bologna
Campagna Giuseppa, Roma
Campani Renata, Parma
Canigiani Loriana
Cannici Vincenzo, Pistoia
Capecchi Chiara
Capecchi Luigi
Casella Chiara, Piacenza
Caserta Sergio, Bologna
Casolari Loretta
Castellan Gianni, Montechiarugolo (PR)
Cesena Maura, Piacenza
Chiodarelli Mauro, Bologna
Ciardelli Luca, Piacenza
Ciarmoli Lucia, Roma
Cinti Paolo, Bologna
Cinti Sergio, Bologna
Ciotta Mirko
Cirillo Dora, Bologna
Ciurlia Maria Luisa, Rimini
Clarke Vanadia Giusy, Catania
ColaJanni Cinzia, Catania
Cottone Maurizio, Rimini
Cremaschi Marina, Bologna
Crepuscoli Corrado, Bologna
D'Amico Sebastiano
D’Orazio, Piacenza
Daghini Roberto, Pistoia
De Nicolo Mery, Rimini
De Rosa Letizia, Reggio Emilia
De Troia Alessandro, Pavia
De Troia Rosella, Rimini
De Troia Teresa, Bari
DeMusso Eleonora, Firenze
Di Capua Antonio, Pordenone
Di Carlo Giuseppe
Di Gennaro Fedele, Bologna
Di Giovanni Umberto, Siracusa
Di Matteo Francesco, Bologna
Di Rienzo Adriana, Bologna
Di Tirro Gennaro
Fadda Anna Rita
Fattori Antonella, Empoli
Fedi Aldo , Pistoia
Ferrari Algo, Reggio Emilia
Fidenzi Valerio, Terni
Fin Marta, Bologna
Fois Barbara, Cagliari
Fortuzzi Francesca, Bologna
Gaggioli Cristina, Bologna
Galizia Davide
Gallo Domenico, Roma
Gallori Ezio
Gamberini Laura, Bologna
Gavelli Liana
Ghinelli Maurizio, Rimini
Giannetto Fanio, Roma
Giontella Sabrina, Pordenone
Girlando Alberto, Parma
Giulietto Antonella, Rimini
Gobbo Laura, Roma
Godano Umberto, Bologna
Golinelli Sergio
Gradella Ferdinando , Parma
Grandi Alfiero, Roma
Groppi Patrizia
Gualerzi Nicoletta, Bologna
Guastini Dario, Pistoia
Gugliantini Giovanni, Roma
Gugliucci Liliana, Salerno
Iandolo Benedetta, Bologna
Innocenzi Elisa, Bologna
La Scala Rosa
Lai Laura
Lamacchia Roberto,Torino
Lazzaro Claudio, Roma
Lenzi Riccardo Loiano (BO)
Leotta Citto, Acireale
Lolli Silvia, Bologna
Lombardi Paolo
Longo Maria, Bologna
Lucchetta Cesare,Venezia
Maglieri Giuliano, Valdinievole (PT)
Manderino Silvia, Mestre
Mangianti Cesare, Rimini
Manna Angela
Marcheselli Laura
Marchini Lina, Parma
Marchini Luisa, Bologna
Marchioro Silvana, Bologna
Martelli Simonetta
Martino Leonarda, Bologna
Marzenka Matas, Firenze
Marzenka Matas, Firenze
Marzi Isabella
Massa Renato, Pistoia
Mastrangelo Rita
Masula Sergio, Rimini
Mattioni Fabrizia, Rimini
Mauceri Corrado, Firenze
Melandri Vittorio, Piacenza
Meliconi Maria Grazia, Bologna
Mezzatesta Francesco, Parma
Michelotti Sabrina, Parma
Minerali Fulvio, Bologna
Missiroli Fulvia, Ravenna
Modesti Paola, Milano
Montali Luca, Terni
Montani Melita
Montani Morgana
Mori Luca, Prato
Morini Angelo, Ravenna
Morini Ivan, Ravenna
Morselli Pierangela, Bologna
Nanni Catia, Imola
Nasuti Pierino, Reggio Emilia
Nepoti Stefania, Budrio BO
Niccolai Cinzia, Firenze
Nicoletti Roberta, Capannori
Onor Giancarlo,
Pacarini Roberto, Reggio Emilia
Pacini Pier Giorgio
Pani Renato,Treviso
Panico Loredana, Battipaglia
Papaleo Maria Grazia, Rimini
Pardi Pancho, Firenze
Parmigiano Gilda
Parmigiano Maria Celeste, Reggio Emilia
Pasolini Walter, Rimini
Pasotti Michele, Imola
Pasquali Roberto, Bologna
Pasquetti Ivo, Pistoia
Pasquino Gianfranco, Bologna
Patanè Rosario, Acireale
Patrizi Rosanna, Parma
Patuelli Maria Paola, Ravenna
Pazzagli Rossano, Val di Cornia
Pederzoli Vania, Modena
Perry Anne
Petris Valeria
Picciau Regina, Napoli
Pinotti Carla, Piacenza
Pisano Romeo, Bologna
Prodi Silvia, Reggio Emilia
Proietto Angela, Parma
Quintavalla Cristina, Parma
Rampello Elena, Parma
Ricci Clelia, Bologna
Ricciardi Giannoni Maria, Montechiarugolo (PR)
Rinaldi Loredana, Bologna
Riverso Roberto, Ravenna
Rizza Gabriele
Rizzitiello Giovanni Michele, Piacenza
Roberti Roberta, Parma
Romagnoli Patrizia, Bologna
Romito Elena
Romito Walter
Ronconi Franco, Forlì
Rosano Maria, Firenze
Rosetti Antonella, Ravenna
Rosi Mara, Bologna
Rota Andrea, Piacenza
Rotter Butera Luciana
Ruggeri Giancarlo, Reggio Emilia
Salerno Francesco, Piacenza
Sani Sandra
Santoro Laura, Firenze
Sasso Renza, Pistoia
Saviotti Massimo
Sbrana Maurizio, Lucca
Scandurra Enzo, Roma
Scandurra Enzo, Roma
Schiavo Luciano, Bologna
Scolari Cecilia, Piacenza
Sentimenti Mauro, Modena
Serio Francesco,Piacenza
Sirin Ghribi
Solimeno Paolo,Firenze
Somarè Elena
Sorrentino Natale, Pordenone
Taccini Maurizio, Maranello (MO)
Tadolini Giuseppe
Tanzini Tiberio, Empoli
Tarasco Pasquale, Avellino
Tentoni Mariolina, Rimini
Tesei Cinzia, Cervia
Tesei Massimo
Tocco Angelo
Tocco Rita, Maranello (MO)
Torrisi Giusy, Acireale
Tosi Saverio
Tough Patricia, Bologna
Trizio Marino
Urbinati Graziano, Rimini
Urbinati Milvia, Piacenza
Urbinati Nadia, Bologna
Vaiani Mauro
Varatta Antonio, Parma
Vermigli Antonio, Quarrata
Villone Massimo, Napoli
Wolf Stefania, Bologna
Zanetti Lodovico
Zardetto Rina, Reggio Emilia
Zoli Moreno, Forlì
Zorzetto Mario,Treviso
Mentre il leader d'Italia viva entrava al Quirinale per le consultazioni col presidente della Repubblica in Arabia è stata trasmesso l'intervento registrato dell'ex segretario del Pd al Future Investment Initiative, ribattezzato dai locali come la "Davos del deserto". Un dibattito col controverso principe Mohammed bin Salman durante il quale l'ex segretario del Pd si è prodotto in una serie di affermazioni entusiastiche nei confronti del Paese arabo. Le cui autorità, secondo Amnesty, reprimono "i diritti alla libertà d’espressione, associazione e riunione. Hanno vessato, detenuto arbitrariamente e perseguito penalmente decine di persone critiche nei confronti del governo"
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