La candidata più votata dell'Emilia Romagna. Via memorandum e decreti Salvini, ora una politica più umana. La rifondazione del Pd? La guardo con attenzione ma aspetto di capire cos’è. Una lista civica nazionale? Il progetto ancora non c’è ma il nostro metodo può ispirare le altre regioni. Abbiamo dimostrato che si può fare una sinistra che guarda ai movimenti e chiude l’era delle divisioni
Ieri a pagina 10 del Paìs campeggiava il titolo «Elly Schlein, la nueva estrella de la izquierda italiana». Lei sorride, frastornata dagli oltre 20mila voti (a Bologna 15.975, a Reggio Emilia 3.896 a Ferrara 2.227). E dire che «avevo inteso la mia come una candidatura di servizio». La lista «Emilia Romagna coraggiosa» ha preso il 3,8%.
Adesso la chiamano tutti. Hanno scoperto che c’è una sinistra «coraggiosa»?
E questo è un bene. Ma è stato un lavoro di squadra, un metodo che ci siamo dati, e che ci ha permesso di ottenere questo risultato. La vittoria è di tutta la coalizione, ma in buona parte anche di Bonaccini, come dimostra il voto disgiunto. Ma la notizia è che se la sinistra si rinnova nei metodi e nelle proposte torna a fare la differenza. In tre mesi di campagna elettorale abbiamo ottenuto punte oltre l’8 per cento a Bologna ma, ci inorgoglisce il voto anche nelle aree interne e dell’Appennino, che si sentono abbandonate.
Tre settimane di campagna. Ma una storia, la sua, che parte da Occupy Pd fino allo strappo con il Pd, e poi alla sua saggia rinuncia di partecipare alle europee. Si sta ricucendo lo strappo con il Pd?
C’è un’interlocuzione diversa rispetto al Pd precedente. Ma alcune contraddizioni restano. Non era scontato stare in coalizione. Abbiamo chiesto il consenso per contribuire a frenare una destra pericolosa e bugiarda ma anche per condizionare a sinistra le future scelte della regione. È stato capito: i nostri due consiglieri saranno decisivi. Il lavoro più difficile è stato mettere insieme mondi diversi. Il civismo ma anche quattro forze politiche, Art.1, Sinistra Italiana, Èviva e Diem25. Ci siamo dati un metodo, abbiamo lasciato da parte i personalismi e abbiamo cercato le persone più credibili. Nelle liste c’è uno spaccato di società regionale, dei mondi rimasti al margine. Abbiamo fatto un patto intergenerazionale con personalità come Errani e Bersani. Abbiamo condiviso un’idea di futuro sull’emergenza climatica e quella sociale. Da qui abbiamo messo condizioni a Bonaccini, e lui si è impegnato a un patto per il clima, sul trasporto pubblico gratuito per i giovani, un piano per la casa e il rinnovo del patto per il lavoro. C’è un margine di miglioramento su cui lavorare.
Dirigenti Pd che la snobbavano ora la invocano. Che effetto fa?
Ogni attestazione di stima fa piacere. Ma non volevamo solo aggiungere un pezzo che mancava a questa coalizione, perché siamo l’unica lista di sinistra, femminista ed ecologista che ha sostenuto Bonaccini, ma fare un invito: proviamo a riaggregarci, a ricostruire un’intera area attorno a una visione chiara sui temi su cui si mobilita spontaneamente nella società. Le manifestazioni per il clima, quelle di Nonunadimeno e delle realtà femministe, della solidarietà per i migranti. E le sardine.
Siete gli ufficiali di collegamento fra il centrosinistra e le sardine?
Le sardine a marzo discuteranno del proprio futuro. È un processo da seguire con attenzione. Cercheremo di essere un ponte per capire se si può riaggregare un intero campo su basi nuove. Le persone nelle piazze chiedono unità, ma un’unità nella chiarezza, abbandonando l’ambiguità su alcuni temi, come ad esempio l’immigrazione.
Molti nel Pd chiedono che lei sia coinvolta nella loro rifondazione.
Continuerò a tenere un’interlocuzione solida con il Pd, guardo con interesse a quello che si sta muovendo, in attesa di capire di cosa realmente si tratta. Ma nessuno si illuda che la vittoria vuol dire che va tutto bene. È questo il momento di cambiare tutto se si vuole ritrovare la fiducia delle piazze che si muovono da sole.
Sarà la leader di una lista «Coraggiosa» nazionale?
È presto per fare questa riflessione. Ma siamo felici di condividere la nostra esperienza con altri territori. Ma in questo momento non c’è ancora in campo un progetto del genere. Certo,in Coraggiosa ci sono stimoli utili per chi sta per affrontare il voto in altre regioni. A partire dal metodo di costruire le liste e di ascoltare i territori.
Quanto ha contato Prodi nel suo percorso politico?
La mia esperienza politica nasce nel solco delle proteste contro i 101 che ne affossarono l’elezione al Colle. Prodi è un punto di riferimento per molte cose. Sono stata europarlamentare, non posso che guardare a lui con rispetto e stima.
Il Pd al governo rinnova il memorandum sui migranti con la Libia, senza alcuna modifica.
Per le conseguenze sui diritti umani quella è una vergogna che invece va cancellata. Come i decreti sicurezza. Anche su questo chiediamo più coraggio. Lo dico con umiltà, la persona più votata è quella che ha affrontato questi temi con Bartolo, il medico di Lampedusa, a sua volta votatissimo alle europee. È un segnale chiaro al Pd. Ogni centimetro che si cede alla destra rafforza la destra. Il fenomeno migratorio si può gestire con più lungimiranza e rispetto dei diritti.
Si aspettava che il video di lei che chiede conto a Salvini delle assenze dai vertici sui migranti diventasse virale in rete?
No, è stato un incontro casuale. Evidentemente fare le domande giuste e pacate aiuta a inchiodare la destra alle sue responsabilità. Salvini è scappato.
C’è un complimento che le ha fatto particolarmente piacere?
L’endorsement di Mara Maionchi (produttrice musicale, ndr). Tanti messaggi commoventi. Una nonna di 92 anni che si è fatta accompagnare al seggio, una ragazza partita da Monaco, 16 ore di viaggio per votare. Una persona che non aveva mai votato.
La sinistra ha qualche problema con le donne. Ora ha trovato la sua leader?
Non mi piace l’uomo solo al comando, neanche se è una donna. Ma certo, una delle serate più belle della campagna elettorale è stata quella in cui mi sono trovata sul palco con Rossella Muroni, Annalisa Corrado, Marilena Grassadonia, Anna Falcone e Michela Murgia. Non si possono scrivere buone politiche senza lo sguardo delle donne. E a sinistra c’è ancora tanto sessismo strisciante.
Commenta (0 Commenti)Si avvicina la data delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, anzi siamo già in piena campagna elettorale. Si tratta di un appuntamento importante, probabilmente decisivo oltre che per il futuro della nostra regione e della qualità della nostra vita anche per le sorti dell’intero paese. Non solo perché la Lega e il suo capo ne hanno fatto l’occasione di scontro per liquidare il fragile governo Conte 2 ma perché rappresenta il momento, forse cruciale per molti anni a venire, nel quale si fronteggiano due diverse concezioni della politica e della democrazia stessa. La destra italiana, rapidamente compattata dietro le leadership populiste sovraniste e postfasciste, mostra il suo volto più antico, reazionario autoritario e bellicista: va fermata subito, a partire da qui, dall’Emilia-Romagna che della tradizione socialista e popolare è stata la culla.
La redazione di questo sito ha discusso e ha considerato che è necessario, in tali circostanze, innanzitutto che vi sia una massiccia partecipazione al voto e, in secondo luogo, esprimere un voto che sia utile a battere la protervia e la sfida di Salvini, ma sappia anche raccogliere quel consenso di cittadini già di sinistra o di giovani elettori che sfiduciati dalle politiche neoliberiste portate avanti dal centro-sinistra in questi anni, si erano rifugiati nell’astensione o nel voto ai movimenti populisti.
L’iniziativa di Elly Schlein di dar vita a una lista aperta a sinistra e al mondo verde che metta al primo posto le scelte ambientaliste e un modello di economia sostenibile e che riporti la giustizia sociale e i diritti del lavoro ad essere una priorità delle politiche della coalizione di sinistra in regione, ha consentito di connotare a sinistra l’alleanza che sostiene il candidato presidente Bonaccini collaborando in tal modo a battere questa destra pericolosa e reazionaria.
La redazione si riconosce in questa scelta e sostiene la lista CORAGGIOSA che a Faenza (facente parte del collegio di Ravenna) presenta come candidati ben due faentini, Edward Jan Necki e Luca Ortolani, oltre a Isabella Marchetti e Federica Vicari.
Il sito, naturalmente, fedele alla sua ispirazione originaria, continuerà a essere (come dice il nostro documento di intenti) “Uno spazio aperto, pluralista, che favorisca una convergenza unitaria per l'iniziativa politica e sociale a livello locale, ma anche nazionale, europeo e globale …“ ed è pertanto a disposizione per ricevere interventi, informazioni e proposte di dibattito anche dalle altre liste che si collocano nell’ambito politico culturale di QualcosadiSinistra.info.
La redazione
9 gennaio 2020
QUANTI SIAMO?
Guardate un po' qua e giudicate voi.
Sabato eravamo davvero tanti, una forza tranquilla ma determinata!
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Auguri di un 2020 Coraggioso, Ottimista e di Sinistra
"Abbiamo creato falsa ricchezza per combattere false povertà ...
(Alexander Langer)
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Oggi a Roma la grande nuotata delle sardine, l’Italia che «non si Lega» e «non abbocca» al populismo e all’odio.
«A piazza San Giovanni non sarà una sfilata di vip, parliamo noi. Saremo un corpo intermedio fra politica e mondo civico».
Flash mob anche in altre città italiane e in dodici capitali internazionali. E da domenica si lavora al dopo.